…Oggi mi sono fatto provocare da questa parabola pensando che tutti i personaggi di questa pagina del vangelo abitano dentro noi, dentro me.
Purtroppo, infatti, non sempre riusciamo ad essere costanti e coerenti nella nostra vita, nel nostro discepolato e nelle nostre relazioni con Dio e con gli altri. Alla fine, lo dico simpaticamente, anche dentro di noi c’è una piccola legione…
E così,
“dammi… quello che mi spetta” non è un atteggiamento tanto lontano da chi, forse in un periodo di particolare stanchezza o difficoltà, chiede a Dio giustizia. Come a dire: “Non mi merito quello che sto vivendo… avrò anche io diritto ad un po’ di serenità? Dammi quello che mi spetta!” Come se Dio fosse un jukebox, il genio della lampada, qualcuno da cui ottenere qualcosa.
“ritornò in sé” è l’esperienza che facciamo ogni volta che tocchiamo con mano la nostra fragilità, ogni volta che prendiamo coscienza dei nostri errori.
“si indignò”: c’è del figlio maggiore anche in ciascuno di noi, ogni volta che facciamo paragoni tra la nostra vita e quella degli altri… ogni volta che viviamo la fede come senso del dovere non convinti della bellezza e bontà di ciò che Dio e la chiesa ci chiedono e ci indicano.
Ma non buttiamoci troppo giù… anche noi, almeno ogni tanto, sappiamo fare come il padre della parabola… anche noi sappiamo andare oltre le beghe relazionali… quando comprendiamo che la comunione e la pace nelle relazioni sono più importanti dell’avere ragione in una lite.
Alla fine… siamo tutti figli fragili desiderosi di abbracci paterni!
AUTORE: Don Antonio Mancuso PAGINA FACEBOOK
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