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don Claudio Doglio – Commento al Vangelo del 30 Giugno 2024

Domenica 30 Giugno 2024
Commento al brano del Vangelo di: Mc 5, 21-43

Una parola in aramaico ha conservato l’evangelista Marco per custodire fedelmente la memoria di quell’evento straordinario.

Pietro presente nella stanza dove c’era quella bambina di dodici anni, appena morta, ha raccontato questo episodio con tutto lo stupore che gli ha suscitato; e Marco, fedele interprete di Pietro, ne ha registrato la memoria e l’ha trasmessa nel Vangelo.

Solo lui ha conservato quelle due parole: <<Talità kum>>, che significano: “Fanciulla, àlzati”. Ma quando traduce aggiunge anche: <<lo ti dico>>, che non c’è nell’espressione aramaica. L’ha aggiunta per esplicitare il tono con cui Gesù ha pronunciato quella frase, per sottolineare l’autorevolezza di quelle parole: <<lo ti dico>>; cioè, alzati perché te lo dico io!

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L’ha detto con l’autorità divina di colui che può vincere la morte; perciò, con stupore ammiriamo la persona di Gesù e lo riconosciamo come runico che può salvarci da morte. Ha compiuto un segno, perché il gesto miracoloso narrato dall’evangelista è un segno.

Gesù non è venuto a eliminare la morte; difatti continua ad esserci la dolorosa esperienza del morire; non, è venuto nemmeno ad allungare la vita, perché purtroppo ci sono ancora tanti casi di bambini, di giovani, di adulti che muoiono prima di quello che riteniamo il tempo.

È venuto però a sconfiggere il potere della morte, a liberarci dalla morte eterna, a darci la possibilità della vita piena; ed è runico che può portarci oltre la morte. Non ci ha spiegato una teoria, ma è morto per noi.

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AUTORE: don Claudio Doglio
FONTE: Messalino “Amen” e Canale YouTube Teleradiopace TV

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