don Antonio Savone โ€“ Commento al Vangelo del 26 Giugno 2020

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La percezione di sentirsi sbagliato: questo era ciรฒ che verosimilmente pativa sulla sua pelle quellโ€™uomo affetto dalla lebbra, la โ€œprimogenita della morteโ€ (Gb 18,13). Costretto a vivere in un esilio permanente a motivo della sua infermitร  fisica, ma ancor piรน a motivo di pregiudizi culturali e religiosi che lo ritenevano escluso da un percorso di socialitร  e di santitร : lโ€™impuro non avrebbe mai potuto relazionarsi ad alcuno e non avrebbe neppure potuto rivolgersi a Dio, il puro per eccellenza. La sua era la condizione di chi aveva visto tagliarsi tutti i ponti proprio per quella sua impuritร . Uomo senza diritti, era una vera e propria zavorra di cui liberarsi in qualche modo. Portava sulla sua pelle il segno di una maledizione divina: quel morbo era sempre ritenuto colpevole (Chissร  cosa deve aver compiuto!). Un vero e proprio rifiuto ambulante: oggi noi lo definiremmo โ€œla personificazione del senso di colpaโ€, quello di chi, toccato nella propria carne, si chiede per quale responsabilitร  debba patire quella sofferenza.

Quellโ€™uomo, tuttavia, per quanto provato, non รจ un rassegnato (a volte accade che ci rassegni, soprattutto quando si sono viste sfumare non poche possibilitร  di riscatto). In fondo non aveva nulla da perdere: tuttโ€™al piรน gli sarebbe arrivato un sasso contro per aver osato avvicinarsi troppo. E per questo non accetta quello status quo stabilito da quella che oggi definiremmo una โ€œreligione da bancarellaโ€ che troppo spesso fa corrispondere i sintomi di una malattia allโ€™impuritร  morale, il dolore alla colpa, la sofferenza allโ€™espiazione. A questo punto non ha piรน paura di infrangere una vera e propria scomunica riconoscendo, in qualche modo, che la sua emarginazione era solo una caricatura di quella volontร  di Dio che gli uomini avevano piegato a ordini sociali alquanto discutibili.

Se vuoiโ€ฆ Quanta dignitร  in queste due parole! Quale delicatezza in quel chiedere senza pretendere! Una malattia e una condizione non avevano distrutto la sua dignitร .

Quel se dice tutta la discrezione di chi chiede qualcosa lasciando perรฒ allโ€™altro la libertร  di soddisfare o meno la sua richiesta, ma รจ anche una parola che in qualche modo obbliga lโ€™altro a svelarsi, a dare una risposta. Quel se dice: tu da che parte stai? Penso ai tanti se vuoi con cui le nostre vite si confrontano, il piรน delle volte non verbalizzati dalle labbra ma espressi da una postura, uno sguardo, un silenzio, una condizione.

Il lebbroso di cui non conosciamo nรฉ il volto nรฉ il nome รจ lโ€™uomo, ogni uomo sbalzato a terra dalla carovana troppo rapida e troppo indifferente di un mondo che per preservare la vita, crea condizioni di morte (Quanti terribili tipi di lebbra invalidanti conosciamo oggi? Quante diversitร  recidono ancora oggi dalla comunitร ? Quanti muri e frontiere tracciamo come separazioni insanabili oggi? Quanti e quali sono i moderni segnati?). Ogni vita muore se non รจ toccata, muore di silenzi. Molte vite possono morire per assenza dโ€™incontri.

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รˆ questo ciรฒ a cui Gesรน si ribella con quel fremito interiore proprio di chi arriva a sentire il dolore dellโ€™altro. Volontร  di Dio non รจ emarginare, non รจ prestare il fianco a una โ€œreligione da bancarellaโ€ ma chinarsi su un uomo fragile per ristabilirne lโ€™integritร .

A guarire quellโ€™uomo non sarร  una parola ma un gesto: Gesรน tocca ciรฒ che tutti evitano, senza paura di una eventuale contaminazione. Se tutto un mondo ha scavato un fossato attorno a quellโ€™uomo in ginocchio, quel gesto di Gesรน รจ la costruzione di un vero e proprio ponte. Il gesto che Gesรน compie non รจ un atto di caritร : si tratta di una vera e propria eresia. Dio si sporcava le vesti: anzi di piรน. Ci sarร  un vero e proprio scambio di panni: se prima era il lebbroso a dover stare alla larga dal consesso umano, ora รจ Gesรน a non poter piรน oltrepassare le porte di una cittร . Dio non si sottrae neppure di fronte allโ€™infezione della lebbra. E accade che โ€œnon รจ il sano a rimanere contagiato dal malato, ma รจ il malato ad essere risanato da colui che รจ sanoโ€.

Il lebbroso scopre che quella sua situazione non era una condanna e che quella sua ferita era una feritoia attraverso la quale doveva passare la misericordia di Dio. Forse il lebbroso di Galilea non sapeva la portata di quel suo aver osato avvicinarsi a Gesรน: la sua fede ha fatto franare tutto un muro di riserve, paure, situazioni intoccabili. Quel suo se vuoi, ha permesso a tutti noi di non sentirci piรน sbagliati.

Nulla di ciรฒ che รจ creato da Dio, ha in sรฉ solo il male che lo riveste o il peccato di cui ha colpa.


AUTORE: don Antonio Savone
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