don Antonio Savone – Commento al Vangelo del 11 Gennaio 2022

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A chi dare ascolto? Davvero una parola vale l’altra? Fidarsi di ciò che ci viene detto da una persona ha la stessa valenza di ciò che ci suggerisce un’altra?

A lui solo darete ascolto… Così aveva indicato l’antico libro del Deuteronomio, quasi a indicare che se ciò non accade, si corre il rischio di essere fuorviati e di smarrire la rotta. E quando finalmente giunge colui che non solo proferisce le parole di Dio ma è egli stesso la Parola pronunciata  dal Padre, la differenza si coglie: tutti erano stupiti, è detto nel vangelo di Mc.
Cosa aveva di diverso il Maestro di Nazaret da suscitare ammirazione e stupore in chi lo ascoltava? Cos’avevano di diverso le sue parole? Forse che non attingevano ad un vocabolario comune?

È vero (e credo ne abbiamo fatto tutti esperienza), c’è una grande differenza tra chi parla perché ha alle spalle anni di studio e chi, invece, ancor prima che le labbra, lascia parlare il cuore grazie a ciò di cui ha fatto esperienza. Un conto, infatti, è seguire pedissequamente le indicazioni di uno che ti insegna la via perché segue un manuale di istruzioni, un altro, invece, è sentire i consigli di chi ha percorso la via che ti mostra. Di fronte a Gesù si respirava l’autorevolezza propria di chi trasmette ciò che anzitutto ha fatto suo.

Grazie a lui, parole risuonate per anni senza provocare più alcun sussulto, acquistavano la freschezza di quando erano state pronunciate la prima volta.
Grazie a lui, acquistavano valore e forza gesti che altrimenti sarebbero stati letti solo come superstiziosi.
Grazie a lui e alle sue parole, ritrovava speranza chi aveva visto svanire nel nulla tanti inutili tentativi di riscatto.
Grazie a lui e alle sue parole, il poco di cui un uomo dispone diventava cibo in grado di sfamare la fame di tanti.
Grazie a lui e alle sue parole, uomini che poco sapevano di Dio e di religione, si ritrovavano ad essere i primi ambasciatori di un nuovo modo di intendere la vita e il rapporto con Dio.
Grazie a lui e alle sue parole, donne a lungo tenute ai margini della vita sociale diventavano addirittura le testimoni privilegiate di ciò che segnerà un vero e proprio sconvolgimento nell’ordine naturale delle cose, quale la risurrezione.
Grazie a lui e alle sue parole, persino l’esperienza del limite massimo come la malattia e la morte, diventavano luoghi attraverso i quali si dischiudeva una nuova fecondità.
Grazie a lui e alle sue parole, le forze della natura ritrovavano una serenità e una calma prima insperate.
Grazie a lui e alle sue parole, l’uomo diventava signore rispetto a una legge che aveva finito per mortificarne la dignità soggiogandolo.
Grazie a lui e alle sue parole, era possibile sperimentare una beatitudine e una felicità persino in situazioni che avevano tutto il carattere della maledizione e del fallimento.
Grazie a lui e alle sue parole, il male di cui pure si poteva essere responsabili, non diventava l’ultima parola ma esperienza nella quale toccare con mano quanto ogni uomo sia prezioso agli occhi di Dio.
Grazie a lui e alle sue parole, un escluso come il samaritano diventava colui dal quale apprendere il modo nuovo di farsi prossimo.
Grazie a lui e alle sue parole, era possibile toccare con mano come ogni uomo sia preso sul serio da Dio tanto da essere amato a caro prezzo addirittura quando ancora egli non aveva neppure intrapreso un percorso di conversione.
Grazie a lui e alle sue parole, si era e si è chiamati a manifestarsi, non ci si può nascondere o camuffare. La sua presenza, infatti, chiede di dare il nome giusto alle cose spezzando quella connivenza con il male che non poche volte finisce per vedere tutto e tutti come una rovina. È attraverso di lui che è ancora possibile separare il male dall’uomo senza mai identificarlo.
Grazie a lui e alle sue parole, i nostri lati oscuri vengono portati alla luce e, se lo accettiamo, è possibile intraprendere un cammino di rigenerazione che ci porta a conoscere la nostra vera identità.
Grazie a lui e alle sue parole, è possibile morire a quelle logiche che finiscono per tenerci assoggettati riducendoci in schiavitù.
Grazie a lui e alle sue parole, il grido della paura coincide con quello della vera nascita.
Grazie a lui e alle sue parole, è possibile sperimentare relazioni liberanti che mai diventano un laccio.
Grazie a lui e alle sue parole, è possibile vivere con impegno e fedeltà la propria condizione di vita senza farsi fuorviare da inutili preoccupazioni.
Grazie a lui e alle sue parole, è possibile non solo conoscere il bene e approvarlo ma anche operare il bene.
Grazie a lui e alle sue parole, si scopre che si apre con verità la bocca solo quando abbiamo accettato di aprire anzitutto l’orecchio all’ascolto di una parola vera. Certo, la sua presenza non è mai indolore: si accoglie il Signore Gesù nella propria storia quando si accetta di essere interiormente liberati da ciò che gli si oppone. C’è qualcosa che va messo a tacere, come ci ricorda oggi Mc, perché altro abbia diritto di parola.


AUTORE: don Antonio SavoneFONTE CANALE YOUTUBETELEGRAM