Una rilettura dellโopera di Guareschi, del quale si ricorderanno nel 2018 i 110 anni dalla nascita e i 50 anni dalla morte. A novembre 2015 papa Francesco ha citato don Camillo come modello di prete-pastore per il mondo di oggi.
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Prefazione
Se cโรจ uno scrittore di cui non potrei dimenticarmi mai, neppure se lo desiderassi, questi รจ Giovannino Guareschi. Lo vedo infatti ogni mattina, allโinizio della giornata di lavoro, presente in un enorme testone in bronzo che lo raffigura, e che incombe da dietro la scrivania dellโufficio che da qualche tempo occupo. Egli stesso lo fece fare, quel crapone che non ho ancora capito se piรน sorridente o piรน malinconico, per regalarlo poi a Baldassarre Molossi, il piรน grande dei tanti direttori che la Gazzetta di Parma, fondata nel 1735, ha avuto nel corso dei secoli. Un regalo che Guareschi fece per omaggiare un vero amico (Baldassarre Molossi fu uno dei poยญchissimi che andrร poi ai suoi funerali) e pure la Gazzetta, giornale in cui aveva mosso i suoi primi passi da formidabile cronista.
Ma la presenza di Giovannino non incombe solo per via di quel bronzo. Di fronte alla sede del giornale, che pure รจ in cittร , si aprono infatti dei campi, e dei filari di alberi, che portano alla Certosa, in un paesaggio cosรฌ simile a quella Bassa in cui Guareschi nacque, visse e oggi riposa. Cosรฌ, benchรฉ ci si trovi in cittร โ anzi, nel capoluogo; anzi ancora, nella capitale dellโantico Ducato โ si ha lโimpressione di trovarsi in campagna, e passegยญgiando in questa campagna pare a volte di scorgerlo, il fantasma di Giovannino: in camicia a quadri e fazzoletto al collo dโestate, quando il sole spacca le tempie; intabarrato dโinverno, quando la nebbia ti estranea dal tempo.
Ancor piรน, naturalmente, Guareschi รจ presente quando vai davยญvero nella sua Bassa, che poi รจ anche la Bassa di Verdi, del culatello e del lambrusco, dei tortelli dโerbetta e degli anolini. Guareschi รจ un figlio della Bassa, anzi Guareschi รจ la Bassa: e verrebbe da chiedersi che cosa possa cโentrare, uno come lui, con un Papa veยญnuto dalla fine del mondo, un argentino di origini piemontesi, un gesuita uso, come tutti i gesuiti, a essere โdotto con i dotti e semยญplice con i sempliciโ. Eppure, quando ha dovuto indicare ai preti un modello di prete, papa Francesco non ha avuto dubbi e ha fatto il nome di don Camillo, il piรน famoso dei personaggi partoriti dal genio ribelle di Guareschi.
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Si diceva che i gesuiti, con i semplici, sanno parlare da semplici: e in questo giร ci sarebbe una risposta al perchรฉ papa Francesco ha una predilezione per il pretone della Bassa. Don Camillo non รจ un azzeccagarbugli della teologia, non fa ricorso al latinorum per spiegarsi con i suoi fedeli: il suo รจ, appunto, il Vangelo dei semplici, che sono poi le creature piรน vicine alla fede.
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E tuttavia siamo convinti che il vero motivo per cui papa Franยญcesco cosรฌ tante volte cita ad esempio don Camillo sia soprattutto un altro. ร che don Camillo รจ nel senso letterale quello che una volta si chiamava โil curatoโ (termine ahimรจ scomparso) perchรฉ si prendeva cura delle pecore che gli erano state affidate. Curato e buon pastore, quindi.
