È la storia di un dolore… è la storia di tanta sofferenza… è la storia di ciascuno di noi che nella sofferenza diventa cieco e sordo… e la meditazione del vangelo di oggi mi fa venire in mente e nel cuore proprio su questo…
Perché, purtroppo, spesso è così: il nostro dolore è solo nostro e, a volte, ci è tanto familiare e intimo che fa parte di noi fino, addirittura, accarezzarlo… nutrirlo. Fino, addirittura, ad abituarci a conviverci… fino quasi a non poterne fare a meno: dolore compagno di vita.
Molte persone nella sofferenza non vogliono essere consolate… non vogliono la soluzione… vogliono solo essere viste… viste soffrire… vogliono solo essere accolte…
Molte persone nella sofferenza, stranamente… per assurdo… si trovano comode… e, appunto, si accarezzano… si autoconsolano… si piangono addosso…
E se la sofferenza è per qualcuno, allora, soffrire per qualcuno (vivo o morto che sia), alla fine, continua ad essere un legame con quel qualcuno… quasi che se la sofferenza passasse ci si potesse dimenticare della persona per la quale si è sofferto.
È strano… ma spesso è così… perché la sofferenza ti rende ciechi… ti rende sordi… e non ti accorgi di tutta la vita che c’è attorno… di tutta la vita da vivere… di tutto l’amore da prendere dagli altri… e da donare agli altri…
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AUTORE: Don Antonio Mancuso
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