don Antonio Spadaro โ€“ Il nuovo mondo di Francesco: Come il Vaticano sta cambiando il mondo

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ยซMarxistaยป o ยซpopulistaยป, ยซprofeticoยป o ยซrivoluzionarioยป: sono tante le possibili definizioni e letture dellโ€™operato di papa Bergoglio. Qualunque giudizio si esprima, รจ innegabile che la sua figura sia ormai quella di un leader in grado di esercitare unโ€™enorme influenza sulla politica internazionale. I suoi decisi โ€“ e spesso poco convenzionali โ€“
interventi nellโ€™intricato schema della geopolitica globale hanno cambiato il tono del dibattito, generando entusiasmo e stupore, oltre a numerose critiche.

E non potrebbe essere altrimenti. La diplomazia di Francesco รจ ben poco diplomatica perchรฉ รจ anche la risposta a unโ€™alternativa fondamentale: accettare una sorta di ยซglobalizzazione dellโ€™indifferenzaยป, con la fine imminente di un mondo che erige frontiere, governato da un potere che prosciuga le relazioni tra gli uomini e fa della guerra lโ€™unico arbitro della politica mondiale, oppure combattere i presagi di una nuova apocalisse costruendo ponti e forme alternative di azione, ispirate da criteri di accoglienza, inclusione, misericordia.

Antonio Spadaro, direttore della ยซCiviltร  Cattolicaยป, accanto ad autorevoli commentatori delle vicende politiche vaticane e non, ricostruisce le strategie attraverso cui Francesco e la sua ยซChiesa in uscitaยป stanno mutando radicalmente il confronto sugli equilibri mondiali. In un viaggio attraverso il Mediterraneo e lโ€™Europa, gli Stati Uniti, il vicino Oriente e lโ€™Africa, si raccontano le sfide di un cambiamento e di una discontinuitร  reale, e si delinea la rivoluzione di un Papa che contrappone una civiltร  dellโ€™incontro allโ€™inciviltร  dello scontro, inaugurando una nuova stagione di politica e diplomazia.

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Sfida allโ€™Apocalisse

Difficile giudicare quale sia lโ€™aggettivo piรน appropriato โ€“ e quale il meno โ€“ tra quelli che i commentatori hanno attribuito finora a papa Bergoglio e al suo ruolo nel campo della politica internazionale. La gamma si estende dal ยซrivoluzionarioยป stupito e ammirato di Eugenio Scalfari, fino alle numerose e poco bonarie definizioni di ยซmarxistaยป o ยซpopulistaยป. Per Francesco questo non sembra un problema e, con grande concretezza, lascia invece intendere quanto sia importante la diplomazia vaticana creando una nuova sezione โ€“ la terza โ€“ della segreteria di Stato dedicata ai nunzi, cioรจ ai rappresentanti diplomatici della Santa Sede nei paesi con i quali essa intrattiene regolari rapporti.

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La delibera con la quale il pontefice ha creato questa nuova sezione รจ contenuta in una lettera pontificia al segretario di Stato, il cardinale Pietro Parolin, scritta il 18 ottobre 2017, nella quale il papa esprime la convinzione di dover assicurare ยซun piรน sollecito accompagnamentoยป a quanti servono nel ruolo diplomatico della Santa Sede, dimostrando ยซlโ€™attenzione e la vicinanza del papaยป al personale del ruolo diplomatico.Quando Francesco interviene in prima persona nel dibattito della politica internazionale lo fa con forza e con modalitร  innovative che generano un senso di stupore. Per qualcuno vero sconcerto. Tempo fa ho avuto modo di porgli una domanda sui suoi progetti in ambito ecclesiale: ยซLei vuole fare la riforma della Chiesa?ยป, domandai. La sua risposta fu candida e diretta: ยซNoยป. E proseguรฌ: ยซVoglio solo mettere Cristo sempre piรน al centro della Chiesa. Poi sarร  Lui a fare le riforme necessarieยป. Anche nel contesto politico internazionale Francesco sta tentando di fare lo stesso: mettere Cristo al centro del mondo, in modo che sia Lui a fare le riforme che servono. Questโ€™affermazione recide ogni dubbio sul protagonismo di Bergoglio: egli non si sente nรฉ ยซmarxistaยป nรฉ ยซpopulistaยป. Francesco ha una precisa consapevolezza del suo compito, una consapevolezza bruciante sul ruolo del primato petrino. Il suo modo di vivere questo impegno si sintetizza nel gesto di accasciarsi la sera in cappella meditando sulla giornata, un momento in cui il potere papale si interroga, si umilia di fronte a Dio. Ma รจ proprio in questo gesto di umiltร , nel farsi da parte per lasciare a Cristo il centro della scena, che Bergoglio diventa davvero ยซrivoluzionarioยป. Questa parola โ€“ si faccia attenzione โ€“ assume per lui connotati specifici; la si fraintenderebbe intendendola nel senso in cui compare nei dizionari della politica e della diplomazia.Ripetiamolo: Francesco vuole mettere Cristo al centro del mondo. Ciรฒ che intende realizzare ha quindi unโ€™evidente radice spirituale e mira a favorire lโ€™opera di Dio nella storia. Questo di per sรฉ รจ rivoluzionario. ยซUn cristiano, se non รจ rivoluzionario, in questo tempo, non รจ cristiano!ยป, spiegรฒ nei primi mesi di pontificato. ยซDeve essere rivoluzionario per la grazia! Proprio la grazia che il Padre ci dร  attraverso Gesรน Cristo crocifisso, morto e risorto, fa di noi rivoluzionari, perchรฉ โ€“ e cito Benedetto XVI โ€“ โ€œรจ la piรน grande mutazione della storia dellโ€™umanitร โ€. Perchรฉ cambia il cuoreยป.In questo senso lโ€™attuale pontefice รจ davvero un leader politico mondiale, e la sua differenza rispetto agli altri personaggi in campo lo rende uno dei pochi leader credibili di cui lโ€™umanitร  disponga. Il suo pontificato รจ ยซprofeticoยป perchรฉ conferisce al movimento del tempo il suo rapporto a Dio, gli dร  un significato nella relazione con il trascendente; la sua rilevanza politica รจ indiscutibile โ€“ e di fatto indiscussa โ€“ ma troppo spesso incompresa nella profonda connessione tra politica e spiritualitร , appiattita dalla prospettiva ยซmondanaยป di cosa sia un leader e di quali siano le sue caratterizzazioni. รˆ a chiarire questi aspetti che dedicheremo le pagine che seguono.

