Anche in questa terza domenica di Pasqua il Vangelo ci presenta un racconto delle apparizioni pasquali; l’episodio è quello splendido dei discepoli di Emmaus che riconoscono il Risorto come compagno di viaggio lungo quella strada, che percorrevano tristi.
È Gesù che si avvicina ad essi, ma i loro occhi vedono solo l’apparenza e non riconoscono la sua persona: eppure la sua presenza fa ardere il loro cuore. Ascoltando le sue parole, che spiegano le Scritture, lentamente gli occhi dei due discepoli si aprono e lo riconoscono e cambia il loro cuore.
Si rendono conto che Gesù è davvero il liberatore: si aspettavano che fosse un liberatore politico e invece il Cristo ha fatto molto di più, ha liberato l’umanità intera dal peccato e dalla morte. L’ardore del cuore è un’immagine per dire: prima erano freddi nella delusione, nella tristezza, poi lentamente questa freddezza se n’è andata e sentono nascere un nuovo desiderio, un nuovo entusiasmo.
Quindi Gesù entrò per rimanere con loro. Entrò dove? Non solo entrò in casa: l’evangelista intende dire che entrò nella loro vita, nella loro persona, entrò dentro di loro con l’intenzione di rimanere con loro in modo abituale e continuo. È quello che avviene con la Pasqua: Gesù dall’esterno entra dentro i discepoli e così continua a camminare con loro, a formarli, a educarli, a guidarli verso la piena verità, a trasformare il loro atteggiamento, per farli tornare indietro ad annunciare entusiasti il loro straordinario incontro con il Cristo risorto.
AUTORE: don Claudio Doglio
FONTE: Messalino “Amen” e Canale YouTube Teleradiopace TV
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