Ancora una volta, a distanza di alcuni giorni, ci ritroviamo gli stessi episodi del vangelo, questa volta narrati da Matteo e non da Marco come due domeniche fa.
La vita è un continuo dribblare la sofferenza. Di qualunque tipo: fisico, relazionale, spirituale…
Ci troviamo a dovere fare i conti con le malattie… con le nostre fragilità… con il male che ci viene causato più o meno volontariamente dagli altri…
Insomma, spesso dobbiamo scansare le sofferenze… altre volte cercare di non trascinarci il dolore per molto tempo… ancora ci troviamo a dovere reagire…
Insomma, la vita non è solo dolore, ma sicuramente non ne è esente e altrettanto sicuramente non sempre la sappiamo gestire!
E di fronte a certi dolori…. di fronte a certe sofferenze… l’unica parola che può darci consolazione è quella di Gesù. Ma non perché come un genio della lampada può risolverci ogni problema esaudendo le nostre preghiere… ma perché Gesù è venuto ad aprirci la prospettiva della vita etenra.
La resurrezione di questa fanciulla, come quella di Lazzaro, non devono mettere nel nostro cuore un’idea di Dio che a volte risolve i problemi e altre volte no… o peggio, un’idea legata alla preghiera come atto magico o superstizioso… con il rischio dei sensi di colpa di chi non ottiene la guarigione. No! mai! le resurrezioni nel vangelo stanno ad indicare che Gesù è superiore anche alla morte, ma non nel senso che la può controllare o, peggio, la può evitare ma nel senso che anche quando si scaglia su di noi… noi siamo fatti per la vita eterna… per il cielo… ed è questa prospettiva che può cambiare il nostro modo di vivere e di affrontare sofferenze, malattie e morte stessa!
Siamo fatti per la vita eterna… per il cielo… affrontiamo ogni situazione dolorosa con questa certezza!
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AUTORE: Don Antonio Mancuso PAGINA FACEBOOK
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