Quando ero piccolo…
Gesù nella sua vita ha avuto a che fare con il dolore dell’uomo… con grandi sofferenze. Ma in confronto a tante gravi malattie, a sanguinamenti che durano da anni, a ciechi dalla nascita, a sordomuti, a paralitici, a un figlio morto di madre vedova… cosa sarà mai una mano paralizzata?
Eppure, Gesù non giudica il dolore e la sofferenza dell’uomo, perché ogni persona ha una sua storia che solo Dio conosce… e anche una mano paralizzata ha bisogno della Sua attenzione… della Sua cura… del Suo amore.
Ogni sofferenza… qualunque sofferenza… ha bisogno della sua risurrezione!
“Àlzati, vieni qui in mezzo!”, gli dice, usando proprio il verbo della resurrezione. Come a dire: “Risorgi da questo tuo dolore! e per farti risorgere, ti dico che me ne sono accorto e ti chiedo di venire accanto a me…”.
Mi viene in mente una scena… intimità familiare…
“Ci sono qua io… ci penso io a te… accucciati sulla mia spalla…” e mi prendeva in braccio mio padre… sento ancora il suo odore… l’odore del suo maglione di lana marrone… l’odore del suo tabacco. Sento ancora il calore di quell’abbraccio… le lacrime si asciugavano sulla sua spalla… e mi passava ogni cosa… e risorgevo…
… perché lo sguardo che ti raggiunge nella tua sofferenza… ti riscalda il cuore, ti consola e ti guarisce!
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AUTORE: Don Antonio Mancuso PAGINA FACEBOOK
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