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IL TEMPO PRIMA DELLA ยซFINEยป

Comโ€™รจ fatto, nella prospettiva di Bergoglio, il mondo in cui รจ necessario mettere Cristo al centro? E come si sviluppa la sua storia? Il dato fondamentale che il papato assume nel guardare alla politica internazionale รจ il conflitto; in questo senso il pontificato di Francesco รจ ยซdrammaticoยป perchรฉ sa di vivere in uno scontro che non puรฒ essere fermato in quanto dato costitutivo e ineliminabile della storia umana. Ma a questo scontro tra parti, tra fazioni, che si traduce sulla scena del mondo in guerre, morti, attentati, sopraffazioni e molto altro, se ne aggiunge un secondo, a costruire lโ€™inevitabile dimensione del conflitto che รจ parte del modus vivendi del cristiano.

Questa seconda drammaticitร  richiama santโ€™Ignazio di Loyola e i suoi Esercizi spirituali. Nella meditazione ยซsulle due bandiereยป (136-148), santโ€™Ignazio raffigura un campo di battaglia nel quale si confrontano ยซCristo, nostro sommo capitano e signoreยป e ยซLucifero, nemico mortale della nostra natura umanaยป. La vita cristiana รจ una lotta, insomma, parallela ma differente, collegata ma non identificabile, rispetto allo scontro che sconquassa la storia del mondo; le immagini di un papa nice, facile, simpatico, leggero, non hanno allora nulla a che fare con un Francesco che si gioca il suo ruolo nella consapevolezza della drammaticitร  del contesto. La sua bontร  che testimonia la misericordia di Dio รจ il frutto di un travaglio profondo e della coscienza di unโ€™umanitร  ferita.

Due scontri ineliminabili; due piani differenti su cui giocare il proprio ruolo politico-spirituale nel mondo; due realtร  che vanno legate ma non confuse per evitare non solo la catastrofe, ma per non rendere tale catastrofe allettante e seducente come ogni tentazione del Maligno.

Ecco la sfida che Francesco lancia allโ€™apocalisse; egli intende smontare la fascinazione per lo scontro finale dallโ€™amaro gusto religioso che oggi nutre la narrativa del terrore e alimenta lโ€™immaginario di jihadisti e di neo-crociati, mescolando pericolosamente lo scontro umano, terreno, storico, e quello trascendente tra Bene e Male. Dentro la narrativa tipica di questa prospettiva โ€“ tacendo il legame esistente tra capitale, profitto e vendita di armi โ€“ la guerra viene assimilata alle eroiche imprese di conquista del ยซDio degli esercitiยป. In una visione schizofrenica e manichea tesa tra bianco e nero, le armi possono combattere le minacce ai valori cristiani e attendere lโ€™imminente giustizia di un Armageddon, una resa dei conti finale tra Dio e Satana. In questo senso ogni ยซprocessoยป (di pace, di dialogo ecc.) frana davanti allโ€™impellenza della fine, della definitiva battaglia contro il nemico. E la comunitร  dei credenti, della fede (faith), diventa la comunitร  dei combattenti, della battaglia (fight).

Una simile lettura unidirezionale dei testi biblici puรฒ anestetizzare le coscienze o indurre a sostenere attivamente le situazioni piรน atroci e drammatiche che il mondo vive fuori dalle frontiere della propria ยซterra promessaยป. รˆ questa la dottrina che alimenta organizzazioni e network politici come lo statunitense Council for National Policy e il pensiero dei loro esponenti quali Steve Bannon, che รจ stato chief strategist della Casa Bianca nei primi mesi della presidenza di Donald Trump e sostenitore di una geopolitica apocalittica dello scontro finale, fatale e inevitabile. E non si deve dimenticare che la teopolitica propagandata dallโ€™ISIS si fonda sul medesimo culto di unโ€™apocalisse da affrettare quanto piรน possibile. Per questo inneggia alla morte con toni sacrificali, da scontro finale. Non รจ un caso che George W. Bush sia stato riconosciuto come un ยซgrande crociatoยป proprio da Osama bin Laden.

Lโ€™errore, o piรน spesso lโ€™inganno, รจ evidente: far combaciare perfettamente il conflitto tra le parti, tipico della storia umana, e quello tra Bene e Male, che percorre la dimensione trascendente. In questa direzione sembrano muoversi i movimenti identitari che nellโ€™Occidente e non solo stanno guadagnando consensi e potere. Per Francesco, perรฒ, il compito della Chiesa non รจ adattarsi alle dinamiche del mondo, della politica, della societร  per puntellarli e farli sopravvivere alla meno peggio: questo sarebbe ยซmondanitร ยป. Nรฉ per lui si tratta di schierarsi contro il mondo, la politica e la societร : il papa non si disinteressa al conflitto nella storia in vista di una fine che vinca la malattia del mondo, magari portandolo verso la sua autodistruzione.

La ยซdiplomaziaยป di Francesco รจ ben poco ยซdiplomaticaยป nel momento in cui si pone davanti a unโ€™alternativa fondamentale. La prima possibilitร  รจ quella di annunciare la fine imminente di questo ยซmondoยป e lavorare per quanto possibile ad affrettarne la conclusione. Cโ€™รจ chi, in maniera militante, fa leva proprio su questa accelerazione, che tende a costruire un ghetto di pochi ยซpuriยป contro gli ยซaltriยป. La seconda opzione รจ quella di essere ยซmuro di contenimentoยป, forza frenante, ultima difesa prima della catastrofe verso cui ci conduce il potere che domina nel sistema della globalizzazione selvaggia, che governa sregolando i rapporti, garantendo immunitร  e sicurezza solo al denaro, rendendo arbitra la guerra. Sfidare, insomma, quellโ€™apocalisse verso cui altri scelgono di indirizzare lโ€™intera umanitร .

Come si รจ detto, ora risulta ancora piรน chiaro come non sia il registro diplomatico in senso classico a poter fornire la chiave interpretativa della visione della politica mondiale di Francesco: il suo sguardo solleva la questione del ruolo globale del cattolicesimo nel contesto odierno e, se Francesco vuole trattenere il collasso, secondo il punto di vista della diplomazia dovrebbe far leva sulla legge, sul potere costituito, sulla mediazione tra Stato e Chiesa, sulle regole che permettono al sistema di sostenersi; se volesse invece accelerare i cieli nuovi e la terra nuova non avrebbe altra scelta che lavorare di piccone, di denuncia, di disarticolazione di ciรฒ che tiene in piedi il potere e dunque il mondo cosรฌ come si va configurando.

Da qui il conflitto delle interpretazioni. Chi attacca Francesco perchรฉ lo accusa di venire a patti con il ยซmondoยป e chi non lo ama perchรฉ piccona lโ€™establishment โ€“ sia mondano sia ecclesiastico, il che poi รจ lo stesso โ€“ snocciolando persino lโ€™elenco delle malattie dalle quali รจ affetto. Chi elogia il papa lo fa perchรฉ ne percepisce la sensibilitร  misericordiosa alla realtร  del mondo tanto potente da arrivare a sospendere persino il giudizio. E dโ€™altra parte Francesco dice che la corruzione ยซspuzzaยป e non usa mezze misure nella denuncia.

