don Antonino Sgrò – Commento al Vangelo di domenica 26 Febbraio 2023

1421

1a Domenica di Quaresima

Vince la tentazione chi resta umano

Gesù è ricolmo della potenza dello Spirito Santo, ricevuto nel Battesimo, ed è proprio lo Spirito a condurlo nel deserto perché sia tentato dal diavolo. Come mai digiunò «quaranta giorni e quaranta notti»? Non sapeva – direbbe qualsiasi mamma – che, trascurandosi fino a questo punto, si sarebbe indebolito e messo nelle mani del Nemico? Gesù, solidale con ognuno di noi, vuole vivere fino in fondo la debolezza umana e sperimentare il bisogno stringente che può indurre a venderti a chi ti dà da mangiare. Chi cede al fascino delle soddisfazioni immediate, pur di realizzarle, è disposto a rinunciare alla verità e a stravolgere il senso delle cose. Non è possibile che le «pietre diventino pane», perché non bisogna manipolare la realtà per piegarla ai nostri bisogni. C’è qualcosa che dà vita all’uomo più del pane, ossia il conformarsi alla volontà del Padre espressa nella sua Parola, e ciò fa superare la prima tentazione che vorrebbe un Dio dispensatore di doni, annientando così la libertà umana di vivere una relazione con Lui per quello che Egli è e non per quello che dà, perché parla al tuo cuore e non alla pancia.

Ancora, invitandolo a gettarsi dal «punto più alto del tempio» per essere sorretto dagli angeli, Satana vuole estromettere da Cristo e dall’uomo il senso della fede, inducendoli ad optare per l’evidenza dei segni che s’impongono e ti sottraggono alla fatica del credere. Ma chi l’ha detto che nella vita bisogna procedere sempre per vie chiare che ti risparmiano la responsabilità di scegliere e di rischiare? Sappiamo bene come la fede sia il rischio più grande per noi, perché ci porta a vivere da perdenti agli occhi del mondo, ci lascia spesso nel dubbio e attende da un Altro indicazioni per un cammino che non è quello delle soddisfazioni promesse dal diavolo. Eppure è l’unica strada per vivere da persone libere.

- Pubblicità -

Non contento, il diavolo prova un’altra via, prospettando a Gesù «tutti i regni del mondo». Chi di noi non ha mai coltivato sogni di potenza? In questi casi, immaginare che gli altri ti diano quella considerazione che ti è stata tolta o non ti è stata mai accordata, può sembrare l’unico modo per superare ogni frustrazione. Invece la ricerca del potere distrugge la relazione con l’altro, che non è più uno pari a te, ma il piedistallo su cui salire per sentirti più grande. Chi vuole affermarsi a tutti i costi in realtà si è già prostrato a persone o logiche che lo rendono schiavo, mentre Gesù risponde al Maligno che solo il culto a Dio ti lascia libero in quanto figlio. Come è importante essere liberi di arrivare secondi e che danni enormi creano ai bambini quei genitori che inculcano loro la necessità di doversi affermare sui compagni a scuola o nello sport! Peccato che una simile corsa ai primi posti non valga per il catechismo e per la Messa domenicale, almeno sarebbero presenti e si potrebbe lavorare su questo bisogno disordinato!

Gesù ha scelto di farsi interprete, voce e corpo di coloro che vacillano, che stanno per mollare, che pensano che non valga la pena vivere da figli, visto che le cose non cambiano. Mentre nel deserto sentiva tutto il dolore e i dubbi dell’uomo di ogni tempo, Egli non ha distolto lo sguardo dal volto del Padre. Questa è la vera vittoria contro la più grande tentazione di credere che Dio non sia Padre e che bisogna costruire da sé il proprio benessere, dimenticando che tutto si riceve in dono da Lui. Che sollievo pensare che anche Tu, come noi, sei circondato da male ma anche da bene, da fiere che continuamente cercano di dominarti, ma anche da angeli che sono lì per te, per ricordarti che il Padre mai si allontana da te.

Sì, le tentazioni possono essere vinte restando umani, vivendo da uomini concreti che abbracciano la volontà di Dio e che non la considerano un’insidia per il proprio desiderio di felicità. Gesù non ha ceduto, Lui sa che la volontà del Padre, anche quando è difficile, porta alla salvezza, alla comunione con Dio, unica fonte di felicità, unico luogo in cui ogni cuore viene pacificato. Come comunicare una tale fiducia nella volontà del Padre? Forse può aiutare la considerazione che il diavolo «lo lasciò» ma tornerà nella vita di Gesù, costantemente esposta alla tentazione. È importante allora ricordare che l’esistenza non è un gioco, ma una continua scelta: che vita decido di abbracciare? Chi sceglie Cristo è libero di dire sempre sì all’amore, anche se questo può costare enorme fatica; chi sceglie il male può ottenere facilmente all’inizio ciò che desidera, ma poi ne è risucchiato e non è più libero di dire di no.

Testo tratto (per gentile concessione dell’autore) dal libro “Parole che si vivono. Commenti ai Vangeli della Domeniche dell’Anno A” disponibile presso:

AMAZON | IBS | LA FELTRINELLI | LIBRERIA DEL SANTO