don Antonio Savone – Commento al Vangelo del 13 Novembre 2021

852

Come stare nei giorni in cui Dio sembra assente? Come stare quando sembra tutto inutile, quando ci si stanca di tutto, di Dio, degli impegni presi, del lavoro, delle amicizie, della stessa famiglia, della vita in generale?

Ci accompagna non poche volte la sensazione di essere definitivamente abbandonati sull’orlo del precipizio del non senso, del nulla, del vuoto. Come se la nostra vicenda non interessi ad alcuno. Men che meno a Dio. Quante volte abbiamo alzato invano le mani al cielo!
È qui che risuona per noi questo strano invito di Gesù: stare nella vita senza stancarsi. È l’invito a non frapporre mai interruzione alcuna, anche quando l’attesa si è fatta estenuante e Dio sembra sempre più in ritardo rispetto alle nostre invocazioni. È l’invito a opporsi in tutti i modi a quella eventualità molto a portata di mano, di arrendersi al tratto immodificabile del presente. È l’invito a non smettere di attendere e preparare un futuro possibile. È l’invito a non sedersi accettando con rassegnazione l’inesorabilità di una vita interrotta.

Cosa fa, infatti, sul nostro fisico la stanchezza? Vorrebbe convincerti di concedere una tregua al corpo perché è evidente che esso non possa reggere oltremodo. La conseguenza della stanchezza è appunto il sonno, il momento in cui qualcos’altro ha la meglio su di noi. C’è un ordinario della vita che è talmente pesante da risultare immodificabile, come se ci vedessimo costretti alle mitiche fatiche di Sisifo (condannato a portare su e giù per la montagna un macigno mentre i piedi sono legati a una catena).

Tutto è troppo noto, tutto troppo prevedibile e perciò tutto troppo deludente. Chi può ancora desiderare qualcos’altro quando la vita ti chiede di arrenderti a questa evidenza? Abbandonarsi al sonno è un po’ un voler far sì che sia esso a compiere per noi ciò che noi neppure più osiamo immaginare. Qualcosa che finalmente ci strappi via il tratto di fatica dell’esistenza. […]

Continua a leggere nel sito di don Antonio.


AUTORE: don Antonio SavoneFONTE CANALE YOUTUBETELEGRAM