A volte ciò che dici è talmente chiaro che commentarlo ci sembra superfluo. Possiamo solo rendere nebuloso ciò che di per sé è limpido. Non è necessario neppure che ci sforziamo di capire qualcosa di nuovo. Potrebbe non esserci nulla da aggiungere a quanto già chiaro. Rimarrà invece sempre nuova la vita, il bisogno di confrontarci con la Tua parola nella novità di ogni giorno.
Qualche attenzione che ci sorprende, qualche passaggio di cui non ci eravamo mai accorti comunque c’è sempre. Ad esempio in questo brano il termine “insegnamento”. Sei nel tempio, hai già polemizzato sulla terminologia “Figlio di Davide” che Ti sta stretta. In realtà hai fatto molto di più: hai purificato il tempio – quindi la preghiera, la fede – dal rischio di farne un commercio che tiene lontani tutti i popoli.
Hai profetizzato sul fico sterile e sulla vigna in cui non solo non si dà frutto, ma si uccide il Figlio. Hai scansato l’equivoco che Ti vuole ridurre ad un re terreno e parlato chiaramente della resurrezione dei morti. Domenica scorsa hai indicato il comandamento più grande. Ti rimane solo il capitolo più buio – dopo quello della croce – in cui dirai della fine del tempo e del Tuo ritorno.
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Il Tuo insegnamento è riferito prima alla folla poi a “tutti”, anche a noi. Parli prima degli scribi e poi di una piccola donna – vedova, non necessariamente anziana ma sicuramente povera – che butta nel tesoro del tempio due spiccioli, la metà di un quadrante. La moneta più piccola conosciuta. Perché insisti e specifichi delle due schegge di rame, del soldo/quadrante, al limite della pedanteria?
Poco prima s’è detto che gli esperti della legge, che dovrebbero custodire i poveri, presi dal farsi vedere in prima fila, con lunghe vesti, intenti a recitare lunghe preghiere, divorano la sua casa. Lei diventa un po’ il simbolo del popolo, la sposa che ha perso il suo Sposo ed è caduta nelle grinfie dei pastori iniqui.
Eppure è capace di donare tutto quanto ha per vivere o, come si potrebbe tradurre, tutta quanta la sua vita.
Allora, come la suocera di Pietro e come le donne ai piedi della croce, capaci di servire, di fare ciò che Tu sei venuto a fare, questa vedova diventa immagine di Te. Che hai donato la Tua intera vita. Che, certamente, ha valore infinito, ma ai nostri occhi spesso sembra che non valga nulla.
Quelle due schegge di rame sono i chiodi che tengono ferma la Tua croce.Così anche noi saremo “non lontani” dal Tuo Regno.
don Claudio Bolognesi