La solennità dell’Assunzione di Maria cade quest’anno nella domenica centrale del mese di agosto. È una festa antica che ci viene tramandata dai nostri padri, che accoglie in sé una delle feste più amate dedicate alla Vergine. La festa che ricorda che Maria ora è nella gloria del cielo. Non ha dovuto attendere come attenderemo noi nel momento in cui verrà il nostro momento di morire. Lei è già in cielo.
Continua dopo il video
- Pubblicità -
Il vangelo che ci viene proposto questa mattina è quello del “Magnificat”. Se ci pensate è curiosa questa scelta perché è un vangelo molto distante dal momento della sua morte. Chiaramente non c’è nessun brano che riporti ciò che succede quando Maria muore. L’ultimo racconto che abbiamo che ci parla di lei è quello della Pentecoste. Quindi è una scelta teologica. Non parleremo qui del dogma dell’Assunzione, su questo trovate libri e tanto materiale anche in rete. Ci fermeremo un momento su questo vangelo. Poi ci chiederemo il perché di questa scelta.
Il vangelo presenta questa scena che conosciamo: Maria che va in fretta verso la casa di Elisabetta sua sua parente. Si dice che va nella regione montuosa e nel momento in cui arriva Elisabetta le fa festa, così come le fa festa il bambino che è nel suo grembo. È una scema carica di suggestioni veterotestamentarie. Perché la montagna è chiaramente il luogo dell’incontro con Dio non solo di Mosè ma anche di Abramo, nel momento in cui viene chiamato a sacrificare il figlio. Uno dei riferimenti che però a me piace di più è la montagna da cui viene l’Amato del Cantico dei Cantici e in cui si reca l’Amata per trovare il suo Amato.
I riferimenti di Elisabetta sono di varia natura però quello che esce con più forza è il fatto che lei e Giovanni nel suo grembo si relazionano a Maria come alla nuova Arca dell’Alleanza. Perché il bambino nel ventre della madre fa ciò che fece il re Davide: danza e gioisce. Anche le parole di Elisabetta ci mandano in questa direzione. A questo punto c’è la risposta di Maria. Posto che è una preghiera fra le più belle che tutti amiamo, la risposta di Maria di per sé è sorprendente. Perché Maria si sottrae, esce. Non nega ciò che le è stato detto da Elisabetta ma esce da questa dimensione. Non è più l’Arca dell’Alleanza. Per lo meno non è più l’Arca dell’Alleanza così come si aspetterebbe un bravo israelita. Cioè la gioia del suo popolo – questo sì – e un qualche cosa da venerare – questo no -.
Perché ad esempio Elisabetta dice a Maria: “beata colei che ha creduto”. Maria risponde: “gioisco, l’anima mia magnifica il Signore perché lui ha guardato”. E ha guardato “l’umiltà”. Elisabetta le dice: “brava, beata. Sei nella gioia perché hai creduto e Dio ti ha resa gloriosa”. Maria risponde “io gioisco perché Dio ha visto la mia piccolezza, e si è chinato su questa piccolezza”. Gioisco perché Dio ha fatto cose grandi. Non per ciò che sono io. Dopodiché c’è una serie di affermazioni molto belle. Di per sé però sono inesatte. Perché sì, certo è vero che Dio dispiega la potenza del suo braccio. Che disperde i superbi, che rovescia i potenti.
Però è anche vero che questo non è ancora successo. Allora che cosa fa Maria con queste parole? Lei raccoglie tutto il bene che c’è nella storia, quella storia che ha portato a lei e che per noi è facile dimenticare. È facile costruire una storia fatta di guerre, di battaglie. Fatta di pestilenze e carestie. Invece Maria ci racconta una storia fatta di intuizioni di giustizia, di scelte di bene. Allora ci potremo chiedere a questo punto perché ci viene proposto questo brano oggi 15 agosto festa dell’Assunta, dell’assunzione di Maria al cielo. Probabilmente proprio perché questo bene che Maria racconta, per quanto sia un bene vero, Maria lo racconta al passato, come già avvenuto, come già definitivo.
Questo può essere vero, sarà vero soltanto nel momento in cui Maria potrà arrivare Assunta in cielo a girarsi. A girarsi verso di noi, a girarsi verso la storia. Capite che ciò che Maria canta è la visione definitiva. È quello che sarà così, e sarà perfetto, soltanto nel momento in cui non solo lei ma anche tutti noi saremo raccolti nei cieli. Alla fine il significato di questa festività, di questa solennità è proprio questo: Maria assunta in cielo ci ricorda che quella è la nostra casa. Lei c’è. C’è come primizia e noi ci saremo. Dal momento in cui ci saremo ecco tutte queste affermazioni, tutte queste cose belle per le quali gioiamo ma ancora soffriamo, ecco quel giorno saranno per noi soltanto occasione di gioia. Buona festa dell’Assunta e buon ferragosto.