L’evangelista Marco descrive una giornata esemplare di Gesù: è iniziata con la preghiera del sabato in sinagoga dove il Maestro insieme alla parola ha mostrato l’opera di liberazione dal male; poi con un gruppo di amici partecipa al pranzo festivo; dando prova di grande umanità si abbassa e prende per mano una donna malata e la fa alzare; alla sera, terminato il sabato, una grande folla si raduna in cerca di Gesù ed egli si lascia divorare dalla gente e guarisce molti; infine il mattino seguente si alza presto per dedicarsi alla preghiera da solo.
Gesù è un uomo equilibrato: sa stare con la gente e sa ritirarsi in solitudine. In questo quadro sintetico l’evangelista ha nascosto un riferimento pasquale, perché l’ allusione al sabato e alla domenica richiama proprio il dramma della morte, sepoltura e risurrezione di Gesù.
Egli si è abbassato, condividendo le nostre malattie, prendendo su di sé i nostri dolori e ha sofferto personalmente; ma si è rialzato di buon mattino: è risorto dai morti, ed è entrato in piena comunione con il Padre.
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È il Cristo morto e risorto che noi celebriamo e adoriamo come Dio: è Lui la mano che Dio tende a noi, deboli e peccatori, per sollevarci dalle nostre situazioni di debolezza, di stanchezza, di malattia, di depressione.
Ma è necessario ricordare che Gesù non è venuto a guarire i malati, ma a predicare il Vangelo, ad annunciare la presenza di Dio perché è proprio questa presenza divina che guarisce l’umanità dal suo male profondo, il peccato.
AUTORE: don Claudio Doglio
FONTE: Messalino “Amen” e Canale YouTube Teleradiopace TV
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