Don Antonio Mancuso – Commento al Vangelo del 8 Aprile 2023

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In punta di piedi, oso pensare al dolore della Madre… “Figlio mio. Che dolore! Che dolore, figlio mio. Che dolore per una madre vedere la morte del figlio. Che dolore innaturale, inumano. Che dolore, figlio mio.Dove sei figlio mio… dove sei? Figlio mio, Figlio mio, perché mi hai abbandonato? Anche io, figlio mio, come hai fatto tu, voglio pregare con queste parole del salmo. Mi fanno sentire più vicina a te, figlio mio. Tu le rivolgevi al Padre tuo, figlio mio e io le rivolgo a te, sapendo che sei figlio Suo. Ma non bastano queste parole per alleviare il dolore, figlio mio. No, non bastano le parole, non bastano le preghiere.

In questo momento ho bisogno di altro, figlio mio. Ho bisogno di te, del tuo amore…del mio amarti, figlio mio.Solo una cosa riesce, anche se poco, ad alleviare il mio dolore. Solo una cosa. È un paradosso, un’assurdità, un controsenso… perché è qualcosa che nutre la sofferenza ma nello stesso tempo la allevia… ed è il ricordo. Sì, figlio mio. Il ricordo del tuo volto neonato, il ricordo di come mi sono preparata ad accoglierti… di come, prima che nascesti, ho preparato quelle fasce che ti hanno accolto e scaldato appena nato. Ora invece ti ho visto avvolto da altre fasce. Che dolore, figlio mio.

Il ricordo del tuo volto da bambino, di quanto eri bello, di quello che mi hai fatto passare quando per tre giorni ho vissuto un’angoscia simile a questa, per poi trovarti nel tempio ad occuparti delle cose del Padre tuo. Che dolore, che angoscia. Che sollievo quando ti ho potuto riabbracciare. Il ricordo del tuo volto ormai adulto, quanto era bello sapere dove eri, poterti venire a trovare anche se per poco tempo… anche se dovevo condividerti con altri, con le folle, con i tuoi amici, con i tuoi fratelli, con i tuoi discepoli che ora sono scomparsi. Dove sono?Che dolore figlio mio. Che strazio, figlio mio averti visto prigioniero, ferito, accusato, frustato… che strazio.

Cosa avrai sofferto, quanto avrai sofferto! Cosa avrai pensato? Già, figlio mio, cosa avrai pensato, come ti sarai sentito dentro? Cosa ti ha fatto più male? La frusta… la mano pesante di chi ti percuoteva o l’assenza di chi ti diceva di volerti bene e ti ha lasciato solo? Cosa avrai pensato? Anzi… lo so cosa hai pensato, lo ricordo cosa hai detto… ma come hai fatto? come hai potuto dire, alla fine di tutto, quelle parole? Come hai potuto, nonostante tutto, avere ancora spazio nel tuo cuore per amare… per perdonare… per accogliere… per pregare con quel salmo che si conclude con parole piene di speranza: Ecco l’opera del Signore? Figlio mio, quanto amore! Quanto amore, figlio mio.

Quanto amore sei stato capace di dare, figlio mio. Quanto amore hai continuato a dare, fino alla fine… rispondendo al male con amore. Quanto amore, figlio mio. Hai anche cercato di giustificare chi ti ha fatto male nella convinzione che non capivano, che non sapevano quello che facevano. Quanto amore, figlio mio. Quanto amore. Quanto amore, per tutti… anche per me, figlio mio. Anche ora, che stringo tra le braccia il tuo discepolo amato, proprio ora, questo amore mi riscalda… e mentre lo dico, figlio mio, combatto contro una grande tentazione, quella di pensare che questo calore che sento tra le braccia di Giovanni, possa togliere il mio immenso amore per te.

È diabolica la tentazione di pensare che continuare a vivere e amare senza di te, possa togliere qualcosa al nostro unico rapporto.Vattene, Satana! Gesù mio, con la sua vita, mi ha insegnato che l’amore non fa paragoni, mi ha insegnato che ciò che conta è amare. Il suo amore mi ha fatto sentire unica anche quando sapevo di non essere l’unica… anche quando dovevo condividerlo con altri. Vattene, Satana! Continuare a vivere e ad amare non toglie niente al mio unico rapporto con mio figlio, anzi, è proprio l’unico modo per continuare ad averlo dentro di me… fare la sua volontà, fare vincere l’amore sul dolore… su tutto.Grazie, figlio mio perché ho capito che posso continuare a vivere e ad amare anche se non sei accanto a me… perché per sempre sei dentro di me!”

AUTORE: Don Antonio Mancuso PAGINA FACEBOOK

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