Mentre si presenta come la vite, Gesù aggiunge un particolare importantissimo: “Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto“.
Non dimentichiamoci che c’è una condizione indispensabile: rimanere in Gesù, ovvero è necessario che le sue parole rimangano in noi. Se quello che Egli ci ha insegnato diventa il nostro modo di pensare, se ci mettiamo nei panni di Gesù e pensiamo quello che pensa lui e vogliamo quello che vuole lui, il Padre certamente ci ascolta.
La nostra preghiera allora è come se fosse la preghiera di Gesù. Ma molte volte noi preghiamo e chiediamo secondo la nostra testa, secondo i nostri gusti, secondo quello che ci sembra giusto. Invece è necessario che impariamo a chiedere quello che piace a lui, quello che sembra giusto a Gesù.
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La nostra preghiera deve diventare una accoglienza concreta delle parole del Signore: dobbiamo ascoltarlo e poi reagire, chiedendo in base a quello che lui ci ha detto. Nella Messa questo è il ruolo della preghiera dei fedeli: dopo aver ascoltato la Parola di Dio ognuno reagisce al messaggio ricevuto e gli esprime il desiderio di poterlo vivere.
In questo senso la preghiera è dialogo; ma per dialogare bisogna prima ascoltare e poi parlare di conseguenza, altrimenti è un discorso fra sordi: se lui ci ha detto una cosa e noi gliene diciamo un’altra diversa, vuol dire che non l’ abbiamo ascoltato.
L’autentica preghiera è risposta e reazione, accoglienza e vivo desiderio di rimanere in Gesù.
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AUTORE: don Claudio Doglio
FONTE: Messalino “Amen” e Canale YouTube Teleradiopace TV