La lettura e la meditazione del vangelo di oggi mi suggeriscono alcuni spunti di riflessione.
La gente è capace di tanto sacrificio pur di seguire i propri idoli… i propri cantanti… attori preferiti…
Forse, se non riesce a seguire con altrettanta convinzione il Signore è perché noi non ne sappiamo fare una buona pubblicità!
Oggi non è come ai tempi di Gesù. Oggi non c’è Gesù storicamente presente… oggi ci siamo noi… e la migliore pubblicità è la nostra testimonianza.
Proprio così: la fede si contagia, e noi contagiamo se siamo credibili.
Si accorgono se sono un credente, non per quello che dico, ma per quello che vivo… per come vivo… per come affronto le mie difficoltà… se sono un uomo che perdona… che dà un’altra possibilità…
Gesù, per esercitare la sua compassione e continuare la sua missione di guarigione… di sanazione… ha la necessità di non essere schiacciato… deve prendere le distanze dalle persone per prendere su di sé le loro sofferenze!
Non si tratta di indifferenza… anzi… è proprio il contrario. Gesù ci insegna che per capire una sofferenza… una ferita… una fragilità… è necessario conoscerla a trecentosessanta gradi. È una questione di prospettiva… di sguardo: quando sono troppo vicino… troppo coinvolto… rischio di non essere obiettivo e di non conoscere il problema nella sua interezza. Solo evitando di essere schiacciato… solo discostandosi dalle persone, Gesù può essere utile per loro… può continuare la sua opera di guarigione!
Gli spiriti impuri conoscono Gesù. Ciò significa che non basta conoscere Gesù per non essere impuro… ciò significa che si può conoscere Gesù e rimanere impuro… perché si possono vivere dei compromessi…
Non è la conoscenza con Gesù che garantisce l’autenticità del nostro cammino di fede… occorre una costante relazione con Lui! Non basta conoscere Gesù… occorre farsi cambiare la vita da Lui.
Forse è proprio per questo che la gente riempie gli stadi e non le chiese… perché per riempire gli stadi basta conoscere i cantanti e le canzoni… per riempire le chiese è necessario testimoniare con la vita che proprio questa vita ti è stata cambiata dall’incontro e dalla relazione con Lui… e non solo dalla sua conoscenza!
Gli spiriti impuri gridavano: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli imponeva loro severamente di non svelare chi egli fosse.