giovedรฌ, Marzo 6, 2025
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don Antonello Iapicca – Vangelo del giorno – 6 Marzo 2025

Commento al brano del Vangelo di: Lc 9,22-25

RINNEGARE SE STESSI PER AFFERMARE LA SIGNORIA DI CRISTO IN NOI

โ€œOgni giornoโ€ camminiamo mossi da un imperativo categorico, l’irrefrenabile esigenza di auto-affermarci. Ma, alla fine, รจ sempre solitudine e tristezza, il destino di chi, per “salvare la propria vita”, “segue” solo se stesso e le proprie concupiscenze.

Il Figlio dell’Uomo, invece, ha un altro imperativo: “deve” essere “riprovato”, morire e cosรฌ “risorgere”. Nell’originale greco, il verbo “riprovare” deriva da un termine che indicava una moneta autentica, e traduce l’ebraico โ€œprovare con il crogiuoloโ€. Gesรน, dunque, รจ dovuto passare per il crogiuolo del Sinedrio, ed รจ stato ri-provato.

“Gli anziani, i sommi sacerdoti e gli scribi” credevano che non fosse Lui la moneta di cui avevano bisogno per pagare il prezzo del proprio riscatto. Bastavano a se stessi, non si sentivano schiavi; anzi, non pensavano proprio di dover essere riscattati, loro compivano la Legge… E invece era proprio di Lui che, come tutti, avevano bisogno.

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Lui, l’unica moneta che il Padre poteva riconoscere autentica e valida, perchรฉ consegnata al mondo per pagare il riscatto di ogni uomo. Cosรฌ, mentre satana rigettava Cristo, il Padre accoglieva noi. Il sangue e l’acqua colati sul legno della Croce hanno riportato alla luce in noi l’immagine originale di figli nel Figlio.

Per questo oggi Gesรน ci chiede “se vogliamo andare dietro a Lui” a pagare il riscatto per i peccatori. Lo desideriamo sinceramente? Ecco allora la Quaresima porci dinanzi lo stesso cammino di Gesรน: โ€œriprovare noi stessiโ€.

Questo significa, concretamente, rinnegare la giustizia umana che reclama i propri diritti dimenticando il perdono, la pazienza, la tenerezza nei confronti di chi ci รจ accanto; rinnegare l’accidia che ci distoglie dalla fedeltร  alle piccole responsabilitร  di ogni giorno; rinnegare l’avarizia e la concupiscenza che ci fanno arpionare cose e persone per chiuderle nella cassaforte del possesso; rinnegare ideali e idoli che invadono la nostra volontร  per distoglierla dall’adeguarsi a quella di Dio.

E, soprattutto, “prendere la croce ogni giorno”. Qual รจ oggi la tua croce? Guarda Cristo sulla via del Calvario e capirai. Che cosa oggi ci assomiglia a Lui? Cosa ci pesa, inchioda, asfissia?

Ecco, questa รจ la nostra croce, dove sperimentare di non poter andare oltre e amare sino a tanto; di cadere sotto il peso di quella malattia inguaribile; di soffocare senza lavoro e stipendio; di sanguinare per la morte di tuo padre.

Ma proprio qui Cristo ci attende per accoglierci cosรฌ come siamo, perdonare la nostra ribellione, e farci sperimentare il potere della sua risurrezione. La Croce non รจ una condanna: รจ “il letto d’amore dove ci sposa il Signore” (Inno del IV secolo) e dove รจ impossibile auto-affermarsi.

“A che giova”, infatti, “guadagnare il mondo intero” che รจ sotto il dominio di satana, se l’anima poi sperimenta la “perdizione”, l’infelicitร  di chi ha perduto l’amore di Cristo?

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“Seguiamo” il Signore allora: con Lui “perderemo la vita” che ci ha condotto alla morte, per ricevere in cambio la sua, che non si esaurisce mai e trasforma in gioia anche il dolore piรน grande.

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