È la prima apparizione al gruppo dei discepoli dopo essere apparso al sepolcro alla Maddalena.
Appare proprio a quei discepoli che, di fatto, lo avevano lasciato solo… e che fa? Cosa dice come prima cosa? “Pace a voi”.
Lo dice… lo ripete… e mostra i segni della passione… segni della sofferenza d’amore… della sofferenza redenta… segni di una storia d’amore che sembra finita male ma che in realtà continua proprio per amore… con la pace… con il perdono.
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Questi segni allora non sono più segni che mostrano la sofferenza… perché non sanguinano… non fanno male… sono “cicatrici”, ferite guarite… perdonate. Ci sono per dire quello che c’è stato ma non sanguinano per dire che si tratta di un passato perdonato.
Sì, perché il vero perdono sta proprio in questo… il vero perdono non è dimenticare, perché non si può dimenticare il male fatto… ricevuto… il vero perdono è fare vincere l’amore… è scrivere una storia nuova sopra quella vecchia… del resto la cicatrice non fa altro che mostrare una ferita guarita.
Ed è proprio grazie a questa esperienza che i discepoli sono chiamati a replicare nella loro vita quello che hanno sperimentato… sono chiamati a dare ciò che hanno ricevuto.
Ma la pagina del vangelo di oggi ha anche un altro nucleo tematico molto importante che non è l’incredulità di Tommaso (ingiustamente accusato di incredulità perché, poverino, non era presente quando Gesù era apparso agli altri discepoli e per questo non ha potuto vedere di persona né l’ingresso a porte chiuse di Gesù, né Gesù stesso) ma la periodica apparizione di Gesù.
Gesù si manifesta dopo otto giorni ad una comunità di discepoli riuniti. Mi piace vedere in questa periodicità le nostre assemblee domenicali… che dovrebbero essere davvero esperienze di incontro con il Signore, un incontro che porta la pace nel cuore e un incontro dal quale la pace tramite noi dovrebbe giungere fuori dalla chiesa… nelle nostre case… relazioni… nella nostra quotidianità!
AUTORE: Don Antonio Mancuso PAGINA FACEBOOK | Telegram
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