don Carlo De Marchi – Commento al Vangelo di domenica 5 Luglio 2020

Il “luogo” dell’esistenza cristiana

Tra le promesse esplicite di Gesù ce n’è una particolarmente consolante: «Troverete ristoro per la vostra vita» (Mt 11, 29). Si tratta della risposta a uno dei nostri desideri più profondi, che spesso si trova alla base di una certa stanchezza e insoddisfazione che sentiamo senza capirne bene il motivo. A volte ci troviamo ad affrontare problemi grandi e drammatici, come è successo a molti nei tempi più acuti della pandemia o nell’attuale incertezza e instabilità che si respira dentro e intorno alle nostre case. Ma anche quando la situazione esterna non è così problematica, spesso abbiamo una sensazione di malessere e oppressione che si riassume in due frasi: “qui non sto bene” e “adesso non ho tempo”.

Qui, cioè a casa mia, nel mio attuale lavoro, in mezzo ai vincoli che mi tengono bloccato e mi impediscono di andare altrove, dove penso che vivrei meglio. E adesso, cioè prima di questa scadenza che mi angoscia, in questa stagione troppo calda, in questo periodo in cui non ho mai tempo per me e, quando finalmente lo trovo, mi viene mal di testa… «Non si è mai contenti dove si sta», dice il controllore al Piccolo Principe che si domanda dove vadano i passeggeri sui treni che sfrecciano senza sosta.

Gesù sembra rispondere proprio a questo bisogno che ognuno sente nel profondo del cuore, quando dice: «Venite a me voi tutti che siete stanchi e oppressi e io vi darò ristoro» (Mt 11, 28). Non siamo abituati a pensare che a Dio stia a cuore il nostro riposo, come se la vita secondo il Vangelo fosse «una sorta di “ginnastica” di santità, qualcosa che le persone normali non riescono a fare», come disse una volta Ratzinger, mettendo in luce il frequente malinteso legato alla parola “eroico”, come se Dio pretendesse dalle sue creature una prestazione impeccabile: «Virtù eroica propriamente non significa che uno ha fatto grandi cose da sé, ma che nella sua vita appaiono realtà che non ha fatto lui, perché lui è stato trasparente e disponibile per l’opera di Dio». […]

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A cura di don Carlo De Marchi


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