Lo si vede bene in queste pagine scritte da Egidio Bandini, figlio anchโegli della Bassa e massimo conoscitore di Giovannino. Da tutti i racconti della saga di โMondo piccoloโ una cosa emerge con forza straripante: che don Camillo รจ il centro della vita del paese. Non solo della sua comunitร cristiana: del paese. Tutto quel che accade nel paese ruota attorno a don Camillo. Se il Grande Fiume esonda e invade le strade e le case, รจ don Camillo che resta a presiยญdiare il paese. Se i contadini scioperano e smettono di mungere le vacche, รจ don Camillo che va dagli agrari a implorarli di ascoltare le ragioni della povera gente; e quando si sente dire che ยซquelli sono comunistiยป, lui risponde che ยซsono comunisti per colpa del vostro egoismoยป, sentendosi infine dare (proprio lui!) del ยซprete bolscevicoยป. Quando riemergono le ruggini, gli odi e i rancori di una guerra civile appena finita, รจ don Camillo a portare la pace: magari anche con qualche cazzotto se occorre, ma la pace. Quando il figlio del comunista Peppone sta rischiando di morire, รจ sempre lui, don Camillo, ad andare a comprare i ceri per chiedere al suo Gesรน di intercedere per impedire la piรน grande delle ingiustizie, che รจ la morte di un bambino. Quando due giovani fidanzati minacciaยญno il suicidio perchรฉ le famiglie non permettono loro di sposarsi, รจ don Camillo a intervenire perchรฉ non si rinnovi la vergogna di don Rodrigo. Perfino quando i comunisti non hanno da mangiaยญre perchรฉ rifiutano il cibo del piano Marshall, รจ don Camillo che risolve tutto. E cosรฌ potremmo andare avanti allโinfinito.
Don Camillo รจ lโunico del paese al quale tutti si rivolgono per chiedere aiuto e consiglio, sostegno e conforto, perchรฉ รจ il segno vivo di una manzoniana Provvidenza. Non รจ il prete teologo e neppure il prete burocrate, detesta le scartoffie e ancor piรน detesta la carriera, tanto che quando lo fanno monsignore chiede e ottieยญne di tornare a prendersi cura delle sue anime. Di tutte le anime: credenti e no, anche perchรฉ sa bene che una distinzione del genere esiste solo (e forse) nelle statistiche, non nella realtร e tantomeno nelle coscienze.
E quale Papa, se non Francesco, ha dato piรน di tutti gli altri un simile chiaro messaggio? E cioรจ che non ci si mette la tonaca per assecondare le ambizioni del mondo? Che fare il prete vuole dire stare in mezzo alla gente? Che non si ama Dio se non si amano i propri fratelli, tutti i fratelli? Forse Albino Luciani, prima di lui, volle fare del Papa una sorta di parroco del mondo: ma ยซha sorriso solo trentatrรฉ giorniยป, come titolรฒ, in modo geniale, il Corriere della Sera il giorno dopo la sua morte.
Bergoglio e don Camillo spazzano via tutte le categorie di con- servatore/progressista (come non hanno capito nulla quelli che vedono in Francesco un โPapa di sinistraโโฆ) proprio perchรฉ non hanno altri riferimenti che il Vangelo, altro che destra o sinistra, e non hanno altro interlocutore che quel Crocifisso che di Guareschi fu la coscienza e la guida.
Don Camillo รจ contro il comunismo perchรฉ ne teme lโateismo teorico; ma ama i comunisti perchรฉ vede in loro, innanzitutto, dei fratelli. Non รจ per lโabolizione del capitalismo, ma si guarda bene dal frequentare i capitalisti; e se li frequenta, รจ per ammonirli a comprendere i bisogni dei poveri. Perchรฉ il Vangelo non dice ai poveri di fare la rivoluzione; dice ai ricchi di cambiare il cuore.
Questo รจ don Camillo e questo รจ Bergoglio. Pastori, innanzitutยญto: lontani dal potere e vicini al popolo. Il primo รจ oggi, purtroppo, piรน che mai un personaggio di fantasia. Il secondo รจ un Papa che vorrebbe tanti don Camillo nella realtร della sua Chiesa.
