Aveva ridato la parola a un muto mentre operava con il dito di Dio. Di solito i demoni strepitano, in questo caso, invece, si tratta di un demonio muto che rende muti. Non sempre il male si esprime con una parola maldestra o offensiva. Talvolta assume anche il volto di un silenzio apparentemente inoffensivo ma terribilmente distruttivo. ร un male una veritร non ricordata, รจ un male una difesa omessa o rinviata, รจ un male un grazie non offerto, un incoraggiamento negato. A volte crediamo che sia meglio tacere per rispetto e per caritร fraterna. Forse, non poche volte, dietro un certo silenzio cโรจ un infantilismo (in/fanti perchรฉ non sappiamo parlare) che avvilisce.
Venne fra la sua gente ma i suoi non lโhanno accolto. Il prologo del vangelo di Gv racchiude in questa brevissima espressione il mistero del rifiuto del Cristo di Dio. Accostiamo la parola del Vangelo con lโatteggiamento di chi si chiede se per caso le cose non si ripetano nella nostra esistenza.
Attorno a Gesรน, stranamente, si viene a creare un dinamismo di contrapposizione che, mentre crea il sospetto, isola. Non poche volte Gesรน registra resistenze che vengono declinate in forme diverse. In questo caso i segni che egli compie sono segni evidenti di un male sconfitto e, tuttavia, scribi e farisei ne danno una spiegazione assurda: lo fa in nome di Beelzebul. Di fronte allโevidenza, scribi e farisei, pur di non perdere quel poco di potere che hanno nelle mani, si chiudono e interpretano dal momento che non possono negare quello che gli occhi di tutti vedono. Sono inquietati dalle sue parole e dai suoi gesti.
Ora, negare lโevidenza significa scegliere la menzogna, ma scegliere la menzogna vuol dire scegliere la morte. Per questo, altrove, Gesรน qualificherร questo comportamento come una bestemmia contro lo Spirito Santo: aver visto la luce e, per calcolo, chiamarla tenebra รจ una ostinazione imperdonabile. Il non perdono di un simile peccato non รจ dovuto ad un qualche limite della misericordia di Dio: non puรฒ essere perdonato perchรฉ chi si comporta cosรฌ non vuole essere perdonato.
Lโatteggiamento di scribi e farisei mette a fuoco il carattere scandaloso e nuovo della rivelazione di Gesรน. Gesรน รจ incomprensibile a chi non รจ disposto ad aprire la porta della fede. Vedere da vicino i suoi miracoli non produce necessariamente la fede. Gesรน rompe gli schemi: con la sua incondizionata disponibilitร testimonia la realtร di Dio che รจ completamente rivolto allโuomo senza riserve. Su questa immagine di Dio, Gesรน non รจ disposto a compromessi con nessuno, neanche di fronte a chi ritiene che egli abbia un demonio o, come annota Mc, pensa che sia fuori di sรฉ.
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A essere ostili nei confronti di Gesรน sono persone costituite in autoritร o per il ruolo (gli scribi) o per la pratica di vita (i farisei). Con il suo modo di fare Gesรน aveva messo in discussione quanto essi non avrebbero voluto intaccare neppure minimamente. ร vero, lo riconosciamo anche nella nostra vita: a volte abbiamo un senso cosรฌ confortante delle nostre sicurezze e dei nostri parametri interpretativi, da non riuscire a vedere alcun bene che possa nascere fuori dei nostri recinti mentali o affettivi. Il rischio non รจ finito con la scomparsa degli scribi che non riescono a riferire a Dio quanto vedono accadere sotto i loro occhi.
La vita di ognuno di noi รจ divisa in se stessa quando a guidarci รจ lo spirito di superbia, di ribellione e di sufficienza di sรฉ.
Cโรจ una macchinazione del nemico โ ci ricorda oggi la Parola di Dio โ che ha come suo primo passo quello di rendere lโuomo sordo alla Parola di Dio, ma il vero intento รจ quello di rendere lโumanitร muta davanti a Dio. Per questo Geremia, in maniera accorata, si fa portavoce del desiderio di Dio per noi: โAscoltate la mia voceโฆ camminate sempre sulla strada che vi prescriverรฒโฆโ. Lโascolto si fa cammino.
ร vero ciรฒ che scriveva A. J. Heschel: ยซLโumanitร non perirร per mancanza di informazione, ma per mancanza di apprezzamento. Lโinizio della nostra felicitร sta nel comprendere che una vita senza meraviglia non vale la pena di essere vissuta. Quello che ci manca non รจ la volontร di credere, ma la volontร di meravigliarciยป. Puรฒ accadere โ e accade โ di trovarsi di fronte al bene e non solo non riconoscerlo ma addirittura negarlo. Non รจ forse un bene che un uomo bloccato nella parola inizi a parlare? Eppure, per qualcuno non รจ cosรฌ. Cโรจ una invincibile indisponibilitร a vedere perchรฉ cโรจ una invincibile indisponibilitร ad ascoltare finendo per concludere che la vita coincida con quello che vedo io e con quello che sento io. ร piรน facile rendersi complici del male che diventare facilitatori di bene.
Non poche volte si รจ convinti di stare dalla parte di Dio perchรฉ ci si fa sostenitori di determinate battaglie. Gesรน, perรฒ, ci restituisce qual รจ il criterio del nostro essere dalla parte di Dio: quando si รจ dalla parte dellโuomo, soprattutto quando questi ha bisogno di essere restituito alla pienezza della vita. Quante discussioni infinite finiscono per bloccare lโanelito alla vita di tante persone! ร piรน facile discettare sterilmente che aprirsi a una solidarietร feconda.