Il Vangelo che la liturgia questa mattina ci propone, che ci aiuta a celebrare la solennitร della Pentecoste, รจ la parte finale del capitolo quindicesimo del vangelo di Giovanni e la parte iniziale del capitolo sedicesimo. A cui perรฒ sono stati tolti i primi undici versetti. Premetto che non amo molto questi ritagli. Capisco il criterio: รจ un vangelo complesso e diventerebbe ancor piรน complicato ascoltarlo e commentarlo in un’omelia. Ne approfitto per puntualizzare una cosa che non ho detto in questi commenti nelle settimane precedenti. I miei interventi non sono delle catechesi nรฉ delle piccole conferenze teologiche. Non sono finalizzate a spiegare cosa sia lo Spirito Santo (ad esempio quella di oggi). Nรฉ sono omelie. Cioรจ la parte dell’attualizzazione, del dire cosa c’entri la Parola di Dio oggi con la nostra vita, manca. Anche se alcuni agganci probabilmente ci sono e rimarranno…
Cosa c’entra con la vita lo trovate poi se volete seguire quella che รจ la registrazione dell’omelia domenicale. Questi sono semplicemente commenti al Vangelo. Sono il tentativo di leggere e di capire. Qui ci parla dello Spirito Santo. Essendo Pentecoste la lettura รจ scelta per quello. Nel vangelo di Giovanni lo Spirito Santo รจ il dono di Cristo in croce. Nel momento in cui Gesรน lascia questa nostra esistenza dona il suo Spirito che รจ anche Spirito del Padre. Di questo Spirito, Gesรน ha parlato nel lungo discorso dei capitoli 13-17, il “discorso sacerdotale” da cui รจ estrapolato il brano di questa domenica. Nella prima parte del nostro brano si dice che lo Spirito verrร . Viene definito lo Spirito Paraclito – il termine significa “avvocato difensore”, colui che parla nostro favore. Viene detto “lo Spirito che รจ mandato da Gesรน” ed รจ detto lo Spirito della veritร che vieneย dal Padre. Questa doppia provenienza porta ad una discussione che i teologi conoscono bene: cosa significhi che lo Spirito viene dal Padre “e” dal Figlio. Rimandiamo questa discussione ad altre riflessioni. Qui si dice che lo Spirito darร testimonianza. Ma al termine si dice anche che questa testimonianza verrร data anche da noi, da coloro che sono davanti a Gesรน. Coloro che ascoltano e che sono con lui fin dal principio.ย
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La prima domanda che ci viene a questo punto รจ: ma allora ci si riferisce solo agli apostoli? Perchรฉ sono loro che sono con Gesรน fin dal principio. Il termine “principio” รจ un termine pesante nel vangelo. Si applica ad esempio alle nozze di Cana nel momento in cui Gesรน si rivela come lo sposo promesso, fedele. Si dice che in quel momento si dร inizio ai segni, alla manifestazione della gloria. Ma il termine “inizio” รจ anche tra le prime parole del vangelo di Giovanni. In cui si dice che all’inizio il Logos, il Verbo era presso Dio. Questo รจ un rimando al racconto della Genesi dove si racconta che all’inizio della creazione del cielo della terra, la creazione era informe e vuota e lo Spirito di Dio aleggiava sulle acque. Probabilmente allora questo inizio piรน che temporale รจ qualitativo, intensivo. Cioรจ si dice che cosรฌ come lo Spirito รจ da sempre con Dio, in Dio e quindi รจ Dio, allo stesso modo la creazione nel momento in cui viene pensata, viene pensata con noi che possiamo dare testimonianza. In questo senso il dare testimonianza diventa forse l’attivitร piรน grande e piรน meravigliosa che ci รจ concessa.
Nella seconda parte del Vangelo dopo la parte mancante in cui si si raccontano le persecuzioni e anche il fatto che lo Spirito illumina e convince il mondo riguarda al peccato, alla giustizia e al giudizio, Gesรน dice che ha molte cose da dire. Ma di queste cose non possiamo portare il peso. Dice che lo Spirito, che viene definito Spirito della veritร riprendendo la formulazione che abbiamo giร incontrato, ci guiderร alla veritร tutta intera. E termina dicendo che lo Spirito glorificherร Gesรน perchรฉ prenderร del suo e ce lo annuncerร . Ciรฒ che รจ suo รจ anche del Padre. Ciรฒ che รจ del Padre รจ suo. Tutto questo ci verrร annunciato.ย
Vorrei fermarmi perรฒ alla formulazione centrale laddove si dice che lo Spirito ci guiderร a tutta la veritร . Poi si specifica: perchรฉ non parlerร da se stesso, perchรฉ dirร tutto ciรฒ che avrร udito e annuncerร le cose future.
