11 km e un Dio compagno di fuga
11 km. ร la cifra delle mie fughe. La strada, forse, piรน battuta nella mia vita. La conosco a menadito quella strada tanto lโho percorsa, a tratti anche piรน volte al giorno: da Gerusalemme a Emmaus. Solo andata. Senza alcun ritorno. Anzi. Da Emmaus, casa della fuga verso unโaltra casa della fuga, e poi ancora unโaltra, e unโaltra ancora. Inarrestabili le mie fughe.
11 km non sono tantissimi ma quando il cuore si ritrova a misurare vuoti e nessuna luce, neanche quella del giorno, viene a lenire il tuo cammino, diventano interminabili, pesanti. Ma quando si arriva? Non si arriva mai al fondo? Cโรจ poi un fondo, se รจ vero come รจ vero che a volte, proprio mentre ti sembra di tirare un respiro di sollievo, eccoti di nuovo per strada? Quando il trauma che ti porti dentro รจ quello di un sogno infranto, rapito, la delusione e lโinsistenza dei ricordi non possono fare altro che tenerti imprigionato, immobile. E gli 11 km (poco piรน di due ore di cammino) sembrano anni. E parli, come in un monologo, di quello che รจ stato, di quello che poteva essere, di quello che doveva essere. Per questo gli 11 km dei due di Emmaus โattraversano cosรฌ fortemente la mappa delle nostre inquietudiniโ.
Tutto รจ finito. I progetti, le speranze, i sogni tessuti pazientemente in anni di sequela sfumati nel giro di poche ore nelle quali รจ capitato di tutto. A quel Gesรน e anche a noi. Tutte le cose che abbiamo costruito, per le quali ci siamo spesi, per le quali abbiamo sudato, lottato e pianto, per le quali abbiamo anche rischiato, ci siamo esposti, sono definitivamente sigillate e oscurate dietro quella grande pietra rotolata contro lโentrata di quel sepolcro nuovo, scavato nella roccia. Non ce lo saremmo mai aspettato. Da non credere, appunto. Meglio lasciar perdere: ognuno per la sua strada.
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Per fortuna, o meglio, โper graziaโ, il vangelo, quello di Gesรน, ispirato dal suo Spirito, annovera anche quegli 11 km, come annovera le resistenze di Tommaso, il pianto di Maria, il grido dellโabbandono di Gesรน. E mi sento sollevato. Giร . Perchรฉ quegli 11 interminabili km sono gli stessi che il mio Dio percorre. E non in direzione opposta. Li compie in quella della fuga, anche lui. Non รจ lui a dettare il passo o la direzione.
Un Dio mescolato alla mia ricerca a tentoni, brancolante dal momento che gli occhi sono impediti. Ecco il vangelo, la lieta notizia per me. Cโรจ qualcuno che mentre tu prendi la via di fuga non ti dice: โarrangiatiโ o โti rendi conto di dove stai andando?โ ma โGesรน in persona si accostรฒ e camminava con loroโ. 11 km e un Dio compagno di fuga. Sulla mia stessa strada. E non pretende nessun discorso totalizzante, si accontenta che si parli ancora di lui, anche a rovescio. I discorsi della strada non gli impediscono una condivisione del cammino.
Non uno scontro frontale ma il camminare accanto sentendo le ragioni dellโaltro, dischiude una diversa lettura della storia. Sapendo che nessuno รจ cosรฌ presuntuoso o aggressivo, siamo solo tutti delusi e spaesati anche quando ostentiamo sicurezza. A salvarci รจ lโascolto di domande e la condivisione di un tratto di strada, fossโanche quella della fuga.
E accetta di essere uno sconosciuto non riconosciuto. Dio viene nella nostra vita mai attraverso il giร noto, ma sempre attraverso lo โstranieroโ, ciรฒ o colui che non รจ a noi omologabile. Quando, infatti, lo si riconosce lui sparisce dalla vista. E cosรฌ la storia delle apparizioni รจ in realtร una storia di scomparse. Non esibisce nessun segno di evidenza, nessuna ostentazione se non il mettersi al loro passo e il tenere viva la domanda. E chi se lo sarebbe mai aspettato!
Persino una via di fuga lโopportunitร per lโincontro con il Dio vivente!
La via di fuga diventa il luogo del vangelo di un Dio che stabilisce connessioni, rimette in contatto con una vicenda da cui si vorrebbe prendere le distanze. Il problema, infatti, รจ fermarsi a una lettura superficiale, fenomenica, incapaci di leggere dentro, di leggere oltre, incapaci di lasciarsi illuminare dalla Parola di Dio. E cosรฌ prima di aprire i loro occhi Gesรน apre la loro mente spiegando quegli eventi alla luce delle Scritture: la propria storia va letta alla luce della vicenda storica di Gesรน. Anche lโesperienza del fallimento o del limite vanno lette sotto unโaltra luce.
E tuttavia โ davvero interessante โ i due non credono alla risurrezione perchรฉ finalmente Gesรน ha spiegato loro come stavano realmente le cose, ma per una ospitalitร condivisa. Egli si svela nella misura ordinaria della cena. ร il gesto del pane condiviso lโunico criterio di riconoscibilitร del discepolo del Signore. Hanno riconosciuto il gesto dello spezzare il pane, cifra inconfondibile di come Dio sta nella vita dellโuomo: spezzando e offrendo se stesso. Quanto basta per rimettersi in strada, la stessa della fuga ripresa dal fondo, affrontando anche la notte. Nientโaltro occorre. Ma a me basta?
Per gentile concessione di don Antonio Savone dal suo blog | CANALE YOUTUBE | TELEGRAM
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