Il termine che più è ripetuto in questa pagina del vangelo è preoccuparsi, declinato nelle diverse forme. E quando un termine, una parola, un verbo, sono ripetuti più volte, vuol dire che là c’è una particolare chiave di lettura di tutto il discorso. Certo, se dovessimo leggere e intendere alla lettera queste parole, ci verrebbero mille dubbi: perché ci sono persone che muoiono di fame in paese sconosciuti o nelle periferie delle grandi città?
Ma come più volte capita, Gesù usa un linguaggio paradossale, volutamente esagerato per veicolare un messaggio molto chiaro: concentrati sull’oggi senza avere l’ossessione del domani. Oggi è un dono, il presente è un regalo (presente, appunto) che va vissuto, momento dopo momento. Purtroppo, molti vivono con il corpo nel presente e la mente e il cuore o più avanti (preoccupazione) o più indietro (rimpianto, nostalgia).
La preoccupazione per il futuro e il rimpianto e la nostalgia per il passato sono le malattie che ti impediscono di vivere bene il presente! Considera l’oggi come un figlio. Prenditene cura e amalo anche se non è il migliore… il più bravo… il più buono, anche quando fa il difficile, anche se non è come lo immaginavi… è tuo figlio. Amalo così come è… come ti è stato dato. È tuo figlio! Amando lui sarai più felice anche tu!
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AUTORE: Don Antonio Mancuso PAGINA FACEBOOK
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