Nell’ultima domenica del Tempo Ordinario la festa di Cristo Re ci propone la terza parabola della vigilanza. In questi tre racconti di Matteo c’è l’elemento comune della separazione: Gesù infatti annuncia che non è tutto uguale e indifferente, ma alla fine ci sarà una separazione.
Le ragazze alla fine si manifestano come sapienti o stupide: cinque entrano e cinque restano fuori. I servi si riconoscono alla resa dei conti: quelli buoni e fedeli entrano nella gioia del loro Signore, mentre il malvagio pigro viene lasciato fuori dove c’è pianto e stridore di denti.
Così nella terza parabola, partendo dal? immagine del pastore, che separa le pecore dalle capre, Gesù annuncia una futura e definitiva separazione. È lo stesso Signore che dice ad alcuni: <<Venite benedetti>>.
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L’insistenza sulla distinzione finale serve per farci comprendere che le nostre scelte e il nostro comportamento nella vita non sono indifferenti, ma significativi e decisivi per l’esito finale.
Se le prime due parabole possono riferirsi all’attesa del Messia e all’impegno dei cristiani a cui è affidato il patrimonio della fede, l’immagine del giudizio universale riguarda l’umanità intera, anche e soprattutto le persone che non hanno conosciuto il Vangelo.
Il criterio di separazione per loro è indicato nella disponibilità servizievole verso l’uomo: chi non ha conosciuto il Cristo può arrivare alla salvezza attraverso una risposta benevola nei confronti dell’umanità sofferente.
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AUTORE: don Claudio Doglio
FONTE: Messalino “Amen” e Canale YouTube Teleradiopace TV