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don Claudio Doglio – Commento al Vangelo del 20 Ottobre 2024

Domenica 20 Ottobre 2024
Commento al brano del Vangelo di: Mc 10, 35-45

Il commento alle Letture della XXVIII Domenica del Tempo Ordinario – Anno B. A cura di don Claudio Doglio. Video e trascrizione (non rivista).

Trascrizione generata automaticamente da Youtube e rivista tramite IA.

Per la terza volta, nel racconto dell’evangelista Marco, Gesรน annuncia la propria imminente passione. Siamo a metร  del capitolo 10 e troviamo, in questa 2ยช Domenica del Tempo Ordinario, il terzo annuncio, a cui segue immediatamente un episodio di incomprensione, come era giร  capitato negli altri casi.

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Abbiamo giร  trovato due volte Gesรน annunciare l’imminente sua tragica morte, e i discepoli non capiscono, non accettano, non condividono. Pietro lo rimprovera, i discepoli discutono fra di loro chi sia il primo. In questo caso, Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo, si presentano a Gesรน e vogliono che Egli faccia quello che gli chiedono. “Che cosa volete?” chiedono. Vogliono i primi due posti: uno a destra e uno a sinistra, le due cariche principali. Aspirano a poltrone di governo, non sanno quello che chiedono.

Alla destra e alla sinistra di Gesรน, a Gerusalemme, non ci saranno due ministri importanti, ma due crocifissi insieme con Lui. Se sapessero di chi saranno quei posti, non avrebbero chiesto. E invece loro continuano a inseguire i loro sogni di gloria e usano Gesรน perchรฉ li realizzi.

Gesรน non concede loro quello che gli chiedono, ma li stimola ad un impegno: “Siete pronti a bere il calice che io bevo?” รˆ un’immagine tipicamente semitica, vuol dire affrontare la difficoltร . Bere il calice proposto dal Signore significa accettare quella dura realtร  di passare attraverso la sofferenza. รˆ il calice che Gesรน beve, cioรจ la sua passione, che Egli affronta con coraggio. “Voi siete disposti a soffrire con me?” Gli dicono: “Sรฌ, siamo disposti”.

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“Siete disposti a ricevere il battesimo che io ricevo?” Anche in questo caso dobbiamo stare attenti, perchรฉ battesimo non fa riferimento al sacramento, ma รจ una parola greca che vuol dire immersione. “Siete pronti a immergervi totalmente nella situazione, come faccio io?” L’immersione di Gesรน sarร  nella morte, appunto, la sua passione imminente. “Siete pronti a buttarvi dentro a capofitto?” “Sรฌ, siamo pronti.”

“Va bene, allora di affrontare la difficoltร  e di finirci dentro fino al collo, ve lo concedo, ma i posti sono quelli che ha fissato il Padre. Lasciate perdere, non รจ quello che deve importare. Non dovete pensare al comando, al potere, al controllo, alla superioritร .” Il modello รจ il Figlio dell’Uomo, che non รจ venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti, per la moltitudine. Lui, da solo, dร  la propria vita in riscatto dell’immensa quantitร  di esseri umani di tutti i tempi e di tutti i luoghi. รˆ venuto per dare la vita, e voi, se mi seguite, dovete avere questa mentalitร , ugualmente disposti a dare la vita.

Come abbiamo giร  trovato un’altra domenica, in parallelo con l’annuncio della passione di Gesรน, la prima lettura ci propone il canto del servo. Avevamo letto qualche versetto del capitolo 50 di Isaia, questa domenica ci sono proposti due versetti del capitolo 53, il grande quarto carme del servo. Lo leggiamo totalmente il Venerdรฌ Santo, il giorno in cui ricordiamo il dramma della passione di Gesรน. In questa domenica solo due versetti ci sono proposti, in cui si mostra il senso teologico di quello che รจ capitato: “Al Signore รจ piaciuto prostrarlo con dolori.”

Rientra nel misterioso progetto di Dio questa sofferenza, ma quando il servo offre se stesso in sacrificio di riparazione, vedrร  una discendenza, vivrร  a lungo. รˆ un’espressione paradossale, contraddittoria: quando perde la vita per gli altri, vivrร  a lungo, vedrร  una discendenza, avrร  tanti figli. Si compirร  per mezzo suo la volontร  del Signore. Dopo il suo intimo tormento, vedrร  la luce. Non รจ l’annuncio di un male evitato, ma di un superamento del male attraversato. Morirร , e proprio per questo vedrร  la luce. Dopo il tormento della passione, si sazierร  della conoscenza di Dio.

รˆ Dio stesso che sta parlando: “Il giusto, mio servo, renderร  giusti molti.” Notate la somiglianza con il detto di Gesรน: “Sono venuto per dare la vita in riscatto per molti.” Il giusto, mio servo, dice il Signore, giustificherร , renderร  giusti, farร  partecipi della giustizia di Dio, i molti, la moltitudine immensa dell’umanitร , perchรฉ egli si addossa le loro iniquitร .

“Donaci, Signore, il tuo amore, in te speriamo.” Con il Salmo 32, noi accettiamo il progetto di Dio, anche se strano e doloroso, sapendo che l’occhio del Signore รจ su chi lo teme, per liberarlo dalla morte. Come si รจ realizzato per Gesรน, si realizza per noi.

La lettera agli Ebrei ci propone il modello di Cristo sacerdote, che sa prendere in considerazione la nostra situazione, perchรฉ si รจ fatto solidale con noi. รˆ stato messo alla prova lui stesso in ogni cosa, come noi. Sa cosa vuol dire soffrire, c’รจ passato, e proprio per questa solidarietร  con la sofferenza dell’uomo, รจ divenuto sommo sacerdote misericordioso, solidale, comprensivo e degno di fede, accreditato e credibile, capace di tirarci fuori e di darci misericordia.

Accostiamoci al suo trono, sicuri di trovare grazia e di essere aiutati al momento opportuno. Non gli chiediamo che faccia quello che vogliamo noi, ci fidiamo di lui e ci lasciamo aiutare nel modo migliore che conosce lui.

AUTORE: don Claudio Doglio
FONTE: Messalino “Amen” e Canale YouTube Teleradiopace TV

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