Chissร . Se un giorno Francesco andasse a far visita a quella Bassa che diventรฒ, grazie al genio di Giovannino, un palcoscenico universale sul quale andรฒ in scena il cuore dellโuomo: con le sue grandezze e le sue miserie, e con la misericordia che tutto ricrea. Chissร se potremo vedere, un giorno, papa Francesco a Roncole Verdi, dove Alberto Guareschi tiene viva la memoria nellโex ristoยญrante del babbo trasformato in museo, e dove Giovannino รจ sepolto a pochi metri dalla casa natale del Maestro. Chissร se questo Papa venuto dalla fine del mondo non venga un giorno a girare tra i campanili di questa Bassa, tra le chiese un tempo animate dai tanti don Camillo davvero esistiti, e oggi rimpianti. Sarebbe bellissimo.
4 luglio 2017
Michele Brambilla
Direttore della Gazzetta di Parma
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ยซIo sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie peยญcore conoscono me. Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono.ยป Cosรฌ leggiamo nel capitolo 10 del Vangelo di Giovanni, un passo che sta particolarmente a cuore a papa Francesco. E che il Papa conosca a menadito il Vangelo non sorprende. Per la veritร , non sorprende che lo conosca bene anche don Camillo, non fossโaltro perchรฉ รจ un sacerdote. Il fatto รจ che, a ben vedere, il Vangelo lo conosceva bene (e parecchio) anche Gioยญvannino Guareschi, lโautore di โMondo piccoloโ, la saga letteraria e cinematografica piรน famosa del โ900 italiano.
Famosa fin che si vuole, ma che, perรฒ, papa Bergoglio conoscesยญse bene gli scritti di Guareschi non era altrettanto scontato. Lo abbiamo scoperto, con un misto di meraviglia e compiacimento, quando il Pontefice, parlando a Firenze il 10 novembre 2015, ha detto: ยซLa Chiesa italiana ha grandi santi, il cui esempio possono aiutarla a vivere la fede con umiltร , disinteresse e letizia, da Franยญcesco dโAssisi a Filippo Neri. Ma pensiamo anche alla semplicitร di personaggi inventati come don Camillo che fa coppia con Peppone. Mi colpisce come nelle storie di Guareschi la preghiera di un buon parroco si unisca alla evidente vicinanza con la gente. Di sรฉ don Camillo diceva: โSono un povero prete di campagna che conosce i suoi parrocchiani uno per uno, li ama, che ne sa i dolori e le gioie, che soffre e sa ridere con loro.โ Vicinanza alla gente e preghiera sono la chiave per vivere un umanesimo cristiano popolare, umile, generoso, lieto. Se perdiamo questo contatto con il popolo fedele di Dio perdiamo in umanitร e non andiamo da nessuna parte.ยป
A questo punto, abbiamo la conferma autorevolissima che anche Giovannino Guareschi, lโinventore delle favole di don Camillo e Peppone, conoscesse bene il Vangelo. Ed รจ cosรฌ: in tutti i 346 racconti della serie dedicata al โMondo piccoloโ del pretone e del grosso sindaco della Bassa del Po, il Vangelo emerge prepotente, inconfondibile. Via unica per arrivare dove, alla fine, ambedue i protagonisti si ritrovano sempre, pur iniziando ogni volta il camยญmino da sponde diametralmente opposte: il bene del paese, della gente, del prossimo.
Un volume pubblicato alcuni anni or sono, dalla stessa casa editrice del libro che state leggendo ora, sโintitolava Don Camillo, il Vangelo dei semplici, ed รจ da questo Vangelo che escono i persoยญnaggi di Guareschi, a cominciare dal Cristo dellโaltar maggiore, la cui voce compone ogni discordia, rimproverando don Camillo se del caso, spronandolo a far meglio, ricordandogli che il suo Dio si รจ fatto mettere in croce anche per quella gente che il sacerdote stenta a riconoscere come appartenente al proprio gregge.
