don Antonio Savone – Commento al Vangelo del 13 Maggio 2022

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Ognuno di noi, fin dalle prime battute della sua vita, porta in cuore un forte desiderio di un luogo dove riconoscersi, di una casa dove ritrovarsi. E questo luogo e questa casa sono cercati nei modi più disparati. La Parola di oggi ci annuncia un luogo e una casa particolari. Questo luogo e questa casa sono costituiti da una relazione finora preclusa: la relazione con il Padre.

Tutto il vangelo di Giovanni è percorso da un verbo chiave per comprendere la vicenda di Gesù e la vicenda del discepolo: il verbo dimorare. Il Prologo ci aveva già annunciato che nella carne mortale di Gesù Dio stesso era venuto ad abitare, a dimorare in mezzo a noi. E la domanda dei discepoli del Battista quando incontrano Gesù è: “Maestro, dove abiti?”. Gesù aveva risposto loro: “Venite e vedrete”.
Ora Gesù sta per lasciare i suoi e nel suo discorso di addio consegna ai discepoli ciò che fa la loro identità: la relazione con il Padre. “Dove sono io siate anche voi”.

Ma come si fa ad andare a Dio? Esistono molti modi di andarvi. E spesso chi vuole incontrarlo sceglie quello che gli è più congeniale, più comodo, forse. Strade diverse che portano il contrassegno di una particolare immagine di Dio:
– un Dio dal volto potente, capace di produrre cambiamenti e soluzioni magiche;
– un Dio che rassicura, consola, sostiene, approva tutto quello che noi facciamo;
– un Dio esigente che richiede il nostro servizio, il nostro sacrificio;
– un Dio che assicura il funzionamento perfetto dell’universo e a cui magari attribuire ogni incidente di percorso;
– un Dio distante che non si cura di noi, ma pretende il nostro ossequio, i nostri atti di culto;
– un Dio la cui benevolenza deve essere guadagnata, meritata…

E qui occorre che ci chiediamo: una strada vale l’altra? E’ solo una questione di gusti? O non corriamo forse il rischio di sbagliare tutto e di cadere perciò in una relazione con Dio che non porta vita, che non cambia la nostra esistenza?

Perché Gesù dice di essere: la via, non una via, ma la via? Gesù è via, “in quanto verità e vita”. E’ in lui, in Gesù, che Dio ha scelto di manifestarsi, di mostrare il suo volto. La sua parola e la sua azione delineano i tratti di un Dio che è Padre, che si fa carico della nostra esistenza fino in fondo e che chiede di stare con lui in una relazione di fiducia, non di paura. Un Dio che si schiera, che non resta neutrale, un Dio che ci viene incontro con amore e non attende che siamo noi a fare il primo passo. Un Dio che offre salvezza, non giudizio e castigo; un Dio che desidera che abbiamo la vita e l’abbiamo in abbondanza; un Dio in cerca di coloro che si sono perduti.
Questo è il Dio che Gesù rivela e non ve n’è un altro. Le immagini di Dio che si pongono in alternativa con questa non solo non sono autentiche, ma sono per lo più frutto della mente umana.

In Gesù che dona guarigione e perdono noi veniamo rinviati alla relazione unica che egli ha con il Padre: “Chi vede me vede il Padre!”. E non è affatto scontato accogliere questa immagine di Dio. Tant’è che i farisei decideranno di metterlo a morte perché ha presentato loro un Dio troppo diverso da come loro se lo immaginavano. E per affermare la verità di questa immagine di Dio, Gesù non esita ad entrare in quel percorso che lo vedrà rimetterci la pelle pur di non svendere il vero volto di Dio. La vita di Dio passa attraverso Gesù. Se io accetto di entrare in relazione con Gesù, di fare mia la sua strada, io divento uno in cui il Padre e il Figlio mettono la sua dimora, a cui trasmettono la loro stessa vita. Non devo più andare a cercare questo Dio chissà dove, ma io stesso divento sua dimora: “Ecco sto alla porta e busso; se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me”.

Che cosa ne deriva per i discepoli? Gli Atti degli Apostoli ci dicono che i discepoli sono coloro che stanno “lungo la via”. E questo in un duplice senso: uno che seguono Colui che solo è Via al Padre, l’altro che sono chiamati a stare in cammino. Ne consegue una spiritualità della strada che traduce in scelte concrete il seguire colui che è la Via.


AUTORE: don Antonio SavoneFONTE CANALE YOUTUBETELEGRAM