E’ un vangelo molto denso… molto ricco di spunti e riflessioni… voglio soffermarmi solo su 3 provocazioni.
1- “…è perché in lui siano manifestate le opere di Dio”.
Un cieco nel quale si manifestano le opere di Dio. Anzi, di più: è così perché si possano manifestare in lui le opere di Dio. È sconvolgente tutto questo. Quello che agli occhi del mondo… dell’uomo è un limite… una disabilità… agli occhi di Dio è un’occasione perché si manifesti in lui qualcosa di molto più grande.
Questo è lo stile di Dio! Dio agisce così!
Quello che per te è un limite… un difetto… una fragilità… non ti potrà mai impedire di ricevere una grazia molto più grande. Questa è la bella notizia!
Non ti scoraggiare… non ti rattristare… non ti buttare giù: nulla può impedire a Dio di fare cose grandi con te!
2- “Bisogna che noi compiamo le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la notte, quando nessuno può agire”.
C’è un tempo nel quale è necessario fare delle cose… compiere le opere di Dio… poi non si potranno compiere più.
Questa parte del vangelo mi fa pensare a quello che stiamo vivendo ora. Spesso sentiamo dire che questo tempo di quarantena è un’opportunità per rivalutare alcune relazioni… per avere più tempo per apprezzare alcune cose… forse però è anche vero che certe cose non si possono “recuperare”… che il tempo che non hai dedicato a una persona, non lo potrai rivivere…
Forse tutto questo ci può servire come insegnamento per il futuro… ma non puoi rivivere ciò che in passato non hai fatto!
3- “…ha l’età”.
Ci sono cose che puoi e devi fare solo tu. Non delegare ad altri cose che devi fare tu… non ti vergognare di esprimere certi sentimenti… non ti privare di fare cose per paura… per vergogna… per insicurezza… e soprattutto… non fuggire dalle tue responsabilità… dai tuoi doveri… ciò che forse ti pesa è ciò che forse darà maggiore felicità, a te e agli altri!
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