HomeVangelo del Giornodon Antonio Savone - Commento al Vangelo del 4 Aprile 2024

don Antonio Savone โ€“ Commento al Vangelo del 4 Aprile 2024

Commento al brano del Vangelo di: Lc 24, 35-48

Un nuovo inizio

Quella sera, apparendo ai suoi, Gesรน li rendeva responsabili di un annuncio che aveva dellโ€™incredibile. Avrebbero dovuto testimoniare che โ€œa tutti รจ dato un nuovo inizioโ€.

A chi di noi la storia non appare insensata e, a tratti, addirittura sconsiderata? Quante volte la nostra lettura del reale รจ una lettura senza sbocco, senza speranza, una lettura il cui unico criterio sembra il trionfo della stoltezza umana.

Eppure โ€“ ecco ciรฒ di cui siamo stati costituiti testimoni โ€“ tra le pieghe della nostra piccola o grande storia cโ€™รจ un altro criterio, quello immesso proprio dalla morte e risurrezione di Gesรน. Dio ha dato a tutti la possibilitร  di ricominciare attraverso la vicenda di un uomo che ha accettato di entrare liberamente in una esperienza di morte. Quella vicenda attesta che la veritร  delle cose โ€œnon si misura sulle armi dei vincitoriโ€, ma sulle opere degli uomini retti.

Quella sera, mentre si rendeva presente in mezzo ai discepoli, Gesรน mostrava loro che tutto ha un senso, tutto รจ grazia. La sua vicenda non significava il fallimento di tutto, ma il compimento di tutto: quella morte portava giร  il germe di un nuovo inizio possibile. Che cosa voleva significare che il Risorto portasse ancora i segni della passione? Che i segni inferti dal male non si cancellano ma si trasfigurano. Una violenza subita resta tale; unโ€™amicizia tradita resta tale; un affronto resta tale. E, tuttavia, alla luce della risurrezione, siamo chiamati a rileggere il nostro bagaglio di male secondo un altro registro.

Chi di noi riconosce qualcuno dalle mani e dai piedi? Eppure Gesรน chiede ai discepoli di riconoscerlo a partire da lรฌ, da un male non ripagato ma riconosciuto e accolto.

Il nostro modo di pensare stenta a misurarsi con concetti come questo. Noi patiamo ogni esperienza di separazione, di lutto: vorremmo che alcune persone non ci lascino mai, che alcune esperienze non finiscano, che alcune realtร  non conoscano il logorio del tempo. Potessimo, cristallizzeremmo ogni cosa contro lโ€™eventualitร  di un loro superamento, convinti come siamo che la vita coincida con ciรฒ che di essa giร  abbiamo appreso. Per questo ogni volta siamo impreparati a far fronte ai nuovi ostacoli che incalzano. Facciamo fatica ad accogliere ciรฒ che accade come occasione attraverso la quale Dio ci assicura che โ€œnulla rimane fuori dal suo disegnoโ€.

Per questo รจ necessario convertirsi, ovvero imparare a leggere la propria vicenda da unโ€™altra prospettiva che non รจ la nostra ma quella di Dio.

Che cosa testimonia la nostra fede nel Signore Risorto? Non giร  il non essere confrontati con la fatica, la sofferenza, la morte, ma il riconoscere che tutto questo non รจ lโ€™ultima parola sulla nostra vita.

Mai parola di rimprovero da parte di Gesรน verso i discepoli, tranne una: contro lโ€™ignoranza, contro il non aver capito ciรฒ che si riferiva a lui e alla sua vicenda.

Presi comโ€™erano dalla paura, i discepoli credevano di vedere un fantasma. Terribile รจ la paura delle proprie fantasie: essi avrebbero voluto far rientrare la persona di Gesรน nel loro orizzonte di pensiero. Quante volte le nostre proiezioni fantastiche alterano la lettura del reale!

Di questo voi siete testimoni: รจ un invito allโ€™intelligenza, quella che riesce a leggere ogni realtร  nel suo insieme e non soltanto nei suoi risvolti parziali. Aiutare ogni uomo a interpretare la propria esistenza alla luce della vicenda di Gesรน: questo รจ il nostro compito.

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Per gentile concessione di don Antonio Savone dal suo blog | CANALE YOUTUBE | TELEGRAM

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