Di fronte a questa possibile confusione, cโ€™รจ un criterio profondamente spirituale che non bisogna mai perdere di vista. In esso sta la specificitร  dellโ€™approccio di Bergoglio e del ruolo della Santa Sede sulla scena politica internazionale. Il criterio รจ lo stesso che nei vangeli spinge Gesรน ad accogliere la peccatrice e a buttare per aria i banchetti dei commercianti davanti al tempio. Chi vedendo i due gesti li consideri contraddittori, per rigorismo o lassismo non comprende il Vangelo. Ma il criterio sotteso qui e nellโ€™azione di Bergoglio รจ lo stesso di Gesรน, di quel Gesรน che va messo al centro del mondo.

Possiamo quindi dire che occuparsi della politica internazionale di Francesco significa immergersi in una visione spirituale che si nutre di un profondo senso della catastrofe possibile e delle forze del male in azione, e nello stesso tempo di una fiducia unica nel mistero di Dio che porta ad accettare i piccoli passi, i processi, lโ€™autoritร  mondana, i colloqui, le trattative, i tempi lunghi, le mediazioni. Tutto ciรฒ, insomma, che serve al tentativo di evitare lo scontro โ€“ per quanto esso resti ineliminabile. Francesco non si impegna nel discernimento delle forze (partitiche, politiche, militari) con le quali allearsi e da sostenere per far trionfare il bene. Niente affatto. Egli confida nel futuro escatologico, confida in Dio solo. Ma รจ proprio questo che lo spinge a tentare ogni possibile sforzo per puntare allโ€™ยซintegrazioneยป, a ciรฒ che porta gli uomini sulla strada del bene, pur in mezzo alle tentazioni di questo mondo.

Questโ€™accettazione della conversazione diplomatica si fonda sulla certezza che non si dia a questo mondo lโ€™impero del bene โ€“ esattamente come non si realizza lโ€™impero del male. Il potere mondano รจ per questo definitivamente de-sacralizzato. Se chi fa il politico รจ chiamato a farsi ยซsantoยป proprio facendo il politico, operando per il bene comune, dโ€™altra parte nessun potere politico รจ ยซsacroยป e, parimenti, nessuno รจ il ยซcattivoยป, cioรจ lโ€™incarnazione del demonio. Per questo bisogna dialogare con tutti. E ciรฒ รจ scandaloso perchรฉ lascia aperta una porta (a volte davvero stretta, ma comunque aperta) anche nella situazione politicamente piรน problematica.

Lโ€™energia che porta Francesco a frenare la corsa del mondo verso il baratro, dunque, non lo spinge al compromesso con i poteri, ma lo obbliga a impegnarsi nel dialogo con essi. Questo รจ il punto piรน delicato del ragionamento, perchรฉ a volte la Chiesa intende che lโ€™unico modo di frenare la decadenza sia quello di allearsi con un partito che ne permetta la sopravvivenza come agenzia di senso. Bergoglio, invece, dialoga con ciascuno e con nessuno stringe alleanze.

In virtรน di questo atteggiamento Francesco si assume sotto il profilo diplomatico la responsabilitร  di posizioni rischiose e spesso criticate. I suoi detrattori lo accusano di ยซconfusioneยป, ma in realtร  questa parola รจ solamente un tentativo di imbrigliare la sua libertร  di movimento che non risponde esclusivamente a criteri di prudenza. Anzi, a volte la tradizionale cautela diplomatica cede il passo allโ€™esercizio della parresia, fatta di chiarezza e perfino di denuncia. Le prese di posizione contro il capitalismo finanziario speculativo, la memoria del ยซgenocidioยป armeno, lโ€™ulteriore formalizzazione dei rapporti con la Palestina: gli echi persistenti che ha generato sono quelli che provengono da una ยซvoce che grida nel desertoยป, per citare il profeta Isaia.

Gesรน โ€“ non Francesco โ€“ una volta posto al centro del mondo, ne sconvolge i piani. Ma in che forma? Cosa significa mettere Cristo al centro per Francesco? E come si sposa questo con il ruolo che egli gioca anche nei confronti di altre comunitร  religiose? Va rilevato che cโ€™รจ un senso in cui anche chi oggi spinge il mondo verso lโ€™apocalisse sostiene di ยซmettere Dio al centroยป, ed รจ esattamente questa la chiave di lettura in cui tali realtร  raccontano il proprio impegno e la propria missione, la quale in modo paradossale, come abbiamo visto, finisce per sostenere violenza, scontro, sopraffazione su chi รจ diverso.

Francesco ovviamente percorre una strada differente, ma offre una visione che non si distingue solo dalla narrativa neo-crociata e jihadista: nella sua radicalitร  costituisce una novitร  anche per la stessa Chiesa. Un ambasciatore di recente ha notato una caratterizzazione specifica che Bergoglio avrebbe introdotto nel discorso della politica vaticana: ยซIl linguaggio di Benedetto XVI era quello della modernitร  occidentale, che da una parte riconosceva il pluralismo delle visioni del mondo nella societร  contemporanea, dallโ€™altra denunciava la โ€œdittatura del relativismoโ€. Il linguaggio di Francesco รจ diverso: pur guardando in faccia le molte sfide della modernitร  culturale, al contempo considera prevalente il processo di polarizzazione sociale ed economico che si va dipanando su scala globale, con una progressione incalzante e unโ€™intensitร  crescenteยป.

Francesco, ed รจ un fatto, in virtรน di questo si propone come leader politico credibile anche che per chi non รจ cattolico, anche per chi non รจ cristiano. Anzi, egli lascia cadere la contrapposizione tra ยซlaicoยป e ยซcristianoยป intesi come categorie ideologiche, campi semantici e riferimenti astratti. Lo Spirito รจ incontenibile. Il pensiero ยซcristianoยป si oppone di per sรฉ al pensiero ยซlaicoยป solo se si รจ mutato in ideologia. Ma se diventa ideologia, allora non ha piรน nulla a che fare con Cristo.

Crollano cosรฌ tutte le contrapposizioni irrigidite dalla polvere dei tempi, anche quelle tra diverse prospettive religiose. La vera sapienza, ha detto Francesco parlando in Egitto, รจ ยซaperta e in movimento, umile e indagatrice al tempo stessoยป. Alla fine rimane una sola contrapposizione: o la ยซciviltร  dellโ€™incontroยป o lโ€™ยซinciviltร  dello scontroยป. E proprio di fronte a questa drammatica scelta, Francesco riafferma il ruolo delle religioni: ยซLa luce policromatica delle religioni ha illuminato questa terraยป, ha detto. Va notato che la policromia non contrappone i colori mettendoli in antitesi, ma li assume in una visione non conflittuale6. In fondo รจ questo il grande problema di oggi: si vive la diversitร  sempre in termini di conflitto.

