โ๏ธ Commento al brano del Vangelo di: โ Lc 1,57-66.80
โDorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresceโ, ci ricorda il vangelo di Mc. Dio รจ sempre allโopera, anche quando tutto sembrerebbe irrimediabilmente compromesso, quando tutto รจ nel segno della impossibilitร conclamata. E oggi, in questa solennitร della Nascita di S. Giovanni Battista, tocchiamo con mano come Dio si faccia strada in una storia che conosce il dramma della sterilitร , il dramma, cioรจ, di non vedere un futuro perchรฉ il tempo della feconditร รจ stato abbondantemente superato.
Proprio la vicenda di Giovanni suggerisce un diverso modo di stare di fronte alla storia. Qualcuno pretenderebbe di imporgli il nome del padre Zaccaria, che significa โDio ricordaโ, ma Elisabetta รจ perentoria: โNo, si chiamerร Giovanniโ, che significa โDio fa graziaโ. ร solo Dio a darci il nome vero, ad assegnare, cioรจ, il nostro posto e il nostro compito nella storia, nessun altro. A chi pretenderebbe accostare la vita e leggerla solo a partire dalle abitudini, dalle tradizioni consolidate, dal clan, viene ricordato che nessuno รจ padrone indiscusso del mistero di unโesistenza. Il compito di ognuno di noi รจ aiutare a scoprire il vero nome (quello nostro e quello di chi ci รจ affidato) che ci รจ assegnato e portarlo a compimento,.
Cosa viene a dire a noi questa differenza di nomi? Chiamarlo come suo padre significava leggere il presente a partire dal passato. Quante volte cโรจ un passato che incombe e condiziona! Della serie: puoi forse aspettarti qualcosa di diverso con simili premesse?
Chiamarlo con un nome nuovo, invece, suggerisce la consapevolezza che lโintervento di Dio non รจ relegato soltanto in una storia memorabile e gloriosa ma รจ ancora allโopera: Dio non cessa di intervenire a favore del suo popolo. Il problema, semmai, รจ accorgersene e riconoscerlo. Quando lโangelo annuncia la nascita di Giovanni attribuisce a questโultimo un compito ben preciso, quello di โconvertire il cuore dei padri verso i figliโ. Ci saremmo aspettati lโinverso. Eppure, Giovanni ricorda che รจ il presente a gettare nuova luce sul passato, a dare un senso a ciรฒ che sembrava non averne alcuno. ร il qui e ora a farci comprendere che davvero โtutto concorre al bene di coloro che amano Dioโ, persino il limite della vecchiaia di Zaccaria e quello della sterilitร di Elisabetta. E se ci fosse un modo diverso di leggere i nostri limiti, quello che a noi sembra, cioรจ, solo un ostacolo, un impedimento? ร la vita nuova che accade sotto i nostri occhi a restituirci la giusta prospettiva con cui accostare ciรฒ che รจ stato.
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Dare il nome โGiovanniโ al bambino significa confessare che per quanto nessuno nasca senza bagagli, nessuno รจ schiavo dei suoi condizionamenti pregressi. Quel figlio ormai inatteso non รจ lโultimo anello di una storia passata a cui dovrร essere sempre debitore ma รจ il frutto insperato a cui la storia passata deve guardare prendendo atto che, pur tra mille resistenze, dubbi e incredulitร , Dio si fa strada tra gli uomini.
Laddove noi saremmo convinti che non cโรจ soluzione di continuitร , il vangelo attesta che Dio interrompe un meccanismo condizionato da un certo fatalismo: โNon cโรจ nessuno della tua parentela che si chiami con questo nomeโ, obiettano i parenti e i vicini come a voler ricordare che le cose devono restare immutate.
Che Dio continui a far grazia vuol dire che non cโรจ fatalismo che tenga: ad influire su di noi non saranno soltanto gli inevitabili condizionamenti di un ambiente o di una cultura ma molto di piรน quelli della grazia, dellโopera stessa di Dio. Tra ciรฒ che precede il nostro venire alla luce e ciรฒ che ne consegue cโรจ il mirabile intreccio tra lโazione di Dio e la mia libertร .
La mia esistenza non รจ un libro chiuso il cui indice รจ stato giร stilato. Se non mi sottraggo alla presenza di Dio nella mia vita, le pagine migliori sono tutte ancora da scrivere. Basti pensare al buon ladrone: una storia inevitabilmente segnata dal male, conosce un esito diverso per lโincontro con la Grazia allโultimo istante. Non sono chiamato ad essere quello che qualcuno ha giร scritto ma sono chiamato a diventare quello che Dio desidera per ciascuno di noi: โluce delle nazioniโ. Ciascuno รจ chiamato ad aprire strade di novitร lรฌ dove il Signore lo ha posto.
Come Giovanni, anche il nostro compito รจ quello di preparare la via al Signore. Non siamo chiamati a proporre noi stessi ma a fare in modo che altri possano gustare la gioia di conoscere il Signore.
โLui deve crescere, io diminuireโ: non ci spaventi, perciรฒ, tutto ciรฒ che sembra ridimensionare pretese e aspettative nostre.
Autore: don Antonio Savone