Tutti gli uomini si avvicinano a Dio nelle loro sofferenze; i cristiani invece stanno vicino a Dio nella sua sofferenza. È un cambiamento notevole quello che Gesù ha portato nella nostra vita. È naturale cercare un aiuto quando si è nel bisogno… anche i non credenti si appellano a qualche forza che possa tirarli fuori dal dolore.
Non è segno di grande fede: è religiosità istintiva avvicinarsi a Dio quando abbiamo bisogno. La novità, che Gesù ci ha insegnato, è quella di essere vicini a un Dio sofferente — non ad un Dio potente che fuori da ogni problema rimane sano, mentre tutti son malati, e “se la gode da Dio’) — ma un Dio che si fa uomo, partecipe della sofferenza degli uomini, subisce la condanna fino all’ultimo respiro, finché pensano che tutto sia finito.
Noi accompagniamo il Signore Gesù in questo tempo della sua Passione, ci facciamo vicini a lui, che si è fatto vicino a noi. Impariamo da lui ad affrontare le nostre sofferenze, a riconoscere il suo stile divino. Anche lui ha sperimentato P abbandono di Dio, ha sperimentato umanamente di essere solo di fronte all’angoscia, al dolore, al dramma della morte.
- Pubblicità -
Non è successo niente per evitargli la morte: Dio interviene nella nostra storia, ma in modo diverso da come ci immaginiamo noi. Non interviene per evitarci le sofferenze e la morte, ma è presente nella nostra sofferenza e nella nostra morte per aiutarci a viverla da cristiani, da discepoli di Cristo che sono convinti che la pietra tombale non sia la fine di tutto.
AUTORE: don Claudio Doglio
FONTE: Messalino “Amen” e Canale YouTube Teleradiopace TV
CANALE YOUTUBE