Non si tratta di una nostra interpretazione. Ancora una volta il pontefice ha speso parole chiare in questo senso. Nel suo discorso per la pubblicazione del fascicolo numero 4000 de ยซLa Civiltร  Cattolicaยป ha affermato: ยซFate conoscere qual รจ il significato della โ€œciviltร โ€ cattolica, ma pure fate conoscere ai cattolici che Dio รจ al lavoro anche fuori dai confini della Chiesa, in ogni vera โ€œciviltร โ€, col soffio dello Spiritoยป. E poco prima, nello stesso discorso, aveva detto: ยซLa cultura viva tende ad aprire, a integrare, a moltiplicare, a condividere, a dialogare, a dare e a ricevere allโ€™interno di un popolo e con gli altri popoli con cui entra in rapportoยป. Non ci sono dubbi: la cultura per Bergoglio ha valore verbale. Solo i verbi la esprimono bene, non i sostantivi: aprire, integrare, moltiplicare, condividere, dialogare, dare e ricevere. Sette verbi flessibili al passato, presente e futuro. Sette verbi che possono indicare o invitare o esprimere un imperativo che muove allโ€™azione. E il primo รจ ยซaprireยป.

Se Francesco si pone sulla scena politica a contrasto di qualsiasi narrazione apocalittica, di qualsiasi ideologia dello scontro, di qualsiasi utilizzo strumentale delle religioni, lo fa in virtรน di una forza di cui si sente legittimato a fare uso ยซsconsideratoยป: รจ la sottolineatura della misericordia come attributo fondamentale di Dio che esprime questa esigenza radicalmente cristiana.

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CAMBIARE IL SENSO DELLA STORIA

Nel gennaio 2016 il papa tenne un discorso al corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede. Si stava aprendo lโ€™anno che sarebbe stato segnato dalla Brexit, dallโ€™acuirsi della crisi dei migranti, dalla continuazione della guerra in Siria e dallโ€™elezione di Donald Trump. Per non parlare degli attentati attribuiti a ISIS e alle cellule affiliate: nel 2015 la scia di sangue si era allungata fino allโ€™Egitto, alla Turchia, al Libano e a Parigi, con la strage del Bataclan; il 2016, era facile prevederlo, avrebbe continuato sulla medesima strada di morte.

In quel momento storico tanto drammatico ricordo che notai nelle parole del pontefice un particolare rilevante: Bergoglio arrivรฒ a citare la misericordia ben otto volte, aggiungendo: ยซLa misericordia รจ stata come il โ€œfilo conduttoreโ€ che ha guidato i miei viaggi apostolici giร  nel corso dellโ€™anno passatoยป. In quel discorso appariva chiaro il legame che Francesco poneva tra la sua visione del mondo, la politica internazionale, la diplomazia e la misericordia.

In genere quando pensiamo alla misericordia siamo convinti di far riferimento a un buon sentimento cristiano, ma sentir declinare questa parola allโ€™interno di un contesto politico, diplomatico e geopolitico mi colpรฌ profondamente. Era chiaro che il papa stava enunciando il vertice e insieme il fulcro della sua azione politica.

Omar Abboud, referente della comunitร  islamica di Buenos Aires e caro amico del papa, tempo prima mi aveva detto: ยซIl 13 marzo del 2013 non รจ stato eletto solo il papa della Chiesa cattolica, ma anche il leader morale del mondoยป. E tuttavia quando Francesco dice: ยซรˆ auspicabile che anche il linguaggio della politica e della diplomazia si lasci ispirare dalla misericordiaยป, รจ chiaro che il suo sguardo travalica lโ€™ambito della sola morale.

Per questo ho cercato di rendermi conto della dimensione poliedrica, di ricostruire la complessa figura geometrica della misericordia a partire da alcune precise domande. Quali sono le radici teologiche alla base della sua azione geopolitica? In che senso si puรฒ affermare che la misericordia abbia un valore politico? In che modo la misericordia va intesa come una forma dellโ€™agire politico e diplomatico? Qual รจ il significato della ยซdiplomazia della misericordiaยป allโ€™interno dellโ€™intelligenza geopolitica del pontefice?

Per Francesco la misericordia di Dio non รจ un concetto astratto. Come si รจ detto, essa รจ lโ€™azione di Dio allโ€™interno delle vicende di questo mondo: delle societร , dei gruppi umani, delle famiglie e degli individui. Dio agisce non solamente nella vita delle singole persone, ma anche dentro i processi storici dei popoli e delle nazioni. Compresi quelli piรน complessi e intricati. La Chiesa stessa descritta da Francesco รจ pienamente inserita nella cittร  dellโ€™uomo, delimitata dalle pareti flessibili e permeabili della tenda di un ยซospedale da campoยป8; รจ immersa dunque nel ยซcampoยป e non posta su un monte, ritirata come un faro luminoso, ma isolato e distante.

Quella di Francesco รจ una prospettiva tipicamente ignaziana. Non si ferma a concetti astratti o a una progettualitร  da laboratorio, ma poggia su uno sguardo di fede che cerca di comprendere e contemplare, attraverso lโ€™esperienza, come Dio operi e agisca nella realtร . Santโ€™Ignazio usava il termine ยซlavoraยป: Dio รจ un lavoratore e annunciare il Vangelo significa sapere di arrivare sempre in un terreno nel quale Dio รจ giunto per primo.

Nella sua prima ampia intervista del 2013, pubblicata sulla rivista che dirigo, ยซLa Civiltร  Cattolicaยป, Francesco disse che ยซDio si manifesta nel tempo ed รจ presente nei processi della storia. Questo fa privilegiare le azioni che generano dinamiche nuove. E richiede pazienza, attesaยป9. Dunque anche la misericordia, per Bergoglio, si distende nel tempo, orientando ยซle persone verso processi di riconciliazioneยป10. Come, dunque, agisce la forza della misericordia nel tempo? Qual รจ il tempo giusto della misericordia?

Per rispondere ci viene in aiuto lโ€™omelia della messa del 1ยฐ gennaio 2016, 49a Giornata mondiale della pace. In quellโ€™occasione Francesco propose una riflessione sul significato del tempo e della storia. In particolare ricordรฒ che Gesรน nacque ยซquando venne la pienezza del tempoยป. Ma, affermรฒ il papa, se guardiamo agli eventi della storia, comprendiamo che la ยซpienezza del tempoยป di cui parla il Vangelo coincide proprio col tempo peggiore: quello nel quale il popolo eletto era privo della libertร  sotto il dominio romano. La ยซpienezza del tempoยป non รจ il ยซtempo miglioreยป, politicamente parlando.

