Mi piace pensare a questo vangelo come la storia di un’attesa.
C’è un uomo che non smette di attendere… perché non smette di sperare.
Come l’innamorato che attende la visita del suo amore…
Attende una liberazione… attende di essere, finalmente libero e autonomo.
Ma è anche la storia di un uomo che ha imparato a dipendere dagli altri… ha imparato a gestire e vivere con il suo limite e a vivere una vita sicuramente diversa da quella che ha sempre sognato. Non un uomo che si è accontentato… ma che ha saputo vivere con la sua vita… vivere a contatto con la sua realtà.
Ecco… questo uomo è un esempio di attesa gravida di speranza e non di disperazione.
Purtroppo, invece, molti di noi vivono con lo stile del tutto e subito… molti non sono più capaci di sacrificio… non sono capaci di stare nella realtà… non sono capaci di vivere in una situazione se è diversa da quella che vogliono…
Oggi quest’uomo paralitico ci dà l’esempio… di come vivere e di come vivere pieni di speranza.
E per noi la speranza non è confidare nelle proprie capacità… non è confidare nelle proprie forze… non è confidare negli altri… no! Per noi la speranza è la certezza che nella nostra vita c’è Lui…
Speranza è sapere che non siamo soli…
Speranza è sapere che anche se ci sono cose che non capiamo ci possiamo fidare di Lui…
Speranza è attendere, come l’innamorato, con la certezza che Lui verrà!
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