don Antonio Savone – Commento al Vangelo del 21 Luglio 2020

In guardia dalla pretesa di credere di conoscere Gesù solo perché ci si vanta di essere dei “suoi”.

Il clima non era certo sereno: varie dispute avevano visto Gesù misurarsi con i farisei e con i capi del popolo. A porsi domande sulla sua identità era stato persino Giovanni Battista. Come giudicare le sue opere? Per alcuni erano compiute addirittura in nome del principe dei demoni. Cosa significava stare dalla sua parte? E chi poteva vantare questo titolo? Quelli che erano legati a lui a motivo del sangue o chi aveva fatto di Gesù l’unico criterio di vita?

Gesù, a chi gli fa notare la presenza dei suoi che desideravano parlargli, stabilisce il nuovo criterio di appartenenza a lui: chi ha fatto del rapporto di fedeltà a Cristo il criterio prioritario di vita, questi è per lui fratello, sorella e madre.

I discepoli, infatti, a differenza dei suoi non stanno fuori ma si ritrovano attorno a Gesù; non lo cercano per parlargli ma per ascoltarlo. Chiunque lo accoglie e lo comunica, di fatto lo fa nascere nella vita degli altri. Chi più di Maria ha vissuto le due condizioni del discepolato: l’ascolto della Parola e la sua realizzazione pratica nella sua esistenza? Ben a ragione scriveva S. Giovanni Paolo II che la Vergine fu «la prima dei suoi discepoli: prima nel “tempo”, perché “già ritrovandolo nel tempio” ella riceve dal Figlio adolescente lezioni, che conserva nel cuore (cfr. Lc 2,51 ); la prima soprattutto, perché nessuno fu mai “ammaestrato da Dio” (cf. Gv 6,45) ad un grado simile di profondità»

Proprio la Madre di Dio secondo la carne si è sempre posta a servizio del figlio Gesù. Lo ha fatto dal giorno dell’annunciazione, quando si è dichiarata la serva del Signore. Lo ha fatto alle nozze di Cana, quando per la sua opera i discepoli credettero nel loro Maestro. Lo ha anche fatto presso la croce, accogliendo la volontà del Figlio e lasciandosi prendere da Giovanni come Madre e prendendo Lei Giovanni come suo vero figlio. Non c’è momento nella sua vita nel quale ha in qualche modo condizionato la volontà del Figlio verso il Padre. In lei vi è stato un perenne “Sia fatto di me secondo la tua parola”.

Ha desiderato ciò che il Padre desiderava e ha compiuto ciò che per mezzo del Figlio le veniva richiesto. Si è familiari di Cristo quando si compie tutto ciò che il Padre propone.

Ciascuno, come Maria, è chiamato a compiere un cammino, che richiede un passaggio da compiere, che lo porti dallo stare “fuori” all’entrare “dentro” la nuova famiglia di Gesù. Maria non sta perciò né tra gli esonerati né tra gli arrivati, ma si pone accanto ai pellegrini, ai chiamati ad entrare a far parte del popolo nuovo.

I vincoli con Cristo non sono di natura associativa o di una qualche indefinita solidarietà, si tratta invece di una vera “familiarità”, ancor più stretta di quella sancita dal sangue in quanto qui si gioca la libertà dell’uomo in rapporto alla decisione di fede. E’ ovvio allora che la decisione di fede di porsi tra i discepoli comporta per Maria la rinuncia a porsi di fronte a lui, come vorrebbero i parenti, nella pretesa di poterlo “possedere”, “prendere” per riportarlo sull’onda delle proprie aspettative a categorie. Maria accetta di seguire il Figlio e non pretende il contrario.


AUTORE: don Antonio Savone
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