Concluse Francesco: ยซNon รจ dunque alla sfera geopolitica che si deve guardare per definire il culmine del tempoยป. Queste sono parole importanti. Per Bergoglio, la pienezza del tempo non รจ un insieme di fattori umani favorevoli, ma ยซla presenza di Dio in prima persona nella nostra storiaยป, cosรฌ come essa รจ: bella, brutta, favorevole o sfavorevole. Questa presenza di Dio si manifesta nella nostra ยซdrammatica esperienza storicaยป. Occorre qui ricordare gli Esercizi spirituali, quando santโ€™Ignazio, nella seconda settimana, fa vedere allโ€™esercitante โ€“ a colui che prega โ€“ il mondo con gli occhi di Dio. Che cosa vede? Dio vede ยซun campo di battagliaยป nel quale, scrive Ignazio, alcuni sono in pace, altri in guerra, occupati a herir y matar, ยซferire e uccidereยป.

Nel suo discorso il papa usรฒ unโ€™immagine capace di imprimersi nella memoria: enumerรฒ in una triste litania le molteplici forme di ingiustizia e di violenza che oggi feriscono quotidianamente lโ€™umanitร : sopraffazione, arroganza, malvagitร , odio, guerra, fame, persecuzioneโ€ฆ E quindi affermรฒ che tutto questo era come ยซun fiume di miseria, alimentato dal peccato, che sembra contraddire la pienezza del tempo realizzata da Cristoยป. Il mondo รจ attraversato da un fiume di miseria che sembra trascinarci verso lโ€™apocalisse, eppure โ€“ prosegue Francesco โ€“ ยซquesto fiume in piena non puรฒ nulla contro lโ€™oceano di misericordia che inonda il nostro mondoยป; il fiume fangoso รจ come cancellato da unโ€™inondazione dilagante e inarrestabile dโ€™acqua fresca di sorgente.

Il senso di questa potente immagine รจ che la presenza misericordiosa di Dio puรฒ mutare un ยซtempo di miseriaยป nella ยซpienezza del tempoยป. Questa dunque รจ la potenza della misericordia: cambiare il significato dei processi storici, sciogliendone le fangositร  e travolgendone i detriti. La potenza fluida della misericordia orienta le acque del corso della storia ed รจ in grado di aprire nuove strade, nuovi riverbeds. ยซMisericordia, questa parola cambia tutto. รˆ il meglio che noi possiamo sentire: cambia il mondoยป, ha detto il papa.

Proprio in questo senso la misericordia, con il suo impatto sul significato teologico della storia, puรฒ avere anche un valore politico. Ed ecco il motivo per cui โ€“ anche fuori dal perimetro ecclesiale โ€“ Francesco รจ visto ยซcome uno spirito profetico che incide sulla politicaยป12. Lo ha ben compreso, ad esempio, il capo di Stato della transizione della Repubblica Centrafricana, la signora Catherine Samba-Panza. Le sue parole di benvenuto al papa nella capitale Bangui, ferita da una guerra civile che ne ha insanguinato le strade, furono forse le prime parole di un capo di Stato che riconobbero esplicitamente e in un discorso ufficiale il valore politico della parola spirituale ยซmisericordiaยป. Il dono atteso da questa visita del pontefice โ€“ disse, tra lโ€™altro โ€“ fu che il paese ritrovasse ยซil cammino di una nuova spiritualitร  saldamente radicata nella tolleranza, nellโ€™amore per il prossimo, nel rispetto della dignitร  umana e delle autoritร  stabiliteยป. Ed era proprio questa la speranza che si respirava in quei giorni a Bangui, nella cittร  che papa Francesco definรฌ ยซcapitale spirituale del mondoยป. Non ho mai visto nessuno piรน felice di quella povera gente. Sentii dire con le mie orecchie: ยซรˆ venuto il papa, siamo salvi!ยป.

La misericordia politica di Bergoglio ha una forte radice teologica, evidentemente, e si fonda su una radice essenziale: il volto di Dio. In fondo, il Giubileo della Misericordia ha espresso lโ€™impegno a riaprire in termini non soltanto astratti, ma esistenziali, la questione su chi รจ Dio. Dire che Dio รจ ยซonnipotente ed eternoยป significa โ€“ come ha insegnato san Tommaso โ€“ che lo รจ nella sua misericordia. รˆ ciรฒ che il papa ha ricordato durante lโ€™udienza al corpo diplomatico presso la Santa Sede lโ€™11 gennaio 2016: ยซIl mistero dellโ€™Incarnazione ci mostra il vero volto di Dio, per il quale potenza non significa forza e distruzione, bensรฌ amore; giustizia non significa vendetta, bensรฌ misericordiaยป. Il volto di Dio misericordioso fonda un modo nuovo di affrontare lโ€™impegno politico; per questo Francesco ne ha parlato agli ambasciatori. Contemplare il volto di Dio porta a pensare la riconciliazione nello scacchiere mondiale come un obiettivo praticabile.

Per questo, ad esempio, Francesco ha chiesto al Congresso degli Stati Uniti di ยซsuperare le storiche differenze legate a dolorosi episodi del passatoยป, perchรฉ lโ€™oceano di misericordia puรฒ vincere il fiume di miseria. E per questo ha chiarito al corpo diplomatico, sempre nel suo discorso del 2016, che ยซlโ€™apertura della Porta Santa della cattedrale di Bangui ha voluto essere un segno di incoraggiamento ad alzare lo sguardo, a riprendere il cammino e a ritrovare le ragioni del dialogoยป. Ecco unโ€™altra grande immagine di misericordia: la porta. Il segno della Porta Santa ha avuto per il papa un chiaro significato politico. Questa apertura รจ ben resa simbolicamente proprio dallโ€™apertura di migliaia e migliaia di Porte Sante in ogni angolo del mondo.

Che cosa significa la misericordia come categoria politica, dunque? In estrema sintesi, possiamo dire: non considerare mai niente e nessuno come definitivamente ยซperdutoยป nei rapporti tra nazioni, popoli e Stati. Questo รจ il nucleo del suo significato politico. รˆ chiaro allora perchรฉ Bergoglio insista sullโ€™immagine del ponte: il ponte unisce e indica un percorso aperto. Toglie lโ€™ostacolo del muro.

Nel maggio del 2017, per la prima volta, Bergoglio incontrรฒ il presidente Donald Trump nella Cittร  del Vaticano. La visita di Trump scatenรฒ nei media una certa curiositร  a causa della ยซcontrapposizioneยป tra il papa e il presidente che spesso รจ stata data semplicemente come ovvia. E, dโ€™altra parte, lo stesso pontefice aveva detto pochi mesi prima, in riferimento alla vita politica statunitense: ยซUna persona che pensa soltanto a fare muri, sia dove sia, e non a fare ponti, non รจ cristianaยป, mentre Trump aveva risposto: ยซIl papa รจ forse una pedina del governo messicanoยป.

