Ci sono giorni in cui è tempo che ci alziamo e veniamo con te, Maria, “verso i monti”. Erano il luogo di rifugio per gli Ebrei nei tempi duri, durante le invasioni. Erano anche il luogo da cui ci si aspettava un aiuto, ci si immaginava l’arrivo dell’Amato. “Alzarsi” è sempre un verbo che parla di resurrezione. Fa pensare a periodi di fatica, di sgomento a cui ad un certo punto reagiamo.
È lecito pensare che ci fossero stati per te giorni duri, di sconcerto, in cui era necessario ritrovare la speranza? Il Vangelo della IV domenica di Avvento ci racconta di come il Natale rappresenti un ribaltamento di tutto questo. Tu, Maria, forse cerchi un aiuto ma scopri che quell’aiuto è già in te. È già un aiuto grande il “grazie”, l’abbraccio di chi ci racconta di quanto noi siamo un dono, portiamo gioia e speranza. Il tuo essere dono era ancora più grande, grazie al frutto del tuo grembo.
Le città di Giuda erano i luoghi in cui si facevano i conti con la vita vera, non quella delle capitali. Era dove ci si scontrava con l’infedeltà religiosa pratica, con il disinteresse quotidiano. Erano anche il posto dove era più necessario annunciare speranza.
- Pubblicità -
Ecco, tu che cercavi aiuto ti trovi ad essere messaggera di gioia. Ecco che il grembo di Elisabetta, che si prepara a donare Giovanni, diventa invece la meta del dono dello Spirito. È la città nuova in cui si danza per festeggiare l’arrivo del Messia, dove gioire perché tu hai creduto.
don Claudio Bolognesi