


Subito dopo il capitolo delle parabole, Marco racconta lโepisodio della tempesta sedata, in cui gli apostoli hanno sperimentato la potenza divina di Gesรน. Nel linguaggio biblico infatti il mare evoca il mostro primordiale del caos e rappresenta il disordine, pericoloso e assolutamente non dominabile: per questo la tempesta notturna sul mare richiama il dramma dellโumanitร , turbata e minacciata dal male.
In mezzo al mare in burrasca, mentre gli apostoli sono agitati e indaffarati, Gesรน dorme. Il fatto storico ha pure un valore simbolico, richiamando lโimmagine, frequente nei salmi, con cui lโuomo esprime lโimpressione che Dio dorma. Di fronte ai drammi dellโumanitร , talvolta il Signore sembra assente o silenzioso, quasi addormentato.
Cosรฌ giudicano i discepoli: svegliano Gesรน e lo rimproverano. Lo cercano, perchรฉ si aspettano di essere salvati da lui: quindi confidano nella sua potenza. Eppure, dimostrano anche poca fede, perchรฉ lo ritengono distratto, non padrone della situazione e non impegnato in loro soccorso; hanno lโimpressione di dover fare tutto loro, mentre lui โdorme)). Gesรน sgrida il vento e ordina al mare di tacere come in un esorcismo. Con la semplice potenza della sua parola Gesรน sconfigge i โmostriโ del caos e crea una โgrande bonacciaโ.
Quel? evento diventa un prezioso spunto di catechesi: Marco sa che i cristiani di Roma sono in pericolo, sono come una barca in mezzo alla tempesta; ma su quella barca cโรจ anche Gesรน e la sua potenza, quindi perchรฉ avere tanta paura?
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