Lโaltro aspetto che, indubitabilmente, sorprende davvero nel โMondo piccoloโ creato da Guareschi, รจ lโassoluto realismo dei perยญsonaggi: altro motivo che, con ogni probabilitร , ha portato il Santo Padre a citare come esempio un sacerdote letterario, ma vero piรน del vero. Se papa Francesco รจ in โpresa direttaโ con la realtร , anche Giovannino Guareschi lo era e, come appare evidente nellโapprezยญzamento del Pontefice, lo rimane ancor oggi: soprattutto per quei valori eterni e immutabili personificati, magistralmente benchรฉ solo letterariamente, proprio da don Camillo e Peppone.
A questo punto, perรฒ, occorre precisare un fatto o, meglio, due fatti che lo stesso Guareschi teneva particolarmente a mettere in evidenza. E ce lo facciamo dire proprio da Giovannino: ยซOra non รจ che io mi dia arie del โcreatoreโ: mica dico di averli creati io. Io ho dato a essi una voce. Chi li ha creati รจ la Bassa. Io li ho inconยญtrati, li ho presi sottobraccio e li ho fatti camminare su e giรน per lโalfabeto.ยป E ancora: ยซUfficialmente don Camillo รจ nato a Milano il 28 dicembre 1946, nel numero 52 del settimanale Candido. In realtร , รจ nato il 1ยฐ maggio 1908, assieme a me. Don Camillo non รจ un personaggio creato dalla fantasia o trovato, giร bellโe fatto, nella vita reale. ร lโuna รจ lโaltra cosa: inventato e vero (โBisogna inventare il veroโ diceva Giuseppe Verdi), ed รจ qualcosa dโaltro ancora. Un noto giornalista comunista, col quale sostenni a Reggio Emilia, la sera del 4 ottobre 1951, un clamoroso match oratorio su Don Caยญmillo, al cospetto โ scrissero i giornali โ di circa ventimila persone, disse, a un certo punto: โAttenzione! Peppone non รจ un comunista: Peppone รจ Guareschi!โ Non sbagliava, ma per essere esatto avrebbe dovuto dire: Peppone, don Camillo e il Cristo sono Guareschi. Nellโintroduzione al primo volume di โMondo piccoloโ, io scrissi: se i preti si sentono offesi per via di don Camillo, padronissimi di rompermi un candelotto in testa; se i comunisti si sentono offesi per via di Peppone, padronissimi di rompermi una stanga sulla schiena; ma se qualcun altro si sente offeso per via dei discorsi del Cristo, niente da fare: perchรฉ chi parla, nelle mie storie, non รจ il Cristo, ma il mio Cristo: cioรจ la voce della mia coscienza. Roba personale, affari interni miei.ยป
Dunque, conclude Giovannino in questa intervista rilasciata nel 1960 al settimanale Annabella, ยซdon Camillo e Peppone soยญno i personaggi che rendono pubblica la mia polemica interna. In ogni racconto, cโรจ uno stesso fatto visto da posizioni opposte, col tempestivo intervento della voce della coscienza e del buon senso che riconduce alla ragione gli avversari. In definitiva: una violenta lotta fra Guareschi e Guareschi, con lโintervento di Gua- reschi, che riconcilia i due avversari.ยป Ecco spiegato, dallo stesso autore, perchรฉ don Camillo, Peppone e il Crocifisso che parla si conoscono tanto bene lโun lโaltro e conoscono a memoria anche i caratteri, le personalitร , le debolezze, i pregi e i difetti dei rispettivi parrocchiani, cittadini amministrati, uomini e donne del โMondo piccoloโ e, di conseguenza, del Mondo grande. A testimoniarlo รจ proprio il fatto che, dopo milioni di lettori nei cinque continenti, anche papa Francesco abbia voluto prendere ad esempio il pretone guareschiano e, di conseguenza, il rivale-amico sindaco e il Cristo, per indicare la via alla Chiesa e ai cristiani, chiamati a vivere e testiยญmoniare la fede nel mondo: รจ la preghiera del ยซbuon parrocoยป don Camillo, unita alla ยซevidente vicinanza con la genteยป, che conduce, attraverso la profonda conoscenza reciproca a ยซvivere la fede con umiltร , disinteresse e letiziaยป. Esattamente quello che accade nel โMondo piccoloโ di Giovannino Guareschi, il cui ritratto sembra uscire, rinnovato, dalle parole del Papa.
