Imparare a stare in cammino e a vivere in relazione…
Perché questo possa accadere è necessario non assolutizzare né se stessi né realtà fuori di sé come leggi, prescrizioni, tradizioni, abitudini che strutturano ancor prima che il nostro fare, il nostro essere. Stare in cammino e vivere in relazione vuol dire riconoscere e accogliere quei modi nuovi attraverso i quali Dio sta visitando il suo popolo e parlando al suo cuore.
Se è vero quello che scriverà sant’Agostino e che cioè “Dio ha scritto sulle tavole della legge ciò che gli uomini non riuscivano a leggere nei loro cuori”, significa che non ci si può accontentare di una osservanza formale della legge. Se un tempo si servì delle tavole della legge, oggi di cosa si sta servendo e dove sta scrivendo ciò che noi non siamo in grado di intendere? Credo sia ciò che ogni generazione di credenti debba chiedersi.
Gesù non è contro la legge come vorrebbero far credere in maniera superficiale i suoi oppositori: egli la accoglie e la osserva con riverente obbedienza. E, tuttavia, proprio l’osservanza della legge richiede apertura a quanto di buono, di saggio il Signore va disseminando lungo il nostro percorso di vita.
Tutto ciò che rischiara il cuore e strappa alle proprie chiusure, è termine di confronto e di riferimento tanto quanto una norma. Chi sta così nella vita conferisce diritto di parola a ogni minima situazione.
Cose piccole, aspetti marginali sono il luogo nel quale si edifica e anticipa il regno di Dio. Bando, perciò, al “grosso modo” o all’approssimazione. Il compimento di cui parla Gesù passa attraverso l’attenzione ai particolari: un bicchiere d’acqua dato o rifiutato, farà la differenza. La fedeltà all’alleanza con Dio passa attraverso l’attenzione persino ai trattini, perché l’amore vive non di proclami ma di piccole cose.
AUTORE: don Antonio SavoneFONTE CANALE YOUTUBETELEGRAM