don Antonio Savone โ€“ Commento al Vangelo del 18 Gennaio 2024

Commento al brano del Vangelo di: Mc 3, 7-12

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Non prima del capolinea

Ne veniva dalla frequentazione della sinagoga dove aveva messo al centro non piรน un testo sacro ma un uomo incapace di accogliere il dono di Dio. Lรฌ, sfidando scribi e farisei attenti a coglierlo in fallo, aveva affermato che di fronte al bene di un uomo non cโ€™รจ legge che tenga, neppure quella sacra del sabato.

Ed ora lo troviamo mentre ripiega verso il mare. Strana come scelta. Strana la decisione di abbandonare i centri del potere e operare lร  dove la gente vive, lร  dove lโ€™uomo si misura con la propria infermitร , con i propri limiti, persino con la propria incapacitร  ad avere una lettura corretta della realtร  (come indica la presenza di spiriti immondi).

Non รจ una strategia quella di Gesรน, ma una scelta di fondo, un orientamento, uno stile ancora tutto da apprendere se รจ vero che il mare evoca il mondo del male, un luogo non da rifuggire ma da accostare con la forza che viene da Dio. Quello spostamento รจ la traduzione del mistero dellโ€™incarnazione: accanto allโ€™uomo cosรฌ comโ€™รจ.

Quasi voglia ribadire ancora una volta che finchรฉ non si รจ disposti a misurarsi con la condizione reale dellโ€™uomo, si corre il rischio di crearsi un Dio a propria immagine e somiglianza e il rito di una sinagoga diventa fine a stesso, incapace comโ€™รจ di restituire ciรฒ che piรน sta a cuore a Dio: la misericordia, non il sacrificio, salvare una vita, non lasciarla perdere.

La folla intuisce che ora non รจ piรน Gerusalemme il luogo verso cui dirigere i propri passi. Dio ha scelto di abitare nella carne di quellโ€™uomo galileo. Mc annota, infatti: โ€˜si recรฒ da luiโ€™. รˆ solo muovendosi verso di lui che รจ possibile riprendere a sperare. Lo ribadirร  con forza anche alla donna di Samaria che chiedeva quale fosse il luogo piรน adatto per poter adorare Dio. Non un luogo ma una persona sarร  dโ€™ora in avanti la via dโ€™accesso a Dio.

Tuttavia, Gesรน non prenderร  nessuno per fame. La fame (il bisogno, in genere) crea sottomessi. Gesรน non vuole dei sottomessi costretti al debito della riconoscenza a vita. Desidera, invece, uomini liberi che accettino di stare nella vita come egli ci รจ stato.

Non basta toccarlo quando si รจ disperati, non basta neppure riconoscere che egli รจ il Figlio di Dio, come professano gli spiriti immondi. Lo riconosce come tale solo chi si avventura per la sua stessa strada. Non prima di essere giunti al capolinea della sua vicenda, la croce.

Solo allora, quando i miracoli cederanno il posto allo scandalo, solo allora sarร  possibile riconoscerlo per quello che egli รจ. Prima di quel momento, ogni professione di fede correrร  il rischio di una conclusione affrettata, sullโ€™onda di un entusiasmo incapace di reggere lo smacco.

Il miracolo non รจ quello di vedersi restituiti ad una integritร  fisica ma quello di continuare a credere quando, umanamente parlando, non ci sarebbe ragione alcuna per farlo. Non รจ forse cosรฌ anche per lโ€™amore vero? รˆ facile amare chi ci ripaga con la stessa moneta. Non lo รจ affatto quando si sceglie di stare di fronte allโ€™altro in pura perdita.

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