Eppure, nonostante quello che si potrebbe ipotizzare leggendo questo scambio di battute, rispondendo a una domanda che gli venne posta nella conferenza stampa del viaggio di ritorno da Fatima13, il papa fece riferimento allโ€™incontro con il presidente americano e specificรฒ: ยซIo mai faccio un giudizio su una persona senza ascoltarla. Credo che io non debba farlo. Nel parlare tra noi usciranno le cose: io dirรฒ cosa penso, lui dirร  quello che pensaยป. Proprio a partire dalla misericordia come guida, lโ€™azione della Santa Sede nel mondo, negli anni del pontificato di Francesco, รจ infatti improntata a un dialogo a 360 gradi con i protagonisti della scena internazionale: da Trump a Putin, da Maduro a Rouhani, da Castro ai leader colombiani, e cosรฌ via. Il papa โ€“ tra gli altri โ€“ ha pure accettato di ricevere la piรน alta autoritร  militare del Myanmar, il generale Min Aung Hlaing, accusato di essere la persona che ha pianificato e ordinato le violenze contro i rohingya. Francesco sa perfettamente che una politica di riconciliazione nazionale in quel paese non puรฒ non coinvolgere anche i militari al governo, e per questo ha accettato โ€“ perchรฉ gli รจ stato chiesto โ€“ di incontrare privatamente anche il generale. Dal 2010, il governo del Myanmar ha attuato graduali riforme e scarcerato gli oppositori, convocando libere elezioni. Ma il processo รจ ancora in corso. Ecco il commento del pontefice su quellโ€™incontro: ยซParlando non si perde nulla, si guadagna sempreยป. E ha chiarito: ยซNon ho negoziato la veritร , vi assicuro. Ma lโ€™ho fatto in modo tale che lui capisse un poโ€™ che una strada, comโ€™era nei brutti tempi, rinnovata oggi, non รจ percorribile. รˆ stato un bellโ€™incontro, civile; e anche lรฌ, il messaggio รจ arrivatoยป. Lโ€™incontro risponde alla logica di Bergoglio: accettarlo, se viene richiesto da una parte coinvolta in un conflitto, e ritenere sempre ยซpiรน importante il dialogo del sospettoยป.

Vale la pena soffermarsi sul complesso e rischioso viaggio del pontefice in Myanmar e Bangladesh nel dicembre 2017. Proprio alla sua vigilia si รจ assistito a una forte pressione mediatica. Sembrava che la stessa credibilitร  morale del pontificato si giocasse sullโ€™uso o meno della parola ยซrohingyaยป: parola che veniva considerata impronunciabile nel contesto del Myanmar, perchรฉ connotata politicamente. Per molti il papa era davanti a unโ€™alternativa senza vie di mezzo: pronunciare la parola ยซrohingyaยป, e cosรฌ farsi paladino di una etnia perseguitata irritando il governo e compromettendo il dialogo; oppure non pronunciarla, evitando conflitti ma perdendo credibilitร  morale. Qualche commentatore ha persino scritto che il papa avrebbe fatto bene a non intraprendere il viaggio. Ma Francesco รจ volato in quel cuore conflittuale dellโ€™Asia proprio perchรฉ quello era un viaggio difficile, come ha spiegato ai gesuiti in Myanmar, aggiungendo che bisogna ยซabitare i crocevia della storiaยป14.

In Myanmar ha voluto ยซtenere sempre presente la costruzione del paeseยป, come ha detto al rientro. Per questo ha saputo parlare dei rohingya โ€“ e tanto! โ€“ in modo da essere ascoltato senza acuire le tensioni e provocare irrigidimenti e polarizzazioni che avrebbero soltanto complicato la loro situazione. E poi li ha incontrati in Bangladesh, faccia a faccia: sedici persone, che ha ascoltato e alle quali ha chiesto di pregare. Lรฌ ha potuto chiamare il loro gruppo etnico per nome. In questo senso ha saputo sapientemente coniugare diplomazia e profezia. E ha lasciato sotto i riflettori del mondo per diversi giorni la tragedia di una popolazione perseguitata, costringendo i giornali a parlarne, anche solamente per giudicare il suo comportamento. Francesco, dunque, ha percorso la propria strada, con discrezione โ€“ e non con timidezza โ€“, incurante delle opposte polemiche e delle pressioni15.

Le porte aperte, anche in chi sembra molto lontano dalle proprie posizioni, si possono trovare sempre. Per cercarle, Francesco nel dialogo tende a partire da ciรฒ che si condivide con lโ€™interlocutore. รˆ un atteggiamento che, ancora una volta, รจ parte della tradizione gesuitica: รจ il principio del cosiddetto praesupponendum16, da sempre chiave del pensiero e dellโ€™atteggiamento di Bergoglio. Esso afferma sostanzialmente che bisogna essere piรน pronti a salvare unโ€™affermazione dellโ€™interlocutore che a condannarla. Se non la si puรฒ salvare, si cerchi di sapere in che senso lโ€™altro la intenda, rimanendo disposti a correggerla con delicatezza. Se ciรฒ non bastasse, si devono provare tutte le strade possibili: dialogo a oltranza. Il papa lo aveva confermato nelle sue dichiarazioni di ritorno da Fatima: ยซCi sono sempre delle porte che non sono chiuse. Bisogna cercare le porte che almeno sono un poโ€™ aperte, per entrare e parlare delle cose comuni e andare avanti. Passo passoยป. Lโ€™incontro, la mano tesa di Bergoglio, non risponde perรฒ a una strategia o a una tattica. Al giornalista che gli chiese se sperasse che Trump avrebbe ammorbidito le sue decisioni, papa Francesco rispose: ยซQuesto รจ un calcolo politico che io non mi permetto di fareยป.

Possiamo ritrovare le radici spirituali di questa visione in un gesuita molto caro a Bergoglio e da lui canonizzato: Pietro Favre (1506-1546). Come scrive egli stesso nel suo diario spirituale, un giorno ha sentito di pregare per otto persone insieme ยซsenza pensare ai loro difetti. Erano il Sommo Pontefice, lโ€™Imperatore, il re di Francia, il re dโ€™Inghilterra, Lutero, il Turco, Buccero e Filippo Melantoneยป (Memorie spirituali, n. 25, 19 novembre 1541). Favre metteva tutti nella sua preghiera. E, oltre alle figure religiose e al papa Paolo III, troviamo tutti i grandi attori politici del suo tempo: Carlo V, Enrico VIII, ma anche Francesco I e Solimano II, firmatari dellโ€™alleanza franco-ottomana che causรฒ grande scandalo nel mondo cristiano dellโ€™epoca e che durรฒ per piรน di 250 anni. Favre visse il clima fluido e burrascoso della prima metร  del Cinquecento e viveva unโ€™unitร  interiore profonda dovuta alla sua fede nella misericordia di Dio. Cosรฌ incarnรฒ unโ€™apertura mentale e spirituale nei confronti delle sfide dellโ€™epoca, religiose e politiche. Possiamo cogliere in papa Francesco la medesima ispirazione di Favre proprio in questa sua volontร  di parlare con chiunque sia un player capace di determinare i destini del mondo o di unโ€™area geografica di crisi.

