Il commento alle Letture della Domenica della Trasfigurazione del Signore – Anno A.
Davanti ai discepoli, sul monte, Gesù si manifesta nella sua forma divina. Fu , cioè cambiò forma. In greco questo evento viene denominato metamorfosi per indicare il cambiamento di morphé, cioè di forma.
Un secolo fa lo scrittore Franz Kafka intitolò Metamorfosi un suo celebre romanzo in cui si narra la vicenda paradossale di un impiegato, mediocre, abitudinario, ligio alle regole, che un mattino si svegliò nel suo letto trasformato in un orribile insetto. È una metamorfosi, anche questa è una trasfigurazione, ma bestiale!
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La riflessione simbolica di quell’autore riguarda la condizione dell’uomo che rischia di diventare una bestia, di perdere la propria forma umana per divenire un disgustoso scarafaggio. È la possibilità dolorosa di involuzione per un uomo che nella vita non ha soddisfazioni, né gioie particolari: finisce così per abbrutirsi, per rovinare la sua vita, per diventare una bestia, perdendo la forma umana che gli è data. Gesù invece ci propone un altro tipo di trasformazione: diventare come Dio.
È stata la tentazione originale suggerita dal serpente, ma è anche la proposta offerta da Gesù, che può realizzare la nostra forma umana portandola a pienezza fino a diventare come Dio. È quello che in fondo desideriamo: una vita piena, bella, realizzata.
Ascoltare Gesù è la strada per realizzare veramente noi stessi: vogliamo accogliere il dono della metamorfosi che rende divina la nostra vita, per non ridurci a bestie, per non diventare scarafaggi dentro.
AUTORE: don Claudio Doglio
FONTE: Messalino “Amen” e Canale YouTube Teleradiopace TV