don Claudio Doglio – Commento al Vangelo del 11 Giugno 2023

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Gli apostoli ascoltarono questo discorso la Pasqua precedente a quella della sua morte e risurrezione: Gesù era in Galilea presso il lago e, dopo avere dato da mangiare al popolo in modo straordinario, spiegò; “Sono io il pane da mangiare. Vi ho dato da mangiare un pane prodigioso per farvi capire che io nutro veramente ed è la mia carne e il mio sangue che dovete mangiare”.

Anche gli apostoli rimasero meravigliati, sicuramente si domandarono: “Ma che cosa vuol dire? Come è possibile una cosa del genere?”. Durante l’ultima cena capirono il progetto straordinario di Gesù: trasforma il pane e il vino — alimento base della cena pasquale ebraica — nel suo corpo e nel suo sangue, per continuare ad essere presente con la sua persona.

Carne e sangue appartengono al linguaggio propriamente biblico per indicare la concretezza di una persona: non l’idea di qualcuno, ma la realtà della sua persona, “in carne e ossa” diremmo noi, Gesù non pensava ad un rito semplicemente da ripetere, ma desiderava — e desidera — una profonda comunione personale con noi, per questo dice che vuole essere mangiato da noi: è un mendicante d’amore che chiede di essere amato, di essere preso, accolto, inserito dentro, assimilato. Fare la comunione allora non è un rito, ma lo stile della vita!

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È l’atteggiamento di chi assimila Gesù, di chi gli vuole bene come una persona realmente presente da accogliere, abbracciare, tenere con sé tutta la vita, nell’attesa dell’incontro finale nella pienezza della vita divina.

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AUTORE: don Claudio Doglio
FONTE: Messalino “Amen” e Canale YouTube Teleradiopace TV
✝️ Commento al brano del Vangelo di:  ✝ Gv 6,51-58 – Corpus Domini

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