La dinamica della misericordia obbliga โ€“ anche concettualmente โ€“ a quello che papa Francesco ha definito nella conversazione che ho avuto con lui nel 2013, nellโ€™intervista per ยซLa Civiltร  Cattolicaยป, ยซpensiero incompletoยป o ยซpensiero apertoยป17.

Il pontefice, in un appello a ยซLa Civiltร  Cattolicaยป nellโ€™occasione della pubblicazione del fascicolo numero 4000 a cui giร  ho fatto riferimento, ha detto senza mezzi termini: ยซLa crisi รจ globaleยป. E ha aggiunto: ยซSolo un pensiero davvero aperto puรฒ affrontare la crisi e la comprensione di dove sta andando il mondo, di come si affrontano le crisi piรน complesse e urgentiยป. Il pensiero aperto รจ un pensiero flessibile, che comprende le situazioni mentre accadono e ne sa valutare il significato e le conseguenze, anche al di lร  di ciรฒ che appare.

Voglio ricordare qui la situazione siriana e il Medio Oriente. Conosciamo il ruolo importante svolto dalla Santa Sede contro la guerra in Siria nel settembre del 2013. Oggi, davanti al conflitto intra-islamico tra sunniti e sciiti, che trova anche in Siria un luogo di scontro, occorre stare in guardia davanti al rischio di fare il gioco di chi contrappone Riyad e Teheran, schierandosi da una parte o dallโ€™altra. Il quadro รจ estremamente complesso, ma per eliminare la piaga del cosiddetto ยซStato Islamicoยป, serve che sunniti, sciiti, Russia e Occidente facciano causa comune. In questo quadro va inserito lโ€™impegno della Santa Sede per considerare lโ€™Iran come possibile interlocutore non emarginabile.

Ricordiamo che il presidente iraniano รจ stato ricevuto dal papa il 26 gennaio 2016. Quel giorno il presidente aveva scritto sul suo account Twitter: ยซIslam e il cristianesimo hanno bisogno di dialogo piรน che mai oggi, in quanto alla base dei conflitti fra le religioni vi รจ soprattutto lโ€™ignoranza e la scarsa conoscenza reciprocaยป. La sala stampa vaticana comunicava che in quella circostanza ยซsi รจ rilevato lโ€™importante ruolo che lโ€™Iran รจ chiamato a svolgere, insieme ad altri paesi della regione, per promuovere adeguate soluzioni politiche alle problematiche che affliggono il Medio Oriente, contrastando la diffusione del terrorismo e il traffico di armiยป. Sempre nellโ€™occasione dellโ€™incontro con Rouhani รจ stata ricordata ยซlโ€™importanza del dialogo interreligioso e la responsabilitร  delle comunitร  religiose nella promozione della riconciliazione, della tolleranza e della paceยป.

Con lโ€™Iran la Santa Sede ha stabilito regolari rapporti diplomatici, che invece non esistono con il Regno dellโ€™Arabia Saudita. Tuttavia occorre ricordare che il 22 novembre 2017 papa Francesco ha ricevuto una delegazione ufficiale del Regno saudita guidata dal dottor Abdullah bin Fahad Allaidan โ€“ consigliere del ministro degli Affari islamici, della convocazione e della guida e supervisore del Programma per lo scambio di conoscenze โ€“ e composta da circa dieci rappresentanti del Ministero dellโ€™interno, della giustizia, della cultura e dei media. Leggiamo sul sito dellโ€™Ambasciata dโ€™Arabia presso lโ€™Italia: ยซIl Santo Padre ha espresso i sentimenti di stima al Custode delle Due Sacre Moschee, Re Salman bin Abdulaziz Al Saud e a S.A.R. il Principe Ereditario Mohammed bin Salman, Vice Primo Ministro e Ministro della Difesa, e ha rivolto i suoi saluti al governo e al popolo del Regno dellโ€™Arabia Saudita e al mondo islamico. La delegazione ha trasmesso i sensi della profonda stima del Regno a Sua Santitร  per le nobili posizioni prese e per le dichiarazioni in cui il Santo Padre invita alla pace e alla convivenza, rifiutando ogni nesso tra religione ed estremismi. Lโ€™incontro ha riaffermato il sincero e profondo desiderio dei due Paesi di diffondere la cultura del dialogo e della pacifica coesistenza tra tutte le religioni e le cultureยป. Queste visite rappresentano segnali incoraggianti, adesso che il principe designato Mohammed bin Salman continua a ripetere che รจ sua intenzione modernizzare lo stato e allargare le maglie della societร  saudita. Ricordiamo pure che due settimane prima il cardinale maronita Bรฉchara Raรฏ si era recato in missione a Riyad ricevendo unโ€™accoglienza significativa. ยซCโ€™รจ un buon clima e cerchiamo di mantenerloยป, aveva detto a Radio Vaticana.

In questo quadro va sottolineato, per altri versi, il desiderio di un ponte diplomatico con la Cina di Xi Jinping, oltre quello ยซaereoยป fortemente simbolico e assicurato dal permesso di sorvolo del territorio della Repubblica popolare giร  accordato al pontefice tre volte. Proprio in volo, per due volte il papa ha espresso sia il desiderio di andare in Cina sia il desiderio di ripristinare rapporti diplomatici e di amicizia. ยซLa Cinaยป, disse rientrando dagli Stati Uniti, ยซรจ una grande nazione, che apporta al mondo una grande cultura e tante cose buone. [โ€ฆ] Io amo il popolo cinese; gli voglio bene. Mi auguro che ci siano le possibilitร  di avere buoni rapporti, buoni rapporti. Abbiamo contatti, ne parliamoโ€ฆ Andare avanti. Per me avere un Paese amico come la Cina, che ha tanta cultura e tanta possibilitร  di fare bene, sarebbe una gioiaยป.

Un elemento importante del viaggio in Myanmar e Bangladesh del dicembre 2017 รจ stato proprio il fatto che il papa sia stato il primo a considerare in maniera esplicita il nuovo ruolo che la Cina vuole svolgere โ€“ e sta giร  svolgendo โ€“ nel contesto internazionale. Un dato di fatto che Francesco stesso ha riassunto, nella conferenza stampa al rientro a Roma, con queste precise parole: ยซPechino ha una grande influenza sulla regione, perchรฉ รจ naturale: il Myanmar non so quanti chilometri di frontiera ha lรฌ; anche nelle messe cโ€™erano cinesi che sono venutiโ€ฆ Credo che questi paesi che circondano la Cina, anche il Laos, la Cambogia, hanno bisogno di buoni rapporti, sono vicini. E questo lo trovo saggio, politicamente costruttivo, se si puรฒ andare avanti. Perรฒ, รจ vero che la Cina oggi รจ una potenza mondiale: se la vediamo da questo lato, puรฒ cambiare il panoramaยป.

