Due movimenti. Il primo รจ sospetto: i due che โsi avvicinanoโ tra lโaltro sono pezzi grossi. Secondo alcune tradizioni anche Tuoi parenti, Giacomo e Giovanni. โVoglionoโ che Tu โfaccia quello che Ti chiederannoโ.
Ora… cโรจ qualcuno che ancora oggi di fronte a questa domanda sโindigna. Niente di nuovo. Hanno iniziato a farlo subito, gli altri, che erano presenti. Noi siamo ancora lรฌ a finire il lavoro. Ci sembra che possa esserci anche unโaltra reazione: la tenerezza.
Ma sรฌ, non vi sembra quello che fanno i bambini quando devono chiedere qualcosa di grande ai genitori: – … vero che lo farai quello che ti sto per chiedere? -. Anche lโuso sconsiderato del verbo โvolereโ ci fa tornare alla memoria la mamma, la nonna che ci ripetevano: – lโerba voglio… – e noi si finiva la frase. Abbiamo capito!
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Il secondo movimento รจ parallelo, simile, ma profondamente diverso. Tu โli chiami a Teโ. ร il verbo – meraviglioso – della chiamata vocazionale. Contiene non solo lโidea del venire, ma la meta e il senso di vicinanza: devono arrivare proprio vicini, come figli sulle Tue ginocchia.
Parti dalla loro esperienza: – voi sapete cosa fanno i capi: opprimono -. Cioรจ esercitano un potere che porta giรน gli altri. Fanno sรฌ che sentano di avere un padrone, uno piรน in alto. ร ciรฒ che vogliamo? No, di certo! Se fossimo sinceri dovremmo dire esattamente il contrario. Certo che รจ ciรฒ che vogliamo!
Tutti noi che abbiamo paura di valere di meno, di essere meno amati, meno degni del Tuo sguardo, della Tua amicizia, non vediamo lโora di rifarci sugli altri. Se perรฒ abbiamo fatto il percorso che ci porta vicino a Te, queste paure lasciano piano piano il posto al Tuo amore.
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Ora parli al presente, stai rivolgendoti a ciascuno di noi in questo esatto momento della nostra vita. Racconti unโevidenza, la realtร dei fatti. Non dai indicazioni nรฉ raccomandazioni: – tra voi non รจ cosรฌ -.
Non รจ un peccato voler essere grande, cercare di diventare i primi. La finta umiltร di chi si butta via รจ una trappola diabolica. La santitร รจ un desiderio di grandezza. Il problema รจ solo avere ben chiaro di quale โgrandezzaโ stiamo parlando.
ร quella di chi, invece di volere rendere gli altri piccoli, sceglie di fare quello che hai fatto Tu: di renderli โgrandiโ.
Segue una delle frasi centrali del Vangelo di Marco, ci vorrebbe una musica adatta e poi il silenzio. โE infattiโ – su queste parole che stai per dire si regge il Tuo annuncio, la Buona Notizia che porti – Tu sei venuto per servire, non per farti servire.
Non hai bisogno che Ti serviamo, sei giร grande di Tuo. Noi non aggiungeremo nulla. Sei Tu che aggiungi qualcosa, tanto, tutto, a noi. Vuoi che aggiungiamo, che ci facciamo crescere gli uni gli altri.
La parola โservoโ, diacono, รจ tra le piรน sacre del Vangelo. Viene utilizzata solo per descrivere Te e, curiosamente, lโanziana suocera di Simone che hai guarito allโinizio del Vangelo. E le donne che Ti piangono ai piedi della croce dopo averti seguito come discepole e servito, come ci tieni a ribadire.
Se a โgrandeโ viene associato โdiaconoโ – servo – a โprimoโ lโevangelista associa โdoulosโ – schiavo -. Una delle parole preferite di San Paolo. Servirร , รฉ il vangelo che usa il futuro, anche a descrivere noi.
don Claudio Bolognesi