Don Camillo in Vaticano
Giovannino Guareschi, a dire la veritร , ha avuto a che fare โ e direttamente, o quasi โ con altri due Pontefici. Il primo fu Pio XII, cui indirizzรฒ dalle pagine del suo Candido una lettera aperยญta, dai passaggi salienti fortemente indicativi sia dellโassoluta indipendenza di pensiero di Guareschi che della sua sconfinata, incrollabile fede.
Scriveva Giovannino: ยซIo accetto la Legge Divina non solo senza discuterla, ma senza neppure โragionarlaโ: perciรฒ tratto le cose grosso modo e affermo che la Divina Costituzione, per il fatto stesso che รจ divina, non puรฒ essere modificata dai mortali.ยป E ancora, ecco il suo โautoritrattoโ di scrittore e di uomo: ยซOgnuno รจ cristiano come Dio gli permette e non รจ da dire che il โDottore Angelicoโ Tommaso dโAquino fosse piรน o meno cristiano del โGiullare di Dioโ Francesco dโAssisi. Io non sono un dottore, io sono soltanto un giullare degli uomini.ยป E di piรน, rivolta ancora al Pontefice, arriva anche una descrizione di come Guareschi vedeva sรฉ stesso, nei confronti dei โbenpensantiโ cattolici e dellโimpronยญtitudine che sentiva di dimostrare, rivolgendosi al Santo Padre dalle pagine di un giornale satirico: ยซProbabilmente, vedendomi rivolgere la parola a Vostra Santitร , qualche stakanovista dellโacยญquasantiera griderร allo scandalo, dimenticando che se anche la donnetta di facili costumi puรฒ parlare direttamente a Dio, non cโรจ niente di scandaloso che un uomo di costumi difficili si rivolga al Vicario di Dio.ยป
A questo punto, vien da chiedersi: e se al posto di Pio XII ci fosse stato Francesco? Come e cosa gli avrebbe scritto Giovannino Gua- reschi? O piuttosto gli avrebbe, forse, telefonato? Piรน probabilmenยญte, conoscendo il papร di don Camillo e papa Bergoglio, sarebbe andata a finire con un incontro, magari a Santa Marta. Per parlare dei giullari di Dio e degli uomini, del modo in cui rivolgersi, come hanno fatto in tantissimi, al Papa come fosse un amico di nome Francesco, talmente amico di Gesรน da poter parlare a ogni uomo come farebbe il Crocifisso dellโaltar maggiore con don Camillo: usando la voce della coscienza, della fede, della provvidenza, cui Giovannino si abbandonava, ogni qual volta ci fossero difficoltร grandi o piccole da superare.
