Il bisogno di qualcosa che rassicuri: ecco cosa soggiace alla richiesta avanzata dai farisei nei confronti di Gesù. A questa richiesta/pretesa Gesù risponde indicando due figure non stanziali: tanto la regina del sud quanto Giona, infatti, si sono lasciati mettere in cammino da qualcosa che li invitava ad andare oltre se stessi. La prima ha scelto di sua iniziativa di intraprendere il viaggio per mettersi alla scuola della sapienza di Salomone, il secondo, pur resistendo con tutte le forze, non ha potuto evitare di essere messo per strada.
Per accogliere il segno che è Gesù è necessario lasciarsi destabilizzare da esso abbandonando ogni nostro appiglio terreno. Non poche volte preferiamo restare schiavi dei nostri appigli piuttosto che gustare l’esperienza esaltante e drammatica al contempo della libertà.
Gesù apostrofa i suoi interlocutori come generazione adultera, ovvero persone sempre pronte a dare il proprio cuore ad altro, non contenti del partner che hanno al proprio fianco. Altro, altro, altro: sempre nuove esperienze! Ecco il bisogno spasmodico della generazione a cui Gesù si rivolge. Accade anche a noi: il proposito è quello di farlo per l’ultima volta, ma è un’ultima volta che non ha mai fondo e Dio è perennemente messo alla prova.
Ciò che abbiamo già abbondantemente ricevuto non ci basta. Talvolta, non siamo neppure più in grado di ricordare di aver già ricevuto tanto. Ed eccoci perciò a barattare la nostra fiducia con l’ennesimo segno preteso. Finché non diventeremo consapevoli che “qui vi è ben più di Salomone e ben più di Giona”, non ci sarà dono in grado di saziarci.
Dio non si impone mai con evidenza ma chiede di essere riconosciuto e accolto mediante i segni umili e poveri con cui si prende cura del nostro cammino. “Beato chi non si scandalizza di me”, dirà Gesù. Il viaggio compiuto dalla regina del sud e da Giona indica come l’approdo a questa accettazione dei segni di Dio richieda un tempo lungo e un percorso faticoso.
“Uomo, ti è stato insegnato ciò che è buono e ciò che richiede il Signore da te:praticare la giustizia, amare la bontà, camminare umilmente con il tuo Dio” (Mi 6,8). Ti basta?
AUTORE: don Antonio SavoneFONTE CANALE YOUTUBETELEGRAM