La chiamata di Dio è rivolta alla moltitudine degli esseri umani, ma purtroppo pochi la accolgono ed entrano nella schiera degli eletti… altro che si salvano tutti! Gesù ci mette in guardia da questa semplificazione.
Le tre parabole che stiamo ascoltando in queste domeniche insistono sul tema del rifiuto, e la vicenda degli invitati al banchetto di nozze, rielaborata da Matteo in chiave allegorica, vuole evocare il dramma della storia della salvezza: i profeti prima del Messia non furono accolti, Gesù in persona non fu accettato, e nemmeno gli apostoli vengono ricevuti.
È sempre la stessa drammatica storia di rifiuto. Dio però non si stanca di continuare ad invitarci e invita i suoi discepoli ad avere il coraggio di continuare a proporre l‘invito. La parabola allude alla distruzione di Gerusalemme nell’anno 70, a cui fa seguito l’apertura a tutti i popoli: perciò entrano cattivi e buoni.
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Il finale, parlando di un invitato senza l’abito di nozze, vuole esemplificare la condizione di quelli definiti ‘I cattivi” e presenta la figura tipica del cristiano incoerente: è entrato nella Chiesa, vive nella realtà cristiana ma non da redento, non ha l’abito.
In senso simbolico si allude al nuovo habitus, cioè al comportamento proprio di chi ha rivestito Cristo e ne ha assunto la stessa mentalità, il modo di pensare, di parlare, di agire. Non basta dunque entrare nella Chiesa per essere salvi, perché si può essere buttati fuori: Gesù ci mette in guardia dal pericolo di non essere salvati.
AUTORE: don Claudio Doglio
FONTE: Messalino “Amen” e Canale YouTube Teleradiopace TV
