Ci sono domeniche, ci sono brani del Vangelo in cui piรน forte del solito รจ la voglia di sedersi, di rileggere, magari di ascoltare, e tacere. La โmoltiplicazione dei pani e dei pesciโ… Ok, oggi tanti preferiscono chiamarla โdistribuzioneโ perchรฉ nel Vangelo il termine โmoltiplicareโ non cโรจ.
Ma se da cinque poveri pani dโorzo e due pesciolini sfami cinquemila persone e in piรน ne rimangono dodici ceste, vuole dire che quel che cโera รจ cresciuto. Altri propongono di chiamarla โcondivisioneโ perchรฉ uno dei significati evidenti รจ che si puรฒ affrontare la povertร , si puรฒ dare una risposta ad ogni fame senza necessariamente arrendersi ma facendosene carico e condividendo.
Comunque anche la parola โcondividereโ non cโรจ. Sullo sfondo del racconto invece cโรจ lโEsodo ed infatti veniamo informati che รจ quasi Pasqua. Tu, Gesรน attraversi il Tuo mare. LโEgitto da cui parti perรฒ รจ Gerusalemme. Il popolo che Ti segue ha visto dei โsegniโ. Non sono eclatanti, quelli che Mosรจ fece per il faraone.
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Sono i gesti che rivelano la Tua misericordia verso gli infermi. Il popolo non รจ numeroso come quello dellโEsodo. Scopriremo poi che sono cinquemila uomini, come un reparto scelto dellโesercito. Cโรจ una montagna, di cui non conosciamo il nome, ma che ricorda tanto il monte di Dio, lโOreb.
Sulle montagne di solito nella Bibbia si sale, o si cerca di salire, per accogliere la rivelazione di Dio. Di questo Tu non hai bisogno. Per cui ti siedi. Un gesto molto umano, tipico di chi ha fatto fatica. Noi che abbiamo giร letto il primo discorso del Vangelo di Matteo ci aspetteremmo un insegnamento. Invece Tu โalzi gli occhiโ sulla folla. Ma sei sul monte e la folla รจ ai Tuoi piedi. Eppure il gesto di sfamarla che stai per compiere e di cui sei consapevole – il vangelo ci tiene ad informarcene – si puรฒ compiere solo partendo dal basso, dalla prospettiva dei servi.
Quello che succede poi, rivela una gradualitร educativa tratteggiata quasi come in un fumetto. Primo riquadro: la Tua provocazione. – Dove compreremo il pane? – Ti mostra fedele alla pedagogia rabbinica in cui il maestro fa domande agli studenti perchรฉ arrivino da soli alla risposta. Secondo riquadro: la risposta di Filippo.
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Per molti รจ pilatesca, ma forse รจ solo un primo tassello, realistico e necessario: non dico che non si puรฒ, ma serviranno piรน di duecento denari. Ora serve una risposta non da tecnici ma da discepoli ed interviene Andrea – anche Filippo lo รจ, ma non รจ qualificato come tale -. Si fa il conto di quello che cโรจ, e non รจ neppure nostro: la merenda di un ragazzo, cinque pani dโorzo e due pesciolini appunto. A questo punto il racconto – se possibile – diventa piรน solenne.
Il Tuo ordine: – fateli sedere/sdraiare – rimanda al gesto di chi mangia da uomo libero. La notazione – cโera molta erba -, un sogno per gli Ebrei, al luogo, i pascoli su cui il buon pastore guida il suo gregge. Sono in cinquemila e tutti i vangeli ci tengono a raccontarlo. Il racconto si eucaristicizza – sarร ancor piรน evidente tra qualche capitolo, durante la Cena, quando Giovanni non ci racconterร lโistituzione dellโEucarestia -.
Ma i verbi delย โprendere il paneโ, โrendere grazieโ e โdistribuireโ sono terreno di caccia fecondo per i liturgisti. Rimane la scena della raccolta di ciรฒ che rimane, che va a riempire le dodici ceste. Una sovrabbondanza pronta a nutrire il nuovo Tuo popolo. SantโAgostino cโinsegna a non meravigliarci di fronte a questo segno, se non ci meravigliamo di fronte al Dio che ogni giorno dona vita a tutto lโuniverso.
I Tuoi contemporanei – e anche noi se fossimo stati lรฌ – capiscono invece solo che sei il profeta-re perfetto. Lo sapevi che sarebbe finita cosรฌ, ma lโhai voluto-dovuto fare lo stesso. Ma non sei ancora pronto per essere fatto re. Il Tuo trono, la croce รจ ancora nella bottega del falegname. ร tempo di ritirarti sulla montagna, tra te e Te.
don Claudio Bolognesi