Il tema della veritร “tutta intera” e affascinante. ร stato accolto e recepito in tanti modi diversi. Il mondo medievale aveva un ideale universalista. Cioรจ sognava il saggio, sapiente, capace di essere esperto in tutto. Le epoche successive e la nostra soprattutto conoscono invece una super specializzazione. Dal punto di vista per esempio della conoscenza scientifica. ร impossibile sapere tutto di tutto. Ma conosciamo anche una super relativizzazione. Non esiste piรน “una” veritร . Esistono tante veritร . Questo da certo punto di vista รจ meraviglioso perchรฉ รจ estremamente rispettoso. Pensate oggi ad esempio alla definizione di “famiglia”. Se diciamo famiglia, i nostri nonni pensano a una cosa. Ed รจ un’unica cosa: babbo, mamma, nonni e figli. Se chiedete oggi a un ragazzo delle scuole superiori cosa รจ “famiglia” vi racconterร un sacco di situazioni diverse. Famiglia รจ anche la signora col suo cagnolino. E non stiamo scherzando, c’รจ il massimo rispetto. Questa cosa รจ anche meravigliosa. Chiaro che ci scombussola. Perchรฉ siamo frammentati in duemila situazioni diverse. Che poi non sono duemila, sono quante siamo noi. Anche noi stessi poi abbiamo tanti punti di vista. Quindi questa meravigliosa diversitร spesso si confonde. In questa meravigliosa diversitร i tanti punti di vista che devono essere rispettati. Le persone che li portano avanti devono essere rispettate. Ma a volte dobbiamo avere coraggio di dire che alcuni punti di vista sono sbagliati. Pensate alla situazione di chi si rifiuta di curarsi perchรฉ รจ seguace di dottrine non scientifiche. Allora di fronte abbiamo la possibilitร di avere un’unica veritร monolitica, e questa รจ una cosa che la Bibbia rifiuta. ร la torre di Babele. Gli uomini parlavano tutti la stessa lingua e si erano organizzati per fare una torre che toccasse il cielo. Per diventare loro, Dio. Vengono dispersi in migliaia di di lingue diverse. Vuol dire che la diversitร รจ volontร di Dio. Dall’altra parte c’รจ il problema che questa meravigliosa differenza diventa conflitto. Diventa non comunicabilitร . ร la filosofia del linguaggio moderno che ci fa dire: io parlo ma non so cosa voi capite. Non so neanche “se” voi capiate. Quindi forse alla fine รจ tutto inutile.ย
Di fronte a tutto questo il Vangelo ci dice che lo Spirito riesce a ricostruire una via nuova. La via della veritร tutta intera. Che non significa nรฉ avere tutti la stessa idea, nรฉ significa avere una testa talmente grande, un computer talmente immenso da poter tenere dentro tutte le conoscenze. Ma significa cosa? Ci sono queste tre strade. La prima รจ riuscire ad accogliere quanto c’รจ donato. Quindi un cammino comunionale. Accogliere chi รจ venuto prima di noi, a partire dal Signore. Accogliere ciรฒ che lui ci ha portato. Nel vangelo Gesรน dice che lui ci ha rivelato tutto ciรฒ che il Padre ha fatto conoscere a lui. Lui l’ha fatto conoscere a noi. Quindi accogliere quello che รจ la testimonianza di chi, in comunione, ci tramanda qualcosa. Il secondo passo รจ un qualche cosa che รจ un “tutto”. Che non ha aree segrete. Le aree segrete sono i luoghi di potere. Ciรฒ che io so e voi non sapete, se รจ qualcosa di importante mi mette su un piedistallo rispetto a voi. Ecco questo non c’รจ. L’ultimo passo รจ “vi annuncerร le cose future”. Cioรจ questa veritร tutta intera รจ una veritร collocata dentro la storia con un passato, con una trasparenza. ร al servizio, non รจ una veritร che vuole essere potere. Ed รจ una veritร che apre la mente a una prospettiva. La prospettiva futura. La prospettiva del Regno che viene.
Mi fermo qui. ร chiaro che questo tema probabilmente sarebbe da sviluppare in modo molto piรน approfondito. Lasciamo che risuoni dentro di noi. Se qualcuno vuole collaborare lo puรฒ fare anche nei commenti che รจ possibile mettere su Youtube…ย
Ecco viviamo la Pentecoste. Accogliamo questo vangelo e chiediamo che lo Spirito ci guidi a questa veritร . Questa veritร tutta intera.
Buona Pentecoste.