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don Claudio Bolognesi – Commento al Vangelo del 26 Gennaio 2025

Domenica 26 Gennaio 2025 - III DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO C
Commento al brano del Vangelo di: Lc 1,1-4;4,14-21

Luca e la Profezia di Isaia: Libertà, Vista e Misericordia nel Vangelo

All’evangelista Luca la profezia contenuta nel brano di Isaia (Is 61,1-2) decisamente piace. Tant’è che ritornerà tra qualche capitolo quando il Battista manderà due suoi discepoli  da Te, Gesù per chiederti di fatto se sei Tu il Messia. La Tua risposta saranno le opere che compi, adempiendo appunto a questa profezia. Sia là che qui però la rimaneggia un po’: la differenza più grande è che omette “fasciare le piaghe dei cuori spezzati” ma aggiunge recuperare “ai ciechi la vista” e “rimettere in libertà gli oppressi”. Perché? 

Il Vangelo è iniziato in modo molto solenne, con tanto di paroloni che ricorrono solo qui in tutta la Bibbia. Luca ci ha messo tutto il suo impegno, un po’ come noi nel compito in classe della maturità. Ci ha detto che “molti” hanno preso a mettere in fila gli eventi, le cose che sono avvenute in mezzo – o meglio: semplicemente “in” – noi. Impariamo allora qualcosa che non sappiamo: ci sono altri racconti, molti altri racconti di queste cose. Per noi è ovvio, che ci siano quattro vangeli ce lo ha ripetuto già la nostra catechista di terza elementare. Ma qui è la prima volta che si dice ufficialmente. E poi probabilmente quando il vangelo di Luca fu scritto esistevano già solo quelli di Matteo e di Marco, che non sono propriamente “molti”. 

Chi di voi ha approfondito un po’ queste cose avrà sentito parlare dei vangeli apocrifi, che non sono stati riconosciuti come ispirati dalla chiesa. In generale però sono posteriori, per quanto ci è dato sapere. Inoltre il fatto che esistano altre narrazioni non giustifica il fatto che se ne debba creare un’ulteriore. Se non per motivo di esattezza – da qui forse l’accenno ai “testimoni oculari” fin dal principio, che divennero “ministri”, servitori della Parola. Questo farebbe pensare che già da subito circolassero racconti leggendari su di Te, Gesù. 

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Luca rincara la dose, ha fatto bene il suo compito: ha compiuto “ricerche accurate” su ogni cosa fin dagli inizi e ne ha scritto un racconto ordinato. Non ci soffermiamo su ipotetici fini polemici verso quanto scritto da altri, che forse  sono esistono. Quello che ci viene presentato è una realtà “sinfonica” che ha bisogno di essere raccontata a più voci. Che il Vangelo per Luca non è semplicemente il racconto della storia di Gesù, ma racconta gli avvenimenti compiuti “in noi”. Parla di un cammino spirituale interiore, che dobbiamo fare insieme. 

Non è però una grande parabola, non riporta fatti inventati, ma testimonianze oculari. Non sono neppure fatti soggetti alla valutazione privata, si parla di servitori della Parola, di gente che non ne è padrona. Tutte queste cose hanno bisogno di essere ordinate per dimostrare la sicurezza di ciò su cui “Teofilo” – colui che ama Dio, forse ciascuno di noi – è stato “catechizzato”. Seguono i tre capitoli che vanno dall’annunciazione a Zaccaria fino alla comparsa del Battista, al Tuo Battesimo e alla Tua genealogia. 

La prima cosa che fai è andare, pieno di Spirito Santo, nel deserto. Poi, sempre nello stesso Spirito arrivi a Nazareth e applichi a Te stesso questa profezia di Isaia 61. Come a dire che bisogna partire di lì: da ciò che di grande e di bello la fede ci ha portato a sperare. E che di questo Luca è interessato soprattutto per quanto riguarda la libertà. Che è poi ciò che viene annunciato nell’anno di grazia del Signore. 

Perché allora Luca omette i cuori spezzati e insiste sulla vista e sulla libertà? Forse perché senza libertà e senza vista non ci accorgiamo di Te. 

E portare la misericordia di Dio ai cuori spezzati sarà il tema di ogni pagina del Vangelo.

don Claudio Bolognesi

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