Gesù con queste parole vuole dare ai suoi discepoli e a tutti noi un insegnamento molto importante… fondamentale: la coerenza!
Essere coerenti con se stessi… con la propria professione di fede…
Essere coerenti nel senso di essere testimoni credibili di quello in cui si crede…
Essere coerenti nel senso di non cercare consensi… non cercare immagine… non fare le cose per farsi vedere dagli altri…
Essere coerenti nel senso di rimanere umili…
La fede non può diventare né una vetrina né un criterio di divisione con chi non crede. Il vero credente è coerente con la sua fede nel momento in cui è capace di relazione vere con tutti!
Il vero cristiano mette a proprio agio… accoglie tutti… si rende disponibile… perché prima di tutto ama, certo, secondo le sue capacità… con i suoi limiti… con le sue cadute… ma prima di tutto ama!
Sarà l’amore che mostri che farà vedere la fede che hai…
Ama e rendi credibile la tua fede… perché crederanno più per l’amore.
che per mille parole.
E infine due parole su queste parole: “E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste”.
Per capirle è necessario ricordarsi che Gesù chiede ai suoi discepoli di non fare come facevano i dottori della legge che si facevano chiamare “padre” dai suoi discepoli, perché la paternità non è qualcosa che si trasmette con le parole e gli insegnamenti ma colui che ama fino a dare la vita… colui che trasmette vita agli altri…
È questa la vera paternità e vissuta così, come dice san Paolo (Ef 3,15), la paternità deriva da quella di Dio.
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AUTORE: Don Antonio Mancuso PAGINA FACEBOOK
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