Esistono tante possibilità, tanti modi per relazionarci con Te, Gesù. Nel Vangelo di oggi ce ne viene presentata un’intera galleria. C’è quello della folla, profondamente ambiguo.
Se per loro Tu senti misericordia e li sfamerai con i cinque pani e i due pesci sulle rive del lago, quando sono le folle a prendere l’iniziativa, scattano i problemi. Non puoi più neppure mangiare in pace. Si mette nel mezzo, chi ha bisogno di Te non riesce a raggiungerti.
Fino ad arrivare alle grida che porteranno Barabba libero e Te in croce. Poi c’è il modo dei “Tuoi”, gruppo non meglio precisato – forse l’evangelista si è vergognato ed ha evitato di infierire sui discepoli che hai appena chiamato -. Questi travisano, ribaltano la situazione, cercano di gestirti. Forse con la scusa di salvarti, provano a manipolarti. Il terzo atteggiamento è quello degli scribi. È il travisamento radicale: sei in combutta con il capo dei demoni.
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Questo deve averti dato molto fastidio: alle folle e ai “Tuoi” non parli, ma per rispondere a loro formuli un ragionamento complesso in perfetto stile da maestro delle Scritture. Una prima affermazione fondamentale: Tu stai scacciando, stai danneggiando Satana. Se anche fossi d’accordo con lui, al pari di ciò che succede a un regno o di una casa in cui le parti sono scollegate, non solidali, lo stai facendo crollare.
Lui non ci guadagna, ci perde. Da qui parte il secondo passo: l’immagine dell’uomo forte. Che può essere depredato solo se prima viene legato. In Marco non è chiarissimo se questo “uomo forte” sia Tu o Satana. Nel brano parallelo di Matteo è più facile riconoscere Te in questi panni.
Il terzo passo dell’argomentazione è quello che più ha mandato in crisi generazioni di cristiani: il peccato di bestemmia contro lo Spirito Santo, che non potrà essere perdonato. Ma come? Non ci hanno insegnato quando ci preparavamo alla Prima Confessione che sei più grande, che vuoi e puoi perdonare tutti i peccati? Intanto “bestemmiare” – non solo lo Spirito, ma anche Te e tutti santi – non significa in sé dire delle robacce al vostro riguardo. Significa ribaltare il bene con il male.
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In un lungometraggio dedicato ai comandamenti un famoso regista polacco proponeva un’immagine della bestemmia legata al quotidiano di tutti noi. Nel Padre Nostro preghiamo “sia fatta la Tua volontà” ma poi di quella volontà di bene e di amore ci facciamo bellamente beffe. Incuriosisce però di questi versetti che sono rivolti ai “figli degli uomini”.
Certo, può essere un modo per dire “tutti”. Però nella Bibbia è un’espressione presente solo qui e in due altri passi: quando Dio scende a vedere la torre che questi stanno costruendo a Babele per salire al cielo con le loro mani. Nel libro di Giuditta quando si parla di chi si pone al di sopra di Dio per tentarlo e giudicarlo.
In sostanza la bestemmia contro lo Spirito è quella di chi si pone al Tuo posto. Non riconosce l’Amore e non si lascia amare. Non si può perdonare perché non le interessa esserlo – speriamo che sia una categoria vuota -.
A questo punto si ritorna sui “Tuoi”, che qui sono chiaramente i parenti. Ci perdonerete se non ci dilunghiamo su questa storia dei fratelli e delle sorelle. Personalmente non ci creerebbero problemi ma la tradizione della chiesa non ne testimonia le figure e le argomentazioni teologiche suggeriscono che non sia corretto leggere in questo senso.
Per cui intendiamo i familiari stretti. Ci sorprende l’apparente freddezza nei loro confronti. Forse per quelle dinamiche di manipolazione che sono ben presenti nelle relazioni familiari e da cui vuoi immunizzarci. Niente paura! La folla non preme più, si è seduta. C’è un ultimo passo, c’è ora una categoria che si relazione correttamente con Te.
Sono gli “artigiani” della volontà di Dio, coloro che collaborano al bene e alla salvezza. E di questi, indubbiamente, la prima è Maria, la Tua Madre. “Madre” per motivi di fede, prima e più che di biologia.
don Claudio Bolognesi