Ogni volta che leggo e medito questo vangelo mi soffermo sulla bellezza di Gesù.
La sua bellezza sta nella capacità di guardare dentro il cuore delle persone… dentro le loro storie… dentro i loro più reconditi desideri… dentro i loro bisogni…
Tutto il miracolo nasce da questo sguardo di Gesù. Non uno sguardo indagatore… ma uno sguardo amante…
E lo sguardo di chi ama è lo sguardo che va oltre le apparenze… lo sguardo di chi domanda: come stai? Desideroso di conoscere veramente la risposta e non come un semplice saluto.
Sì, perché: “come stai?” spesso si dice al posto o come un prolungamento di “Ciao” e lo si dice come se non ci fosse quel punto interrogativo finale che indica il desiderio di conoscere la risposta.
Gesù vede… guarda… sente… si sintonizza sulla stessa loro lunghezza d’onda… e capisce che la gente che si trova davanti ha bisogno di essere amata… e proprio per amore consegna loro una sua Parola… anzi “insegna loro molte cose”…
Sì… la gente… noi abbiamo bisogno di imparare molte cose… di conoscere molte cose…
Il vero problema è che pensiamo di sapere tutto… e abbiamo difficoltà a chiedere… e non mi riferisco solamente a contenuti di conoscenza… no!
Abbiamo sempre bisogno di imparare e di crescere nelle relazioni… di imparare a vivere… di capire come affrontare alcune cose… di metterci in discussione…
Gesù insegna loro molte cose e solo dopo li sfama della fame fisica…
Gesù legge i cuori delle persone… non sempre ci troviamo davanti a persone che leggono i nostri cuori… i nostri più profondi desideri… forse, allora, dovremmo imparare l’arte dell’umiltà del chiedere…
Chiedere… non è segno di mancanza… chiedere forse, a volte, è segno di ricchezza…
Moltiplicando i pani, Gesù si manifesta profeta.