Guareschi non incontrรฒ mai il Papa, ma un incontro proprio Pio XII lo ebbe con colui che, al cinema, interpretava don Camilยญlo: lโattore francese Fernandel, che venne invitato a un colloquio privato con papa Pacelli. Il Pontefice aveva visto il Don Camillo in una proiezione privata e cosรฌ Fernandel, con la figlia Janine, una domenica mattina arrivรฒ in Vaticano. Disse, poi, in unโintervista il celeberrimo attore francese: ยซDappertutto sacerdoti, giovani, anยญziani, vecchi. E di ogni colore, neri, violetti, rossi, scarlatti. E tutti che mi salutavano con grandi gesti, grandi sorrisi. Io ovviamente rendevo il saluto. E poi, dโun tratto, mi sono accorto che tutti queยญsti sacerdoti, anche di grado elevato, non mi salutavano come un estraneo. Mi riconoscevano. Dicevano โbuongiornoโ a un collega, in abiti civili ma pur sempre un collega.ยป Insomma, Fernandel era diventato don Camillo al punto che gli stessi sacerdoti lo riconoยญscevano come un vero prete e anche per strada e in abiti borghesi rimaneva comunque don Camillo, tanto da fargli confessare: ยซEro giร un attore piuttosto famoso, ma questa sottana ha moltiplicato la mia popolaritร . Non posso piรน mettere il naso fuori senza essere riconosciuto e accerchiato. Persino le suore mi chiedono lโautoยญgrafo!ยป Il merito di tutto ciรฒ? Ma proprio quel che papa Francesco ha implicitamente riconosciuto al prete di Guareschi: รจ talmente verosimile da risultare addirittura vero.
A raccontare come la gente vedesse in don Camillo un sacerdote a tutti gli affetti, รจ ancora Fernandel: ยซUn giorno, durante una pauยญsa delle riprese, sono andato a fare una passeggiata nella campagna intorno a Brescello senza togliermi la sottana di don Camillo. A un certo punto una bambina di sette-otto anni รจ venuta verso di me con una bambola in braccio. Si รจ inginocchiata davanti a me e mi ha chiesto di benedirla. Lโho fatta alzare spiegandole che non ero un vero prete ma un prete da cinema, un parroco da ridere insomma. Lei ha riflettuto un poโ poi: โAllora benedica la mia bambina.โ Le rispondo: โTi dico che non sono un vero sacerdoteโ e la piccola, con una logica stringente: โAnche la mia bambola non รจ una bambina vera!โยป E non basta, perchรฉ a un certo punto arriva una lettera a Fernandel, indirizzata semplicemente a โDon Camillo โ Italia!โ: ยซEra una lettera molto commovente โ ricorda lโattore โ scritta da due coniugi di Marsiglia, marito e moglie che avevano avuto il loro primogenito dopo ventโanni di matrimonio: โCaro don Camillo, siamo ormai vecchi e vorremmo che nostro figlio sia felice. Allora abbiamo pensato che voi potreste venire qui a battezzarlo. Non ne abbiamo ancora parlato col signor parroco, ma siamo sicuri che non farร problemi e che se lo battezzerete voi diventerร un buon cristiano e un uomo fortunato.โ Come spiegare a queste brave persone che don Camillo non esisteva? Ho scritto al loro parroco che ha detto loro che don Camillo non poteva lasciare la sua diocesi e che il giorno del battesimo avrebbe celebrato una Messa cantata per la felicitร del loro bambino. Il parroco poi mi ha scritto per dirmi comโera andata. E concludeva: โCi sono delle bugie che non sono peccato.โยป
Un catechismo secondo Guareschi?