รˆ importante notare come il viaggio in Myanmar e Bangladesh sia stato seguito con attenzione dalla Cina. Questo รจ chiaro anche per il fatto che la stampa della Repubblica popolare ne ha dato conto, in particolare il ยซGlobal Timesยป, un tabloid prodotto dal quotidiano ufficiale del Partito comunista cinese, il ยซQuotidiano del Popoloยป. Il papa non ha nascosto neppure questa volta il suo desiderio di un eventuale viaggio: ยซMi piacerebbe, non รจ una cosa nascosta. Le trattative con la Cina sono di alto livello culturaleยป. Ma ha aggiunto: ยซPoi cโ€™รจ il dialogo politico, soprattutto per la Chiesa cinese, con quella storia della Chiesa patriottica e della Chiesa clandestina, che si deve fare passo passo, con delicatezza, come si sta facendo. Lentamenteยป. E ha concluso: ยซMa le porte del cuore sono aperte. E credo che farร  bene a tutti, un viaggio in Cina. A me piacerebbe farloยป.

Parlando della Cina, Francesco ha usato unโ€™espressione interessante: vedere le cose da un lato che puรฒ cambiare la percezione del panorama. E ha parlato di relazioni internazionali ยซpoliticamente costruttiveยป. Non dobbiamo lasciarci sfuggire il senso di queste parole, che sono la chiave della ยซdiplomazia della misericordiaยป di Bergoglio. Il papa รจ costruttivo nei suoi gesti e nelle sue parole. Non fa cose per pressione mediatica o per acquisire luce positiva: fa quel che deve fare per ยซcostruireยป ponti e tenere aperte le porte del dialogo. Il suo รจ un realismo che punta a tessere relazioni.

Questo, ad esempio, รจ quel che abbiamo verificato nellโ€™importante azione che portรฒ a riavvicinare Cuba al continente nordamericano: sia Barack Obama โ€“ incontrato in Vaticano nel marzo del 2014 e poi durante il viaggio apostolico negli Stati Uniti nel 2015 โ€“ sia Raรบl Castro โ€“ ricevuto in Vaticano nel maggio del 2015 e poi durante il viaggio apostolico a Cuba quattro mesi dopo โ€“ hanno ringraziato pubblicamente il pontefice per il ruolo svolto. Cosรฌ commentรฒ il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato della Santa Sede, che diede una lettura dellโ€™impegno di Francesco in questo caso: ยซDa parte del pontefice non รจ stato proposto di riscrivere la storia, ma di andare oltre, avendo piena conoscenza e coscienza delle difficoltร  e dei tempi necessari. Riattivare i rapporti diplomatici tra quei due paesi ha significato dare continuitร  e stabilitร  al dialogo e al reciproco ascolto. Un fatto positivo, e non solo in termini politici, ma per la convivenza sociale e la stessa dimensione religiosaยป18.

La Santa Sede, inoltre, ha contribuito alla riuscita del processo di pace fra il governo della Colombia e le Forze armate rivoluzionarie della Colombia (FARC). E proprio quando il papa si รจ messo in viaggio verso il paese รจ stato dichiarato il cessate il fuoco bilaterale di 102 giorni tra governo ed Ejercito de Liberaciรณn Nacional (ELN) raggiunto a Quito, Ecuador. Si รจ detto che la tregua potrร  essere rinnovata man mano che si avanzi nella trattativa, ma la speranza รจ che si giunga a un accordo. Il leader delle FARC, Rodrigo Londoรฑo Echeverri, meglio noto con il soprannome Timochenko, ha persino inviato a Francesco, da poco giunto in terra colombiana, una lettera nella quale scriveva: ยซLe sue reiterate spiegazioni sulla misericordia infinita di Dio mi spingono a supplicare il suo perdono per qualunque lacrima o dolore abbiamo causato al popolo della Colombia o a uno dei suoi membriยป. Il leader delle FARC ha proseguito affermando tra lโ€™altro: ยซAbbiamo messo da parte ogni manifestazione di odio e di violenza, ci spinge il proposito di perdonare quelli che sono stati i nostri nemici e tanto danno hanno fatto al nostro popolo, compiamo lโ€™atto di contrizione indispensabile per riconoscere i nostri errori e chiedere perdono a tutti gli uomini e le donne che in qualche modo sono state vittime della nostra azioneยป. E ha aggiunto: ยซDal suo primo passo nel mio Paese ho sentito che finalmente qualcosa puรฒ cambiareยป.

In sostanza โ€“ come risulta chiaro da questi casi citati tra i tanti โ€“ la posizione voluta dal papa consiste nel non dare torti e ragioni, perchรฉ alla radice comunque cโ€™รจ una lotta di potere per la supremazia regionale, definita da Francesco ยซvana pretesaยป. Non cโ€™รจ da immaginare uno schieramento per ragioni morali. Il papa rifiuta la compenetrazione tra politica, morale e religione che porta ad assumere un linguaggio che suddivide la realtร  tra un ยซasse del maleยป e un ยซasse del beneยป. Francesco avverte invece la necessitร  di vedere il quadro da unโ€™ottica differente. In sostanza, lโ€™atteggiamento del papa consiste nellโ€™incontrare i maggiori player in campo, per ragionare insieme e proporre a tutti un bene maggiore, ed esercitare il soft power che รจ il tratto specifico della sua politica internazionale della Santa Sede.

In politica per Bergoglio, come per Fรซdor Dostoevskij in Memorie dal sottosuolo, che lui tanto ama, non รจ detto che ยซdue-per-due-quattroยป, ma potrebbe essere anche ยซdue-per-due-cinqueยป19. La logica qui non รจ rigidamente algebrica: รจ flessibile, elastica, viva. Questo mette in moto logiche e dinamiche imprevedibili, proprie di una visione poliedrica, che cioรจ considera le cose nella loro complessitร . Per Francesco la storia del mondo non รจ un film hollywoodiano. Non arrivano i ยซnostriยป a salvarci contro i ยซloroยป: sa che ci sono in ballo sempre e comunque giochi di interesse. Per questo non entra in reti di alleanze precostituite, mantenendo i giusti rapporti tra dimensione politica e valori spirituali. Risulta chiaro lโ€™intento della Santa Sede di stabilire rapporti diretti e fluidi con le superpotenze, senza voler entrare in reti precostituite di alleanze e influenze.

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