All’inizio della nostra esperienza cristiana c’è una chiamata, con cui Dio Padre si è rivolto a ciascuno di noi: <Figlio!>. Uniti a Gesù, l’Unigenito Figlio di Dio, anche noi abbiamo la grazia di essere suoi figli; ma tale dono comporta un impegno: <Figlio, va’ a lavorare nella vigna>.
Non è un onere faticoso, ma un impegno personale nella relazione di affetto con il Signore. Nel linguaggio biblico la vigna è immagine della sposa amata, per cui lavorare nella vigna del Signore significa coltivare e custodire l’amicizia con lui. Non scoprire questa bellezza è una perdita, un danno, è il peccato, perché è la mancanza di sostanza nella nostra vita. I due figli della parabola ci mettono davanti a diverse reazioni e il narratore ci coinvolge con una domanda: <Che ve ne pare?>.
In modo provocatorio Gesù conclude affermando che i peccatori entrano nel regno prima delle autorità religiose, non perché sono peccatori, ma perché si convertono. Il fatto decisivo è il pentimento con un conseguente cambiamento. Ci sono persone che a un certo punto si rendono conto di avere sbagliato, provano dolore per il loro sbaglio e cambiano veramente vita.
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Ci sono altre persone invece che sono convinte di avere sempre fatto tutto bene, e non cambiano mai. Il rischio è che i mediocri restino mediocri tutta la vita, senza rendersi conto del male che fanno oppure trascurandolo come insignificante. Per credere al Signore bisogna pentirsi e aderire a lui con tutto il cuore, facendo davvero la sua volontà.
AUTORE: don Claudio Doglio
FONTE: Messalino “Amen” e Canale YouTube Teleradiopace TV