Il secondo Pontefice con cui ebbe a che fare Giovannino fu Gioยญvanni XXIII. Angelo Roncalli, giร da nunzio apostolico in Francia, era lettore convinto delle favole di โMondo piccoloโ, al punto di fare omaggio al presidente della Repubblica francese Vincent Au- riol di un volume dei racconti guareschiani, dedicandoglielo per la sua distrazione e per il suo diletto spirituale. E non finisce qui, perchรฉ il 4 luglio 1959 Giorgio Pillon, direttore della redazione roยญmana di Candido, scrive a Guareschi: ยซSono stato ad Assisi da don Giovanni Rossi, alla Pro Civitate Christiana. Don Giovanni, che il giorno prima era stato dal Papa, trovรฒ modo di dirmi che, parlando con il Pontefice della necessitร di rinnovare e rimodernare i testi religiosi, si era lasciato scappare lโidea di domandare a Guareschi di scrivere una nuova, piรน moderna e piรน spigliata Dottrina Cristiaยญna. Il Pontefice non aveva affatto trovato troppo ardita una simile proposta. Ecco perchรฉ don Giovanni a mio mezzo ti domanda se trovi la proposta interessante. Una Dottrina Cristiana scritta da Guareschi verrebbe lanciata in tutto il mondo a milioni di copie. โNaturalmente โ mi ha detto โ noi forniremmo a Guareschi tutto il materiale e lโassistenza di cui egli avrebbe bisogno per questa opera.โ Don Giovanni, infine, mi ha detto che se tu accetti, egli รจ pronto a portarti dal Papa. Mi puoi far sapere qualcosa direttaยญmente o tramite Minardi.ยป
Quale fu la risposta di Giovannino lo dirร lo stesso Pillon, molti anni dopo, sul numero 5 de Il Fogliaccio, periodico del Club dei Ventitrรฉ: ยซFeci subito presente, per telefono, a Minardi la singolare proposta perchรฉ la comunicasse a Guareschi, ormai rintanato nel suo rifugio di Roncole (Giovannino si era ben guardato dal riยญspondere alla lettera di Pillon, ndr). Il giorno dopo ebbi la risposta: โGuareschi dice che sono matti tutti e due, papa Roncalli e don Giovanni Rossi.โ Raccontai questa straordinaria proposta a Indro Montanelli, che osservรฒ: โAl posto di Guareschi avrei accettato. Ti immagini le edizioni che avrebbe avuto la Dottrina Cristiana di Guareschi, tradotta in tutte le lingue del mondo?โ Un mese piรน tardi, durante una delle solite quotidiane โfisseโ telefoniche che avevo con Minardi, mi sentii dire: โOggi a pranzo con Guareschi il discorso รจ tornato sulla proposta di don Giovanni Rossi. Gua- reschi mi ha detto: Forse potrei anche accettare. Perรฒ io lascerei il testo della dottrina cristiana cosรฌ come noi lo abbiamo appreso in parrocchia. Aggiungerei un aforisma, un esempio, una storiellina, per illustrare il testo โ Un esempio: Chi รจ Dio? chiede il sacerdote. E il bambino risponde, a memoria: ร lโEssere Perfettissimo, Creatore del Cielo e della Terra. Subito dopo, ecco, io, Guareschi: Un giorno don Camilloโฆโ Tornai ad Assisi. Parlai con don Giovanni Rossi che accettรฒ entusiasta la proposta. Ma non seppi piรน nulla.ยป
Insomma, forse Giovannino avrebbe alla fine accettato, ma non di riscrivere il Catechismo: solo di aggiungere qualcosa di suo, qualche altra piccola storia di โMondo piccoloโ. Rimane da dire che monsignor Loris Capovilla, segretario particolare di Giovanni XXIII, ha sempre negato questi avvenimenti, ma รจ altrettanto vero che don Giovanni Rossi, intimo del Pontefice, rimaneva sempre solo con il Papa durante le visite in Vaticano. Papa Roncalli voleยญva ammodernare il catechismo? Lโuomo giusto era Guareschi? Ce lo dice lo stesso Giovannino-don Camillo: ยซIo non posso andare piรน in lร di Gesรน Cristo. Cristo parlava in modo semplice, chiaro. Cristo non era un intellettuale, non usava parole difficili, ma solo le umili e facili parole che tutti conoscono.ยป Le stesse parole del Papa Buono. E, ancora oggi, le stesse parole di Francesco. Allora, prendiamole a prestito, le parole del Santo Padre e vediamo come si rispecchino, attraverso il cuore e la penna di Guareschi, nelle parole e nei gesti di don Camillo, ma anche di Peppone, degli altri personaggi di โMondo piccoloโ e, soprattutto, di Giovannino.