Il significato dell’acqua e del vino nelle nozze di Cana: simboli di fede e gioia
Due parole ritornano insistentemente in questo Vangelo. Una รจ โvinoโ. Si ripete cinque volte. In Giovanni verrร citato solo unโaltra volta, raccontando ancora di Cana, e farร sei. Il Vangelo perรฒ ama il numero sette.
Questo vuole dire che ne manca una per fare cifra tonda. Diremmo che mancaย ย la piรน importante, ci aspettiamo che se ne parli al momento dellโistituzione dellโeucarestia, ma nel quarto vangelo non verrร raccontata. La seconda parola รจ โacquaโ che รจ ripetuta tre volte. Sarร una grande protagonista del Vangelo di Giovanni in cui ritornerร in tutto ben diciotto volte. Ma che senso hanno questi numeri? Forse nessuno. Dietro la redazione dei Vangeli perรฒ sta la mentalitร dei popoli antichi per cui i numeri – che poi allora erano lettere – aiutavano a ricordare i testi e svelavano significati nascosti.ย
Lโacqua รจ allโinizio della creazione di Dio. ร ovviamente base della vita, parliamo di un popolo che vive in terre ai margini di zone desertiche. Ma รจ anche minaccia, per un popolo che non รจ mai stato di navigatori. Nella tradizione biblica il mare รจ la casa del leviatano, โil drago che sta nel mareโ (Is 27,1). Nel vangelo di Giovanni gran parte del quarto capitolo sarร dedicato allโacqua viva. Il tema ritornerร fino ad arrivare allโacqua che Tu userai per lavare i piedi ai discepoli e a quella che sgorgherร dal Tuo costato sulla croce.
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Anche il vino ha tanti significati simbolici. Il primo รจ la gioia (Sal 104,15), la festa, i banchetti. Richiama allโamore degli sposi, alla venuta del Messia. Lโebrezza che dona perรฒ รจ pericolosa. Per questo ad esempio il sacerdote che entra nel santuario deve astenersene.
Nel nostro brano poi ci sono alcune particolaritร come lโintervento di Maria, che poi perรฒ sembra scompaia. Il termine con cui Tu la chiami โdonnaโ, al nostro orecchio suona duro. Lโaccenno alle sei anfore โdi pietraโ quando normalmente erano fatte di terracotta. Perchรฉ raccontarlo, perchรฉ contarle? Salta allโorecchio la solennitร , quasi liturgica con cui si racconta ciรฒ che succederร : su Tuo ordine le anfore vengono riempite fino allโorlo. Di nuovo su Tuo ordine si prende il vino. Tu dici di portarlo al maestro di tavola. Lui lo assaggia – ed รจ sottolineato che non sa โda doveโ viene, ma i servi sรฌ che lo sanno – e si rivolge allo sposo. Che salta fuori solo qui, cosรฌ come la sposa manca totalmente. A questo punto si dice di come il vino buono sia stato conservato fino ad ora. Quindi il Vangelo commenta che รจ lโinizio dei Tuoi โsegniโ, quei gesti che caratterizzeranno tutta la prima parte di Giovanni, fino al capitolo dodicesimo, poi si racconterร la Tua gloria che perรฒ manifesti sin da ora. Per cui i discepoli credono.
Il tutto non vi sembra un poโ esagerato? In un piccolo miracolo lietissimo, tra i piรน simpatici, il Vangelo nasconde profondi significati simbolici. Colui che offre il vino รจ lo Sposo, e sei Tu. La sposa non cโรจ, ma ci sono Maria – la โdonnaโ che ritroveremo sotto la croce, a cui siamo affidati – e i discepoli. Che raccolgono la sofferenza di un banchetto senza gioia, la presentano a Te con insistenza e credibilitร . Sono i servi che fanno ciรฒ che Tu dici loro e alla fine credono: la Sposa รจ la comunitร , la Chiesa. Nei recipienti di pietra ai tempi dellโesodo lโacqua si era trasformata in sangue. Era il secondo segno con cui richiamavi il faraone perchรฉ lasciasse libero il Tuo popolo. Qui i recipienti sono sei, ne manca uno a fare sette, alla pienezza. Lโacqua che trasformi nel sangue dellโuva, nel vino buono della festa rimanda al Tuo sangue versato per noi sulla croce. Ma non รจ ancora tempo del nuovo esodo, della Tua Pasqua. ร tempo perรฒ per credere.
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In tutto questo a noi cosa รจ chiesto? Come uomini e donne di mettercela lโacqua, fino allโorlo, di non lesinare in vita. E di offrirtela. Come discepoli dobbiamo fare ciรฒ che Tu dirai. Bisogna che siamo capaci di meraviglia per la gioia che ci doni. Che contempliamo e che crediamo.
don Claudio Bolognesi